Cosa succede nel Campo per la Pace nella terra dal Fiume al Mare?
“Perché sappiamo che ora è il momento di costruire un futuro migliore per tutt3
coloro che vivono qui.
Un futuro di pace, uguaglianza, giustizia sociale e ambientale, un futuro che
garantisca sicurezza e prosperità per tutt3.” – Standign Together, newsletter 10
Luglio 2025
“C’è una cosa che ognun@ di noi può fare: insistere sulla nostra umanità. Perchè
non si tratta solo di salvare Gaza, sì, certo, è salvare le persone a Gaza, e
siamo orgoglios3 di essere insieme, in solidarietà, in questo, Palestinesi ed
Ebre3 con le persone di Gaza, ma sapete cosa? Si tratta anche di difendere la
nostra umanità, si tratta di decidere che tipo di paese vogliamo diventare” –
Alon-Lee Green, Standing Together
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Ieri 3 agosto 2025, a Tel Aviv, It’s Time Coalition, una coalizione composta da
oltre 60 organizzazioni per la pace, sia ebraiche che arabe, ha allestito un
accampamento in Piazza Dizengoff, a Tel Aviv, per protestare contro la guerra in
corso a Gaza.
Già per il 31 luglio aveva lanciato un appello:
“Dov’eri?
Come hai resistito?
I nostri nipoti vorranno saperlo.
Non possiamo continuare come se tutto fosse normale.
Stiamo lanciando un’ondata di azioni d’emergenza a partire da domani, giovedì
(31 Luglio).
È il momento di interrompere la normalità.
È il momento per tutti coloro che hanno resistito dal divano di alzarsi.
È il momento di alzare una voce collettiva — contro una guerra criminale e
contro l’abbandono di vite umane.
Insieme, invochiamo la fine della sofferenza e l’inizio della guarigione”
Dopo una serata intensa a Piazza Habima, Tel Aviv, il 31 luglio, dove migliaia
di persone hanno riempito la piazza, It’s Time ha lanciato ufficialmente la sua
mobilitazione d’emergenza.
“Non continueremo come se nulla fosse.
Non resteremo a casa mentre continuano le uccisioni, l’abbandono e la fame.
A partire da domenica – un accampamento di protesta condiviso per tutte le
organizzazioni e attivisti.
Vieni a Piazza Dizengoff, a Tel Aviv, e fai parte della resistenza.
Domenica è Tisha B’Av* (in ebraico: תשעה באב, che significa nove del mese di Av;
è tradizionalmente associato alla distruzione di entrambi i Templi di
Gerusalemme: Il Primo Tempio, distrutto dai babilonesi nel 586 a.C; il Secondo
Tempio, distrutto dai romani nel 70 d.C. E’ un giorno di lutto e digiuno) e
includerà un digiuno congiunto guidato da leader dei movimenti per la pace,
attivist3 contro la guerra e altri partner.
La protesta ha lo scopo di mettere in luce la crisi umanitaria a Gaza, chiedendo
al contempo la liberazione immediata degli ostaggi israeliani e la fine della
guerra.
La serata del 3 agosto è stata anche la serata per Odeh e la comunità di Masafar
Yatta. Centinaia di attivist3 hanno protestato a Tel Aviv e a Gerusalemme
chiedendo giustizia per Odeh (Awdah) Mohammed Khalil Al-Hathalin, amato
educatore palestinese, attivista per la pace, difensore dei diritti umani, fonte
di ispirazione per il mondo attivista israeliano, palestinese e internazionale.
Odeh è stato ucciso a colpi di arma da fuoco dal colono israeliano Yinon Levi il
28 luglio, mentre proteggeva la sua comunità .
Da allora, il suo corpo non è ancora stato restituito al villaggio per una degna
sepoltura. Divers3 palestines3 di Umm Alkhair e di Masafer Yatta sono stat3
arrestat3 e sono attualmente detenut3 nella prigione militare di Ofer. Nel
frattempo, Yinon Levi è stato rilasciato agli arresti domiciliari.
Centinaia di attivist3 israelian3 e palestinesi hanno espresso la loro
solidarietà con le oltre 60 donne di Umm Alkhair che, da giovedì 31, sono in
sciopero della fame per chiedere giustizia per Awdah.
Invece di onorare la sua vita e permettere alla sua famiglia di seppellirlo con
dignità, la polizia ha imposto condizioni disumane:
Nessuna tenda del lutto nel suo quartiere.
Nessun corteo funebre.
Non più di 15 persone in lutto consentite.
Combatants for Peace in solidarietà con la comunità ha lanciato un appello per
la giustizia:
“Il dolore non è un crimine. Il lutto è un diritto. La dignità non ha bisogno di
permessi.
Questa non è solo una questione locale, è un appello globale per la giustizia.
Chiediamo:
Restituite subito il corpo di Odeh
Permettete alla sua famiglia di piangerlo liberamente e con dignità
Lasciate che il suo popolo lo seppellisca nella sua terra, tra i suoi cari.
Questo è un appello alla coscienza.
Un appello all’umanità.
Un appello per la libertà di piangere.
Invitiamo ogni difensore dei diritti umani, ogni giornalista, ogni artista, ogni
madre, ogni persona che ancora crede nella giustizia:
Pronunciate il suo nome. Condividete questo messaggio. Siate al nostro fianco.
Insieme, difendiamo la linea della dignità.
Per favore, condividete il più possibile: la vostra voce è parte di questa
resistenza.
Combatants for Peace piange la sua perdita e invia forza alla sua famiglia, alla
sua comunità e a tutti coloro che lo conoscevano.
Era un faro di speranza e un leader della resistenza nonviolenta contro le
ingiustizie orribili e continue dell’occupazione.
Che un giorno possiamo vedere realizzata la sua visione: una casa sicura e
libera per la sua famiglia, per il suo villaggio e per tutte le persone di
questa terra.”
Qui la testimonianza commossa, commovente, di Mai Shahin:
https://www.instagram.com/reel/DM24r1Iodmv/?utm_source=ig_web_copy_link&igsh=MzRlODBiNWFlZA==
Ilaria Olimpico