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Basta morti sul lavoro
> “MORTI, MORTI, MORTI…. > > Ultimissima: proprio mentre scriviamo i giornali danno notizia di un > gravissimo incidente: a Roma crolla una parte della Torre dei Conti, un > edificio del IX secolo in ristrutturazione: 4 operai vengono estratti dalle > macerie dai Vigili del fuoco, che rischiano anch’essi di essere travolti, uno > è ancora sotto di esse e il suo salvataggio, secondo il prefetto della città, > “sarà lungo e complesso”. > > Anche la morte di lavoro, sul lavoro, di profitto ha vendemmiato > abbondantemente nel mese di ottobre appena concluso: 116 vittime del profitto > in un solo mese, con una media di 3,7 lavoratori che la sera non sono tornati > a casa loro. Da gennaio 2025 sono 959, e poco manca per raggiungere – nei > prossimi due mesi dell’anno – la “solita” cifra di 1.500 morti ogni anno. > Altro dato: il 32% di questi fratelli di classe che ogni anno perdono la vita > per il profitto di pochi è di origine straniera. > > A fronte di questa strage infinita che istituzioni, partiti e sindacati di > regime chiamano “inaccettabile e blah, blah, blah”.. il governo, nella bozza > di Finanziaria per il 2026 prevede, come lo scorso anno, l’introduzione di un > badge elettronico – ma solo nei cantieri (nulla nelle fabbriche…); promette > per l’ennesima volta di assumere altri ispettori del lavoro e di attuare > “percorsi di formazione” per i lavoratori e nelle scuole (questi diretti ai > figli delle vittime precedenti); per le imprese “virtuose”, quelle che non > denunciano incidenti mortali o gravi, bonus pagati con i fondi INAIL, cioè con > i nostri soldi. Quindi i padroni che “rispettano” la legge verranno premiati; > per chi non la rispetta ci saranno denunce e processi lumaca in cui, dopo > patteggiamenti, pene ridotte, archiviazioni e qualche multa alla fine nessuno > pagherà. > > Si tratta di 900 milioni che vanno ai padroni, con una neanche tanto velata > accusa: in fin dei conti la colpa è dei lavoratori, che sono disattenti e/o > non abbastanza “formati”, affermazione che vede l’assenso anche dei sindacati > di regime CGIL/CISL/UIL. > Peccato che la maggioranza delle vittime si trovi nella fascia degli > ultra-sessantenni (a cui evidentemente non basta una pensione miserabile per > sopravvivere), e in secondo luogo in quella dei 55-64enni, cioè gente che > lavora da una intera vita. > > E’ una linea bi-partisan che attraversa tutti i governi che si sono > avvicendati negli ultimi anni. > Dall’abolizione dell’art. 18 (2015), con l’introduzione del Job Act (governo > Renzi, PD) l’aumento dei morti di profitto è stato del 43%. Con il decreto > legge n. 209 del 2024 (la cosiddetta legge Salvini, governo Meloni) voluta per > “favorire la concorrenza”, si registra un ulteriore aumento del 15% > soprattutto nell’edilizia pubblica e privata in quanto viene liberalizzato > ulteriormente il ricorso al sub, sub, sub appalto. > Un esempio? La strage nel cantiere Esselunga di Firenze del febbraio 2024, che > strappa la vita a 5 operai, avviene in un luogo dove lavoravano ben 49 aziende > subappaltatrici. > (I numeri che abbiamo scritto sopra sono tratti dall’Osservatorio Nazionale di > Bologna morti sul lavoro di Carlo Soricelli, che ringraziamo per il suo > prezioso lavoro). > > La catena infernale non si ferma mai. > I numeri dimostrano che le morti di profitto – qualunque sia il governo in > carica – in realtà sono solo “danni collaterali” di un sistema – il > capitalismo – che non si deve mettere in discussione. Nessuno paga mai per > questa guerra in tempo di pace, dove il profitto di pochi è costruito sulla > vita (e sulla salute) di molti. > > Non resta che ricordare, per l’ennesima volta, che l’unico strumento che noi > proletari abbiamo per non essere più solo carne da macello è l’unità, > l’organizzazione e la lotta, per preservare la nostra vita e quella dei nostri > figli e nipoti. Nessun altro lo farà per noi. > > Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio” > > fonte: cip tagarelli L'articolo Basta morti sul lavoro proviene da S.I. Cobas - Sindacato intercategoriale.
Report dei morti per infortuni sul lavoro dal 1 gennaio al 31 luglio 2025
PUBBLICHIAMO VOLENTIERI UN AGGIORNAMENTO  DALL’OSSERVATORIO DI CARLO SORICELLI DI BOLOGNA SUI MORTI SUL LAVORO, E DI LAVORO, PER IL PROFITTO DEI PADRONI. COME SI COBAS SIAMO PARTE ATTIVA DELLA RETE NAZIONALE LAVORO SICURO E PROMULGHIAMO LA FORMAZIONE DIRETTA DEI LAVORATORI ANDANDO IN ASSEMBLEA,  NON SOLO AD ASCOLTARE, MA SOPRATTUTTO A PROPORRE LA CULTURA DELLA SICUREZZA. QUESTO AGGIORNAMENTO, SOTTO RIPORTATO DI CARLO SORICELLI,  MOSTRA LA GRAVITA’ DELLA MANCATA SICUREZZA DA PARTE DELLE AZIENDE  ED E’ IL VERO MOTIVO  PER CUI AVVENGONO QUESTI OMICIDI SUL LAVORO OGNI 6 MINUTI FINO AL 31 LUGLIO 2025. DOPO LE FERIE CONTINUEREMO A SPRON BATTUTO A FARE INIZIATIVE SULLA SICUREZZA IN ALTRE AZIENDE DIRETTAMENTE CON I LAVORATORI IN ASSEMBLEA CHIARENDO CHE LA SICUREZZA NON E’ UN OPZIONAL MA UNA CONDIZIONE NECESSARIA PER ARRIVARE VIVI ALLA FINE DEL TURNO DI LAVORO. INVITIAMO TUTTI A LEGGERE ATTENTAMENTE QUANTO VIENE RIPORTATO NELLE ANALISI SUI MOTIVI DELLE MORTI SUL LAVORO CHE SONO ANCHE DI NATURA SOCIALE E LEGALE CON L’AUMENTO DEI SUB-APPALTI E DELL’ETA’ LAVORATIVA (SI MUORE DI LAVORO ANCHE A 70 ANNI QUANDO SI DOVREBBE ESSERE IN PENSIONE). SI COBAS NAZIONALE Ogni 6 ore muore un lavoratore. Il 2025 è l’anno più tragico da quando esiste l’Osservatorio (18 anni) Dati aggiornati al 31 luglio 2025 Dall’inizio dell’anno sono morti 873 lavoratori, di cui 621 sui luoghi di lavoro (esclusi gli incidenti in itinere). Il ritmo delle morti è spaventoso: ogni 6 ore e pochi minuti un lavoratore perde la vita. Se si considerano solo i dati INAIL, che escludono migliaia di lavoratori non assicurati o assicurati con altri enti, le denunce (comprensive di itinere) al 30 maggio 2025 sono appena 389. Un’enorme sottostima della realtà. Regioni italiane con più morti sul lavoro (rapportate alla popolazione) e senza i morti in itinere che è opportuno mettere a parte per non creare confusione. INAIL li diffonde insieme Regione (dalla peggiore) Morti Popolazione Morti/milione (senza itinere) 1 Abruzzo 31 1.280.000 24,2 2 Basilicata 10 540.000 18,5 3 Trentino-Alto Adige 15 1.080.000 13,9 4 Toscana 50 3.660.000 13,7 5 Umbria 11 860.000 12,8 6 Emilia-Romagna 56 4.460.000 12,6 7 Liguria 18 1.490.000 12,1 8 Veneto 56 4.850.000 11,5 9 Calabria 19 1.820.000 10,4 10 Campania 58 5.580.000 10,4 11 Puglia 40 3.860.000 10,4 12 Sardegna 16 1.550.000 10,3 13 Marche 15 1.500.000 10,0 14 Friuli Venezia Giulia 12 1.200.000 10,0 15 Sicilia 46 4.870.000 9,4 16 Valle d’Aosta 1 125.000 8,0 17 Piemonte 31 4.250.000 7,3 18 Lombardia 73 10.060.000 7,3 19 Lazio 38 5.630.000 6,7 20 Molise 1 290.000 3,4 Le responsabilità politiche e normative * Jobs Act: dall’abolizione dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori (2015), l’aumento dei morti è stato del 43%. * Appalti a cascata: la legge voluta dal ministro Salvini, entrata in vigore nel giugno 2023, ha provocato un aumento del 15% dei decessi, soprattutto in edilizia e appalti pubblici. Le grandi tragedie degli ultimi tempi * Brandizzo– Ferrovie dello Stato * Suviana– Enel * Calenzano– ENI * Esselunga di Firenze (16 febbraio 2024): 5 operai morti in un cantiere con ben 49 aziende subappaltatrici. * Napoli 3 morti Dati allarmanti del 2025 * Oltre il 30%dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni. Di questi, il 17% ha più di 70 anni. * Il 32%delle vittime è costituito da lavoratori stranieri i. A loro andrebbe riconosciuta la cittadinanza italiana dopo 5 anni, non ai clandestini, * Molti lavoratori del Sud Italia muoiono in trasferta al Nord. * Le donne muoiono meno sui luoghi di lavoro, ma quasi quanto gli uomini in itinere, spesso per la fretta e la stanchezza nel conciliare lavoro e famiglia. Proposte per la sicurezza e l’equità sociale * Introdurre per legge la flessibilitàin entrata e uscita dal lavoro, soprattutto per le madri lavoratrici. * Contrastare il crollo della natalità, causato dal “martirio quotidiano” delle donne con figli. * Lo Stato e gli enti locali dovrebbero riservare posti di lavoro alle madri, come forma concreta di sostegno alla genitorialità. Categorie più colpite * 94 morti per schiacciamento da trattori o mezzi agricoli(erano 143 nel 2024) * 88 autotrasportatorideceduti * 88 morti per fatica o stress da superlavoro(operai, braccianti, medici, infermieri, ecc.) * 48 morti per infortuni domestici * 11 morti durante potatura di alberi * Il 32,5%delle vittime ha più di 60 anni; il 17% oltre 70. * Gli stranieri sotto i 65 anni diventeranno presto la maggioranza delle vittimesui luoghi di lavoro. * Un lavoro quotidiano di memoria e denuncia L’Osservatorio Indipendente di Bologna Morti sul Lavoro è nato il 1° gennaio 2008, all’indomani della strage della Thyssenkrupp di Torino. È il primo e unico osservatorio italiano che monitora tutti i caduti sul lavoro, anche quelli non coperti da INAIL, lavoratori in nero o con assicurazioni diverse. Ogni vittima è registrata con nome, età, professione, nazionalità e luogo della tragedia. Una voce fuori dal coro che rifiuta ogni minimizzazione di fronte a una carneficina (*) Carlo Soricelli è curatore dell’Osservatorio Nazionale di Bologna Morti sul Lavoro cadutisullavoro.blogspot.it L'articolo Report dei morti per infortuni sul lavoro dal 1 gennaio al 31 luglio 2025 proviene da S.I. Cobas - Sindacato intercategoriale.