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L’ONU può fermare il genocidio
L’ONU può fermare il genocidio invocando la Risoluzione 377 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (nota anche come Unione per la Pace), approvata il 3 novembre 1950. Questa risoluzione autorizza l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ad agire qualora il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite non intervenga a causa del voto negativo di un membro permanente, nel caso in cui vi sia una minaccia alla pace, una violazione della pace o un atto di aggressione. L’Assemblea può quindi esaminare immediatamente la questione al fine di raccomandare agli Stati membri di adottare misure collettive per mantenere o ripristinare la pace e la sicurezza internazionali. Esistono basi giuridiche e memorandum a supporto delle procedure per l’avvio di processi in grado di fermare il genocidio. In ogni caso, una riforma delle Nazioni Unite contribuirebbe a istituire meccanismi più rapidi per risolvere queste situazioni. Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza
Sciopero generale contro il genocidio dei palestinesi: la proposta dei giuristi
L’appello, firmato da numerosi giuristi italiani e pubblicato l’8 agosto sul sito di CRED / Centro di ricerca ed elaborazione per la democrazia – GIGI / Gruppo di intervento giuridico internazionale, proclama: > Come giuristi impegnati contro il genocidio del popolo palestinese abbiamo > messo a punto in questi ultimi tragici mesi varie iniziative di stampo > giudiziario in sede nazionale, europea e internazionale, incentrate anche e > soprattutto sulle sempre più evidenti responsabilità italiane in questo > orrendo crimine. Tali iniziative continueranno finché i responsabili > israeliani del genocidio e i loro complici internazionali all’interno di > governi, a partire dal governo italiano, imprese e media non saranno messi in > stato di accusa anche formale in tutte le sedi possibili. > Riteniamo tuttavia che a tali nostra iniziative debba accompagnarsi una > mobilitazione popolare di massa e unitaria che abbia al suo centro le seguenti > parole d’ordine: basta col genocidio, punizione immediata dei responsabili, > fine della complicità con Israele, riconoscimento dello Stato di Palestina. > > Rivolgiamo quindi un appello al movimento di solidarietà colla Palestina, ad > associazioni, sindacati, partiti ed altre espressioni della società civile > affinché siano promosse fin da subito ovunque in Italia iniziative su questi > temi per arrivare appena possibile a un giorno di sciopero generale con > manifestazione nazionale a Roma. > > Giuseppe Anfuso, Cesare Antetomaso, Michela Arricale, Ruby Ellen Berolo, > Flavia Bruschi, Nadia Buso, Nicola Canestrini, Michele Carducci, Elena Coccia, > Gigliola Corra, Elisa Costanzo, Simonetta Crisci, Benedetto Vittorio De Maio, > Giorgio Fontana, Augusto Frezza, Pierangelo Galmozzi, Fausto Gianelli, Claudio > Giangiacomo, Ugo Giannangeli, Nicola Giudice, Muna Khorzom, Leonarda Leonardi, > Fabio Marcelli, Ugo Mattei, Ugo Melano, Carlo Augusto Melis Costa, Paola > Degani, Ezio Menzione, Liana Nesta, Effiong L. N’Tuk, Luigi Paccione, Gilberto > Pagani, Valentina Pieri, Marina Prosperi, Emanuele Ricchetti, Antonietta > Ricci, Dario Rossi, Flavio Rossi Albertini, Luca Saltalamacchia, Teresa > Santulli, Barbara Spinelli, Massimo Tirellu, Daniela Torro, Maria Teresa > Vallefuoco, Gianluca Vitale, Luca Vuolo Il testo dell’Appello dei giuristi: mobilitazione nazionale e sciopero generale per la Palestina e contro il genocidio è scritto in italiano, inglese, spagnolo, francese, russo, giapponese e arabo. Il CRED è “un’associazione costituita per difendere e affermare i valori della Costituzione repubblicana (ripudio della guerra, lavoro stabile e retribuito in modo adeguato a garantire un’esistenza dignitosa, democrazia partecipativa, beni comuni, lotta al razzismo e alle discriminazioni, uguaglianza sostanziale, liberazione delle donne, difesa e realizzazione delle libertà fondamentali e dei diritti umani), nonché dei principi fondamentali del diritto internazionale a partire da quello di autodeterminazione”, che mediante il GIGI “promuove ed attua missioni nel mondo a tutela dei diritti dei difensori dei diritti umani, specie avvocati, e di osservazione democratica nei processi sia giudiziari che elettorali, nonché di dialogo e interposizione nei conflitti anche armati. Redazione Italia