Mondo Convenienza, vince la lotta al deposito di PisaL’agitazione è iniziata il 3 maggio con un sciopero ed un presidio dei
lavoratori al deposito Mondo Convenienza di Pisa che ha paralizzato per tutto il
giorno il servizio di trasporto e montaggio dei mobili.
A fare scattare la protesta ci sono i carichi di lavoro disumani, con giri di
consegne e montaggi incompatibili con quello che dovrebbe essere l’orario di
lavoro. A pagarne le spese non è solo il tempo di vita ma anche le schiene dei
lavoratori, che portano sulle proprie spalle e fin dentro casa dei clienti
cucine ed armadi.
Lo sciopero è arrivato dopo molti tavoli tra l’azienda che gestisce i lavoratori
in appalto – la RL2 Srl – e rappresentanti sindacali. Gli impegni presi
dell’azienda ai tavoli sono rimaste però parole al vento. Intanto però due
delegati sindacali del deposito di Pisa ricevono due sospensioni dal lavoro
proprio per aver contestato a tutela dei propri colleghi il carico dei furgoni
in sovrappeso.
I problemi dei lavoratori di Pisa sono purtroppo comuni agli appalti di Mondo
Convenienza. Solo una settimana prima a incrociare le braccia per gli stessi
motivi sono stati i lavoratori del deposito di Rimini, anche questo in appalto
alla RL2.
I “160 giorni di Campi Bisenzio” del 2023
Dal maggio del 2023 al novembre dello stesso anno la filiera Mondo Convenienza
fu scossa da scioperi e agitazioni sindacali in tutta Italia, con al centro i
cinque mesi di sciopero e picchetto no-stop del deposito di Campi Bisenzio (FI).
Grazie a quella straordinaria lotta sindacale i lavoratori di tutta la filiera
hanno ottenuto l’applicazione del contratto nazionale della Logistica. Fino a
quel momento per abbattere al massimo il costo del lavoro in tutto gli appalti
veniva applicato il contratto Multiservizi – Pulizie con paghe al di sotto delle
soglie di sopravvivenza.
A quasi due anni di distanza, però si rende ancora necessario lottare per avere
ritmi e carichi di lavoro sostenibili e difendere la salute e la sicurezza sul
lavoro. I lavoratori sono spesso costretti a lavorare su furgoni caricati oltre
i limiti massimi, mettendo a rischio la propria patente e la propria vita.
Le contestazioni disciplinari a chi ha scioperato
L’azienda ha risposto allo sciopero del 3 maggio con un chiaro tentativo di
intimidire i lavoratori. Pochi giorni dopo, infatti, è partita una pioggi di
lettere di contestazione disciplinare contro chi aveva incrociato le braccia
accompagnata dall’annuncio di denunce penali contro gli scioperanti.
Si tratta di un copione visto e rivisto nella filiera, con continui tentativi di
stroncare il conflitto con la paura e l’intimidazione. Un “giochino” che, per
l’appunto, per la prima volta era stato rotto nel 2013 proprio a Campi Bisenzio.
In quel caso arrivarono le lettere di licenziamento con cui l’azienda provò a
portare la lotta sulla difensiva. Gli scioperanti rifiutarono le proposte
dell’azienda che volevano scambiare il ritiro dei licenziamenti con
l’accettazione del CCNL Multiservizi. La lotta mantenne la barra dritta per
cinque mesi, raggiungendo entrambi gli obiettivi: prima la reintegra dei
licenziati e poi l’applicazione del CCNL Logistica.
Sciopero ad oltranza e una prima vittoria
I lavoratori del deposito di Pisa non si sono fatti intimidire e l’agitazione è
ripresa il 19 maggio con uno sciopero ad oltranza. Il primo giorno l’azienda ha
provato in tutti i modi a fare uscire in consegna anche i “giri” degli
scioperanti. Dal secondo giorno i cancelli del piazzale sono stati presidiati
dai lavoratori. una tensostruttura è stata montata davanti al deposito a
comunicare da subito l’intenzione di andare avanti tutto il tempo necessario.
A tarda notte del 20 maggio lo sciopero si è concluso con degli importanti
risultati. Prima di tutto, il ritiro delle lettere disciplinari inviate dopo lo
sciopero del 3 maggio. Lo sciopero ha inoltre strappato dall’azienda l’impegno
formale ad abbassare i carichi di lavoro, aumentare il numero di furgoni ed
equipaggi che escono in consegna (mantenendo invariati i volumi di merce) e
procedere a nuove assunzioni.
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