Il messaggio di don Nandino Capovilla, testimone del genocidio dei palestinesi
Ieri, 11 agosto, il sacerdote veneziano che è stato un coordinatore di Pax
Christi Italia veniva bloccato all’aeroporto di Tel Aviv e, dopo 7 ore di
arresto, espulso da Israele.
Immediatamente dopo il rilascio don Nandino Capovilla ha pubblicato sulla
propria pagina Facebook questo messaggio, collegato a due immagini, qui
riportato integralmente, senza correggere i refusi del testo originale:
> SONO LIBERO! Mi hanno fatto uscire ora. Restituito cellulare e valigia. Tutto
> bene. aspetto che se ne vadano le ultime mie due guardie per scrivervi queste
> righe. Volo per la Grecia stanotte. G
> Questi alcuni dei miei numerosissimi di guardia in queste 7 ore. MA PER
> PIACERE: DITE A CHIUNQUE SCRIVA CHE BASTA UNA RIGA PER DIRE VHE STO BENE
> MENTRE LE ALTRE VANNO USATE PER CHIEDERE SANZIONI ALLO STATO CHE tra i suoi
> “errori” bombarda moschee e chiese mentre i suoi ORRORI si continua a fingere
> che siano solo esagerazioni. NON AUTORIZZO NESSUN GIORNALISTA A INTERVISTARMI
> SULLE MIE SETTE ORE DI DETENZIONE SE NON SVRIVONO DEL POPOLO CHE DA
> SETTANT’ANNI È PROGINOERO SILLA SUS TERRA
> QUESTA IMMAGINE RIPORTA L’ULTIMO MESSAGGIO CHE STAVO SCRIVENDO PRIMA VHE MI
> SEQUESTRASSERO IL FELL. ERA LA PREGHIERA DEL GIORNK DEL PATRIARCA DABBAH
https://www.facebook.com/nandinocapovilla/posts/pfbid035S9NmffCqFTctuHg41umZLLfYkac9UUqxFAP5rMDip6uMPAK3tGLaW7tTbaYD3Jhl
Don Nandino Capovilla si era recato in Israele insieme a un gruppo, composto da
una quindicina di persone, partito dall’Italia per un pellegrinaggio di
giustizia in terra santa.
Guidata dal presidente di Pax Christi, don Giovanni Ricchiuti, la missione a
Gerusalemme, Betlemme e in Cisgiordania è stata organizzata e realizzata
nell’ambito delle attività di solidarietà del movimento pacifista cristiano con
la popolazione palestinese. Inoltre, è intesa anche come testimonianza della
partecipazione del movimento pacifista cristiano alla mobilitazione promossa
dalla Rete Pace e Disarmo insieme ai firmatari della dichiarazione Basta
dichiarazioni rituali: di fronte a ipotesi di occupazione di Gaza servono azioni
concrete proclamata il 9 agosto. Pax Christi Italia lo annuncia nella pagina del
proprio sito intitolata Uscire dall’ambiguità ed evindenziando di aver aderito
all’appello con cui la società civile italiana sollecita il governo affinchè
“esca finalmente dall’ormai insopportabile ambiguità e prenda decisamente
posizione in favore del DIRITTO INTERNAZIONALE e dei DIRITTI UMANI”.
Appena ha potuto avvisare di star bene ed essere stato liberato, don Nandino
Capovilla ha anche reso noto di non voler rilasciare dichiarazioni e interviste
pubblicate in notizie sulla vicenda della propria detenzione all’aeroporto di
Tel Aviv che non riferiscano correttamente le informazioni sul motivo della sua
missione in Terra Santa e, quindi, sulla necessità di ogni intervento efficace a
far cessare la sofferenza della popolazione palestinese da 70 anni prigioneria
in patria perché vive, subendo abusi e violenze, segregata nei territori
controllati e assediati dallo stato israeliano.
E, sebbene le abbia scritte nella concitazione del frangente, tutte le parole
che don Nandino Capovilla ha usato per esprimersi mostrano che fosse lucidamente
consapevole del significato di ciascuna. Infatti si è espressamente rivolto ai
giornalisti esplicitamente esortandoli a non tacere la verità, ovvero a parlare
delle atrocità inflitte alla popolazione palestinese senza omissioni e senza
accreditare le versioni dei fatti fornite dal governo e dall’esercito di
Israele, narrazioni che falsificano la realtà definendo “errori” le conseguenze
delle azioni militari ed “esagerazioni” le testimonianze che documentano gli
orrori di una carneficina, il genocidio che invece documentato dalle vittime,
come il giovane reporter Anas Al-Sharif della cui morte don Nandino Capovilla ha
appreso proprio mentre era detenuto all’aeroporto di Tel Aviv leggendo la
preghiera, la supplica “La giustizia si affacci dal cielo. Presto, oggi stesso,
Sognore”, composta in quella giornata dal patriarca di Gerusalemme, Michel
Sabbah.
Maddalena Brunasti