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Una leggera brezza soffia sabato 2 agosto, giorno della manifestazione. Siamo  fermi a circa 3 km dalla base militare americana che si trova dentro uno dei siti più importanti  (sic!) della Rete Natura Europea: dentro la Riserva Naturale Orientata “Sughereta di Niscemi”.  Proprio qui anni fa abbiamo acquistato 2 ettari di terra e creato un Presidio di lotta e punto di ritrovo.  Da 14 anni si marcia dentro la sughereta fino al primo cancello di entrata della base: dove insistono  le antenne guida dei corpi militari e le parabole del Muos che guidano i droni carichi di bombe per la guerra. Da anni manifestiamo in questo stesso periodo, che cade nella ricorrenza dei  bombardamenti atomici del 1945 di Hiroshima e Nagasaki alla fine della seconda guerra mondiale. Già sono le tre del pomeriggio ed incominciano arrivare gruppi di persone da ogni parte della Sicilia, ma anche dalla valle di Susa, da Udine, dall’Emilia Romagna, da Torino; tante volti che non si vedevano da tempo, eccoli lì da Caltanissetta da Vittoria da Modica, anche Sindaci e rappresentanti istituzionali,  tutti contro il “Muostro”, come diciamo noi.  Intorno il clima è torrido e il paesaggio è nero: alberi bruciati e anneriti da un forte immenso incendio che ha distrutto ettari dell’antico bosco della Riserva “Sughereta di Niscemi”, un devastante sterminio di alberi!  Ci si abbraccia e ci si racconta; in mezzo ai colori di giovani ragazze dal viso dipinto di rosso, anche gente di Niscemi. Siamo circa 500, non è un grosso numero ma è importante esserci. Dopo aver abbracciato e ascoltato Antonio Mazzeo, di ritorno dal viaggio dell’imbarcazione Handala della Freedom Flotilla Coalition, si parte. Mentre si canta, una leggera brezza fa capolino e fa sventolare le nostre bandiere mentre agita il nostro sdegno contro ogni tentativo di boicottarci.   Qualcuno, infatti, ha tentato di fermare la manifestazione. Sebbene il corteo del 2 agosto contro il muos e la guerra sia stato regolarmente comunicato alla Questura e da questa autorizzato, ci sono state prescritte pesanti restrizioni. Nei giorni precedenti sono state discusse e alla fine si è concordato che almeno due auto potevano circolare dentro la manifestazione per aiuto e/o sostentamento dei partecipanti contro il troppo caldo e che fossero di supporto con del ghiaccio durante la marcia. Per questo accordo il do ut des: vogliono i nominativi dei proprietari delle auto nonché le rispettive targhe. Il  giorno della manifestazione  le macchine delle stesse persone proprietarie delle auto di cui si erano lasciati al Commissario sia targa che nomi vengono  bloccate: non ci lasciano transitare.  Come mai i responsabili delle autorizzazioni vengono  bloccati? Ci dicono che la targa non corrisponde. Come mai? Eppure, si erano consegnate al Commissario di Polizia le targhe delle auto; perché servono ore e ore di discussione? Poi ci dicono di girare e provare a muoverci da un altro lato, ma niente! Tutta una successione di blocchi militareschi. Ci controllano documenti e anche il portabagagli: lì ci sono le casse acustiche e i bidoni di acqua e ghiaccio.  Niente, non si passa perché il blocco della polizia sostiene che le targhe non corrispondono, sì certo sono mal trascritte e quindi sbagliate!  E così continua il tira e molla per tutto il pomeriggio, però le macchine dei residenti si lasciano andare senza alcun controllo. Che bella restrizione! Andare tutti a piedi. Ma no!  Sono più di 3 km, molto lontano dal punto di concentramento, d’estate, sotto il sole cocente… Veramente molto strano quest’atto lesivo della libertà di movimento, e della libera espressione democratica e pacifica del pensiero: un vero attentato alla libertà di manifestazione. Infine abbiamo un ok per il transito di una sola macchina e che questa possa fare da navetta. Ci sono volute ore di trattative sotto il sole cocente delle ore 13:00 eppure ci conoscono perfettamente: antimilitaristi contro la guerra e i genocidi. Loro conoscono la nostra lotta.  La nostra è la lotta contro la guerra e l’imperialismo militare USA, contro la devastazione ambientale e la deprivazione delle risorse primarie della terra. Oggi si marcia  per il popolo palestinese per ridare a loro una terra, libera da ogni dominio e da ogni violenza, per una giusta vita democratica: un futuro dove vi sia vera democrazia e maggiore rispetto ed eco-giustizia.  Non vogliamo più subire repressioni, non vogliamo la carbonizzazione del nostro futuro, non vogliamo più essere complici delle atroci violenze delle guerre, ma esigiamo la liberazione della sughereta e della Sicilia dalla guerra e la riconversione delle le basi militari.  Virginia Dessy