Palestina libera e Ultima Generazione: Milano, consolato egiziano macchiato di vernice rosso sangue
In azione per chiedere l’apertura immediata del valico di Rafah, mentre il
governo italiano vuol punire chi critica Israele.
Questo pomeriggio, intorno alle ore 18.00 dieci persone aderenti ai
movimenti Palestina Libera e Ultima Generazione hanno lanciato vernice rossa
contro l’ingresso dell’ambasciata egiziana; successivamente hanno mostrato uno
striscione con scritto Break the siege (“rompere l’assedio”) e attaccato alla
recinzione dell’ambasciata foto di persone palestinesi uccise nel corso delle
operazioni di guerra dell’esercito israeliano.
Si tratta di un’azione di protesta per chiedere al governo egiziano, nella
persona del console Hisham Mohamed Moustafa El Sherif, l’apertura immediata del
valico di Rafah per poter portare aiuti alle persone della striscia di Gaza
stremate da bombardamenti e carestia. La popolazione palestinese, bloccata nella
striscia di Gaza sta affrontando da mesi una grave crisi umanitaria: “I pazienti
muoiono per ferite curabili a causa della mancanza di antibiotici. I bambini
soffrono di malnutrizione acuta. Senza un cessate il fuoco e ingressi massicci
di aiuti, Gaza diventerà un cimitero” dichiara l’ONG Medici senza Frontiere.
Attualmente il valico viene aperto solo temporaneamente. Human rights watch ha
documentato le tangenti richieste dalle autorità di frontiera egiziane come
unico mezzo per lasciare la striscia di Gaza.
Rachele, una delle partecipanti all’azione, ha dichiarato: Sono una mamma che
non può distogliere lo sguardo da un genocidio in corso. Le brutalità del
governo sionista israeliano vengono trasmesse live ed è nostro compito come
esseri umani e come genitori prendere una posizione ed obbligare i nostri
governi a non chiudere gli occhi.
Il genocidio palestinese è compiuto con le armi, per esempio quelle che la
Leonardo continua a inviare ad Israele e contro il cui invio si batte Palestina
Libera e con il blocco degli aiuti umanitari, ma anche in modo più subdolo;
come, per esempio, con gli accordi che la multinazionale francese Carrefour ha
fatto con società israeliane presenti nei territori occupati illegalmente,
oppure attraverso i tanti prodotti “israeliani” –prodotti agricoli coltivati
nelle terre occupate illegalmente a danno dei palestinesi– che ogni
giorno arrivano sugli scaffali dei nostri supermercati.
Anche questa è una forma di complicità e anche per questo Ultima Generazione ha
lanciato, a partire dall’11 ottobre, il boicottaggio dei supermercati. L’azione
è stata organizzata a un giorno dalla notizia dell’imminente invasione della
striscia di Gaza da parte dell’esercito israeliano; sempre nella giornata di
ieri inoltre la Lega ha depositato una proposta di legge per punire chiunque
critichi il governo di Israele, utilizzando il solito giochetto per cui ogni
critica ad Israele e al suo governo viene equiparata ad antisemitismo: un’altra
prova della sudditanza del nostro governo al regime sionista. Un motivo in più
per continuare a scendere in strada e ribellarci.
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