Un oceano di sofferenza
Amnesty International giudica oltraggiosa la decisione israeliana di “assumere
il controllo” di Gaza City
Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International, ha così
commentato la decisione del gabinetto di sicurezza israeliano di approvare il
piano del primo ministro Netanyahu di “assumere il controllo” di Gaza City, dove
quasi un milione di persone palestinesi sta cercando di sopravvivere in
condizioni inumane.
“È profondamente oltraggioso e sconcertante che il gabinetto israeliano abbia
approvato il piano per aumentare la presenza militare sul terreno nella Striscia
di Gaza occupata e assumere completamente il controllo di Gaza City. Niente
potrà mai giustificare le ulteriori atrocità di massa che una estesa operazione
militare nella città comporterà”.
“Il piano, dichiaratamente approvato con la motivazione di ottenere il ritorno
in libertà degli ostaggi, vede contrarie le famiglie di questi ultimi e i
vertici militari israeliani. Se attuato, causerà livelli incredibili di
sofferenza alle persone palestinesi della Striscia di Gaza che stanno facendo la
fame nel genocidio in corso. Il piano violerà anche il diritto internazionale e
aggirerà il parere consultivo della Corte internazionale di giustizia, secondo
la quale la continua presenza di Israele nel Territorio palestinese occupato è
illegale e deve cessare”.
“Amnesty International sollecita il gabinetto di sicurezza israeliano a
sospendere e annullare immediatamente questa colossale atrocità in divenire
prima che sia troppo tardi e a porre fine al genocidio. Ribadiamo il nostro
appello ad Hamas e ad altri gruppi armati palestinesi a rimettere in libertà
tutti gli ostaggi civili, subito e senza condizioni”.
“Da quando, il 18 marzo, ha rotto l’accordo sul cessate il fuoco e ha ripreso
gli attacchi contro la Striscia di Gaza, Israele ha anche intensificato gli
ordini di sfollamento di massa trasformando le zone occidentali di Gaza City in
un oceano di sofferenza, nel quale centinaia di migliaia di persone palestinesi,
per lo più profughi interni, devono impegnarsi ogni giorno in una lotta crudele
e inumana per la sopravvivenza. La maggior parte di loro vive in rifugi
improvvisati o in case danneggiate, sottoposta alla quotidiana combinazione di
bombe, fame e malattie.”
“Espandere le operazioni di terra all’interno di Gaza City avrà conseguenze
catastrofiche e irreversibili per persone che non hanno alcuna possibilità di
ricevere cure mediche, poiché il sistema sanitario nella Striscia di Gaza è
stato decimato dagli attacchi israeliani e lasciato in rovina”.
“Proprio mentre pensavamo di aver già assistito alle parti più crudeli e più
dolorose di questo genocidio, col continuo e aumentato ricorso alla fame come
metodo di guerra, il piano per aumentare le operazioni militari a Gaza City
indica invece che il peggio deve ancora arrivare”.
“La comunità Internazionale, in particolare gli alleati di Israele tra cui
l’Unione europea e i suoi stati membri, non possono stare a guardare tra vuote
banalità e condanne che costituirebbero un’ulteriore cortina fumogena per
permettere agli orrori del genocidio israeliano di proseguire. Gli stati devono
urgentemente sospendere tutti i trasferimenti di armi, adottare sanzioni mirate
e porre fine a ogni rapporto con entità israeliane che possa contribuire al
genocidio contro la popolazione palestinese della Striscia di Gaza”.
“Non possiamo rimanere paralizzati tra lo shock e l’incredulità, ma dobbiamo
agire con determinazione per pretendere che gli stati che hanno influenza su
Israele pongano fine a questo abominio, assicurando un cessate il fuoco
immediato e duraturo, l’ingresso senza ostacoli degli aiuti nella Striscia di
Gaza e la loro distribuzione all’interno del territorio, il completo
annullamento del blocco illegale e il rapido ritorno in libertà degli ostaggi
trattenuti nella Striscia di Gaza, così come quello delle persone palestinesi
illegalmente detenute in Israele”.
“Tutti gli stati devono adottare provvedimenti concreti per assicurare che
Israele ponga fine al genocidio contro la popolazione palestinese della Striscia
di Gaza, smantelli i suoi insediamenti nella Cisgiordania, compresa Gerusalemme
Est, e ponga fine alla sua presenza illegale in tutto il Territorio palestinese
occupato”.
“Decenni d’impunità di cui ha beneficiato l’apartheid israeliano contro tutte le
persone palestinesi sotto il suo controllo sono stati un terreno fertile per lo
sviluppo del genocidio e ciò deve finire. Amnesty International si unisce alle
persone che, a milioni, stanno scendendo in strada da 22 mesi per chiedere ai
loro governi di agire: il momento è ora. È in gioco la nostra umanità”.
Amnesty International