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Emergency: “ampiamente oltrepassate tutte le linee rosse”
“Un’occupazione totale della Striscia, con un’escalation militare, per liberare gli ostaggi è un obiettivo già fallito, utile solamente a creare altre sofferenze. Sappiamo tutti che invece l’unica strada verso la pace è un cessate il fuoco permanente per fermare il massacro dei civili, corridoi umanitari sicuri, la libera entrata e l’accesso agli aiuti, il ripristino e il rispetto del diritto internazionale.” Così EMERGENCY commenta l’approvazione di questa notte del governo israeliano della proposta del primo ministro Benyamin Netanyahu di conquistare Gaza City, un’operazione che richiederà entro il 7 ottobre 2025 l’evacuazione di un’area in cui attualmente vive circa un milione di persone e che porterà a un assedio militare totale della zona. “Dall’inizio del conflitto l’87% della Striscia di Gaza è già stato occupato dall’esercito israeliano e sottoposto a ordine attivo di evacuazione [1] – prosegue EMERGENCY –. Due milioni di persone vivono già stipate nel poco territorio rimasto, meno del 20%, non attualmente occupato o sotto ordine di evacuazione. Evacuare anche solo la popolazione che si trova a Gaza City, ovvero la metà di questi due milioni, porterebbe sicuramente a un numero altissimo di vittime civili in pochissimo tempo, come EMERGENCY ha già visto per tutto il conflitto. Provocherebbe una massa umana in spostamento, con conseguenze drammatiche, oltre a quelle causate già dai bombardamenti. Le operazioni verosimilmente come sempre accaduto, potrebbero iniziare prima che tutta la popolazione civile sia in salvo portando a ulteriori vittime civili. Un intensificarsi delle operazioni per l’occupazione totale della Striscia vorrebbe dire complicare ulteriormente il lavoro delle organizzazioni umanitarie, la fine di una qualsiasi speranza collettiva per la popolazione gazawi già prostrata da quasi due anni di conflitto che hanno provocato oltre 60.000 morti, quasi 145.000 feriti e 2 milioni di sfollati. Una popolazione affamata con 470 mila persone che affrontano livelli catastrofici di insicurezza alimentare; costretta a vivere in tende e alloggi di fortuna e in continuo movimento a causa dei quotidiani ordini di evacuazione. L’intervento umanitario dipende dall’accesso che il governo israeliano lascia alle organizzazioni umanitarie: da cinque mesi si protrae un blocco dapprima totale e ora parziale all’entrata di aiuti umanitari, con una distribuzione inadeguata e pericolosa da parte della Gaza Humanitarian Foundation che ha dimostrato dalla sua implementazione di non funzionare provocando solo ulteriore morte e afflizione per la popolazione. A fronte di questa decisione la situazione è destinata solo a peggiorare. Sono già state superate ampiamente tutte le linee rosse, ma ogni volta ne viene tracciata una nuova puntualmente superata a sua volta.”  A tal riguardo EMERGENCY ribadisce le richieste avanzate al governo italiano nell’appello “ORA!” firmato in pochi giorni da 250 mila persone: 1. Di non rinnovare come forma di pressione il memorandum d’intesa per la collaborazione militare tra Italia e Israele; 2. Di interrompere la compravendita di armi e sistemi d’arma da e per Israele; 3. Di schierarsi per la sospensione del trattato di associazione tra Unione europea e Israele come già 17 Paesi hanno fatto per le continue violazioni dei diritti umani. [1] OCHA, Reported impact snapshot | Gaza Strip (6 August 2025), https://www.ochaopt.org/content/reported-impact- snapshot-gaza-strip-6-august-2025 Emergency