Contratti in ostaggio della legge di bilancio e della concertazione !
Con il Decreto PA n 25/2025, vengono ridisegnate le regole di concorsi pubblici,
mobilità e scorrimento delle graduatorie idonei. Il Decreto è tutt’altro che un
aggiornamento tecnico. Vi sono tracciati i vincoli per la stipula dei contratti.
Governo e potere legislativo irrompono nelle relazioni tra le parti sociali e
segnano una ulteriore subordinazione sindacale a padronato e governo.
A completare il quadro interviene la Legge Finanziaria che predispone le risorse
che (non) mette a disposizione per l’aggiornamento dei contratti scaduti.
Da tempo la contrattazione sindacale nel pubblico impiego è inficiata dagli
arbitrari interventi della magistratura contabile: negli Enti Locali le
progressioni di carriera sono ristrette al 50% degli aventi diritto; dalla
finanza pubblica: il blocco della contrattazione e delle assunzioni per 9
lunghi anni, hanno sancito l’erosione del potere di acquisto e voragini negli
organici; dal Governo: bloccando da oltre 10 anni il buono pasto a 7 euro.Siamo
lontani dalla libera contrattazione tra le parti sociali. I lavoratori e i loro
bisogni non sono presi in esame. Non vengono mobilitati e ci si guarda bene di
ascoltarli nelle assemblee. Meglio evitare gli assembramenti!
Tutto si svolge in ambiti appartati.
Confederali e padronato danno vita a trattative infinite ed inconcludenti,
perché le vere intese sono gestite dal potere economico e viene fatto osservare
il vincolo del pareggio di bilancio con l’obbligo di non superare il 3% nel
rapporto deficit/PIL.Sottolineiamo che tutto questo rigore si esercita solo
contro i lavoratori, meno quando si parla dei vertici o degli stipendi dei
politici. L’esito delle trattative è regolato dal governo con il consenso,
silenzio e assenso dei confederali.Possiamo dire che siamo oltre la
concertazione e che, almeno per il P.I., vi è la riedizione di regole che
rimandano al sindacato fascista e corporativo: “tutto nello Stato, niente al di
fuori dello Stato, nulla contro lo stato”
Dal 2008 al 2024 i salari sono calati dell’8,7% e la fonte è autorevole:
parliamo della Organizzazione Internazionale del Lavoro, Agenzia delle Nazioni
Unite (ILO)
Perché meravigliarsi?
Promesse e vincoli.
Mentre la voce sindacale si fa flebile, inevitabilmente il governo fa la voce
grossa anche sui concorsi, le graduatorie, i contratti ed il reclutamento del
personale. Dopo il puntuale “annuncio” di una pioggia di miliardi per Sanità e
Pubblico Impiego segue il laconico “a condizione che vi siano le disponibilità
di cassa”
Questa in-disponibilità di cassa è il vero convitato di pietra ai tavoli
sindacali.
Sui media si annunciano piogge di risorse su sanità e Pubblica amministrazione
ma non viene chiarito che la parte più ragguardevole di tali risorse serve a
comprare beni e servizi da privati convenzionati e non. Solo una residua parte
va a favore dei lavoratori.
L’orizzonte sindacale non va oltre la rincorsa dell’inflazione ma… senza mai
raggiungerla. Il lavoro sindacale dovrebbe invece partire da dopo il recupero
dell’inflazione, che si dovrebbe dare per scontato, per cominciare a parlare di
qualche miglioramento.
Nel frattempo vengono disegnati percorsi privilegiati per i diplomati
provenienti degli ITS (Istituto Tecnologico Superiore). Questi profili vengono
assunti con contratti di formazione e lavoro in vista di una loro
stabilizzazione.
Lo stesso strumento contrattuale sarà applicabile anche a studenti universitari
del terzo anno.Immancabile la promessa di voler combattere il precariato.
A parole!
Economia di guerra.
Invece si conferma, che non c’è aspetto della vita sociale che non risenta
della tendenza alla guerra e all’economia di guerra.
Infatti, un’attenzione particolare viene riservata, al personale precario del
Ministero dell’Interno e alla Agenzia Industrie della Difesa. È previsto il
prolungamento di ulteriori 12 mesi di bel 44 contratti di apprendistato e vi è
la previsione di autorizzare nuove ’assunzione a tempo indeterminato.
La finalità del Decreto è di intervenire d’autorità anche sull’istituto del
Comando. (Nel pubblico impiego, è un istituto giuridico che prevede
l’assegnazione temporanea di un dipendente a un’altra pubblica amministrazione
o ente).
Strumento questo utilizzato dalle amministrazioni previo accordi con i
sindacati confederali (interessati e compiacenti) per l’inserimento in
organico di personale che segue vie discrezionali, ovvero, clientelari.
D’ora in avanti le regole saranno stringenti? Forse!
Centrale in questa operazione di riordino è il ruolo assegnato al Portale INPA
(portale unico del reclutamento).
Tutte le fasi concorsuali dovranno transitare per questa piattaforma digitale e
non sarà più consentita la gestione delle assunzioni in autonomia.
Graduatorie e scorrimenti. Le amministrazioni da sempre “inventano” ragioni
contingenti e clientelari, (è obbligo dire ancora una volta che sono complici
interessati i sindacati confederali) per “negare” ai vincitori di concorsi la
fruizione di diritti sacrosanti.
Con i concorsi bloccati e senza lo scorrimento delle graduatorie, si sono
prodotti molti “vincitori” senza posto di lavoro.
Oggi promettono rigore e legalità ma è bene non fidarsi ed è da prendere come
esempio il protagonismo dei compagni/e calabresi del S.I. Cobas.
Questi hanno agito in controtendenza e, sfidando mafie e consorterie
elettorali, hanno imposto lo scorrimento delle graduatorie.
Impatto sui contratti.
Le linee di politica economica tracciate dalla borghesia trovano pronta
applicazione sui contratti: più soldi ai profitti, più risorse per la guerra,
più sacrifici per i lavoratori.
Le OOSS che dovrebbero assumere il punto di vista dei lavoratori si accodano
agli interessi generali della nazione (padroni e parassiti sociali).
La loro azione è tesa a salvare se stessi ed omologarsi a funzioni di potere e
di controllo.
Un tempo si parlava della “rigidità” del costo della forza lavoro, mentre oggi
si dà per scontata la possibilità di comprimere costantemente proprio tale
costo.
Il loro ruolo si riduce ad essere solo rotellina che gira in sintonia con
l’apparato statale. Rappresentano questo non certamente i lavoratori.
Strombazzato aumenti che i lavoratori non hanno mai visto e mai vedranno.
Rimane la retorica di governo, opposizioni e OOSS di voler porre, come centrale,
il lavoro, la famiglia e le imprese. Ma a conti fatti le cifre che compaiono in
busta paga raccontano altre verità.
Il lavoro serve solo a valorizzare il capitale delle imprese a danno dei
proletari e delle loro famiglie, fatto che è dimostrato dal continuo calo della
natalità per l’impossibilità di provvedere alle necessità delle nuove
generazioni.
Rimane la truffa di cifre non veritiere. Con una sfrontatezza da imbonitori
dimenticano di dire che gli aumenti sono lordi, non a regime e che una quota è
già presente in busta paga ad esempio come Indennità di vacanza contrattuale
(IVC)
Enti Locali
Raccontano che gli Enti Locali avranno aumenti di 190€ lordi nel 2025 è di 280 €
a regime nel 2027.
L’aumento reale è di pochi miserabili €. L’inflazione nel frattempo ha corso di
più. Secondo i dati statistici negli ultimi 10 anni il costo della vita è
aumentato del 19,2 % mentre salari e stipendi sono incrementati del 10,5 %.
Basta questo per capire che si è ridotto il nostro tenore di vita, non è una
impressione soggettiva.
Con l’incremento del Fondo Perequativo messo a disposizione della contrattazione
di secondo livello, voluto dal ministro della P.A. Zangrillo, si dovrebbe
abbattere lo squilibrio di trattamento tra le diverse amministrazioni e
sostenere enti ed amministrazioni in difficoltà.
Troppa grazia!
Tutto si risolve in un accesso alle quote premiali solo per gli enti
“virtuosi”. Pochi! E sulla base di valutazioni veramente discutibili.
Nel mentre si discute di autonomia differenziata il divario si attua, in
silenzio, sulle buste paga dei lavoratori mentre perdura il de-finanziamento
dei servizi. Inoltre, molte amministrazioni dovranno scegliere tra qualche
aumento salariale in alternativa a nuove assunzioni.
Sanità. L’aumento della parte tabellare (stipendio base) sarebbe dai 150/172 €
lordi a questi vanno aggiunti le indennità di pronto soccorso e quote di salario
accessorio.
Il nuovo incremento reale è intorno ai 55 €: la domanda che dovremmo farci è se
questo aumento compensa gli aumenti dei prezzi, se è superiore o inferiore.
Sarebbero questi i criteri per capire se è adeguato.
Invece è chiaro l’intento di contenere l’incremento della paga base che produce
effetti su pensioni e TFR.
Si dilata la quota da assegnare al salario accessorio caratterizzato da una
tantum, benefit, premi legati alla performance. Il salario accessorio viene
potenziato a favore della contrattazione locale.
L’intento è disegnare buste paga sempre più costruite sulle voci variabili
legate alle produttività individuali, costruendo un contesto di cottimizzazione
del lavoro che mina il diritto alla malattia e massimizza la competizione tra i
lavoratori.
Questo è anche una strategia per depotenziare il CCNL strumento di tutela di
tutti i lavoratori soprattutto di quelli più indifesi.
Alle variabili di dettaglio che si discutono nelle estenuanti sedute con
l’ARAN, una sola certezza:
stanno progettando un ulteriore impoverimento della nostra classe: occorrerebbe
che anche l’attività rivendicativa fosse all’altezza dello studio “Heroes”[1]
realizzato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che dice essere
necessario:
* supportare il loro ruolo (degli operatori sanitari) …e dunque i salari non
sono dettaglio! (n.d.r.)
* produrre risultati che possano indirizzare azioni e politiche di sostegno
rivolte agli operatori stessi e alla riorganizzazione dei servizi. Visto che
questo non accade, allora:
Resta solo la lotta!
[1]https://www.nbst.it/1303-operatori-sanitari-covid-oms-linee-guida-stress-lavoro.html
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