Amnesty International Regno Unito: gli arresti dei manifestanti di Palestine Action sono “fonte di profonda preoccupazione”
In risposta agli arresti di 466 manifestanti di Palestine Action avvenuti sabato
9 agosto in Parliament Square a Londra, Sacha Deshmukh, direttore esecutivo di
Amnesty International UK, ha dichiarato: “Gli arresti di massa di manifestanti
pacifici avvenuti in base alla legge antiterrorismo del Regno Unito sono
profondamente preoccupanti.
La protesta pacifica è un diritto fondamentale. È comprensibile che le persone
siano indignate per il genocidio in corso a Gaza, dunque in base al diritto
internazionale devono avere la possibilità di esprimere il loro orrore .
I manifestanti in Parliament Square non stavano incitando alla violenza e
trattarli come terroristi è del tutto sproporzionato, al punto da rasentare
l’assurdo.
Da tempo critichiamo la legge antiterrorismo britannica in quanto eccessivamente
generica e formulata in modo vago, oltre a costituire una minaccia alla libertà
di espressione. Questi arresti dimostrano che le nostre preoccupazioni erano
fondate.
Invece di criminalizzare i manifestanti pacifici, il governo dovrebbe
concentrarsi sull’adozione di misure immediate e inequivocabili per porre fine
al genocidio perpetrato da Israele ed eliminare qualsiasi rischio di complicità
del Regno Unito.”
Appello alla moderazione
Prima della protesta di sabato 9 agosto Amnesty ha scritto a Sir Mark Rowley,
commissario della polizia metropolitana, mettendo in guardia contro l’arresto
dei manifestanti pacifici che si sarebbero radunati a centinaia.
La lettera sottolinea che arrestare persone solo per aver esposto messaggi come
“Mi oppongo al genocidio. Sostengo Palestine Action” violerebbe gli obblighi
internazionali del Regno Unito di rispettare il diritto alla libertà di
espressione e alla riunione pacifica. Amnesty ha sottolineato che qualsiasi
ulteriore arresto per questi motivi violerebbe il diritto internazionale sui
diritti umani, secondo cui i discorsi di protesta possono essere criminalizzati
solo se incitano alla violenza, all’odio o alla discriminazione. Nel caso della
protesta del 9 agosto, tenere in mano un cartello e dichiarare pacificamente il
proprio sostegno a Palestine Action non può essere considerato un esempio di
incitamento.
Amnesty International