Humane World for Animals chiede il divieto totale dell’allevamento di animali per la produzione di pellicce nell’UE
L’allevamento di animali per la produzione di pellicce nell’Unione Europea non
rispetta i requisiti fondamentali di benessere animale per visoni, volpi, cani
procione e cincillà, secondo il parere scientifico ufficiale pubblicato oggi
dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA). In risposta,
l’organizzazione leader per la protezione degli animali Humane World for Animals
Europe (precedentemente nota come Humane Society International) chiede alla
Commissione Europea di introdurre con urgenza un divieto totale dell’allevamento
di animali per la produzione di pellicce in tutta l’UE.
Nel 2023, oltre 1,5 milioni di persone hanno firmato una petizione per aderire
all’iniziativa dei Cittadini Europei “Fur Free Europe”, chiedendo l’introduzione
di un divieto, a livello europeo, riguardo all’allevamento e al commercio di
pellicce. In seguito a questa iniziativa, la Commissione Europea si è impegnata
a valutare l’attuazione di possibili misure, tenendo conto anche delle
conclusioni dell’EFSA, e a comunicare entro marzo 2026 quale azione legislativa
ritenga più appropriata.
Attualmente, oltre 6 milioni di animali sono ancora rinchiusi in quasi 1.200
allevamenti destinati alla produzione di pelliccia in tutta l’Unione Europea, in
Paesi come Finlandia, Polonia, Danimarca, Spagna e Grecia. L’allevamento per la
produzione di pelliccia è già vietato in 22 Paesi europei, tra cui 16 Stati
membri dell’UE – tra gli ultimi ad aver introdotto il divieto figurano Estonia,
Italia, Lettonia, Lituania e Romania. Anche se non è ancora stato introdotto un
divieto formale, in Svezia e Bulgaria non sono più attivi allevamenti di questo
tipo.
La dottoressa Joanna Swabe, Direttrice delle Relazioni Istituzionali di Humane
World for Animals Europe, ha dichiarato: “Il parere dell’EFSA conferma ciò che
attivisti per i diritti degli animali e veterinari denunciano da decenni:
allevare animali come visoni, volpi, cani procione e cincillà per l’industria
della moda in gabbie piccole e spoglie causa, come prevedibile, gravi problemi
cronici di benessere animale, tra cui la soppressione di comportamenti vitali,
stress, lesioni e altri problemi di salute. Le sofferenze fisiche e psicologiche
subite dagli animali, descritte nel dettaglio dal gruppo internazionale di
esperti dell’EFSA, sono totalmente incompatibili con gli attuali standard etici
in materia di benessere animale. In tutto il rapporto, gli esperti concludono
che queste sofferenze ‘non possono essere prevenute né significativamente
mitigate’ negli attuali sistemi di allevamento per la produzione di pellicce. Si
tratta di una condanna inequivocabile, che non lascia alcun futuro sostenibile
al settore della pellicceria”.
Tra i principali problemi di benessere animale rilevati negli attuali sistemi di
allevamento per la produzione di pellicce, il rapporto elenca:
* Gabbie di dimensioni e complessità insufficienti, completamente spoglie, che
“limitano severamente i movimenti”, oltre ad avere pavimentazioni inadeguate
in rete metallica.
* Sottostimolazione e sovrastimolazione sensoriale, a seconda della specie, che
causano noia cronica e/o stress.
* Impossibilità di esprimere comportamenti fondamentali, come giocare,
esplorare, cercare cibo, scavare, saltare o rosicchiare; per i cincillà,
impossibilità di effettuare i bagni di sabbia tipici della specie; per i
visoni, mancanza di accesso all’acqua per nuotare.
* Lesioni, stress e aggressioni, compresi infanticidio e cannibalismo, causati
da mancanza di spazio e/o sovraffollamento e/o sistemazione in gruppi non
idonei — per esempio, lotte tra compagni di gabbia e casi di masticazione del
pelo (fur chewing) — e/o competizione per le risorse disponibili.
* Paura e stress dovuti alle interazioni con gli esseri umani, e lesioni
causate dal prelievo tramite pinze per il collo, anche durante procedure come
l’inseminazione forzata.
* Comportamenti stereotipati, come camminare avanti e indietro ripetutamente o
muovere ripetutamente la testa.
* Zoppia, debolezza o deformazioni degli arti.
* Disturbi gastrointestinali e dieta inadeguata: in alcuni casi, fame
prolungata; in altri, sovralimentazione forzata.
La dottoressa Swabe conclude: “Pensare che l’industria della pellicceria possa
trasformarsi completamente per eliminare la crudeltà insita negli allevamenti in
gabbia è un’illusione, soprattutto per un settore in declino economico
irreversibile. E qualche metro quadrato in più non basterebbe certo a ricreare
un habitat naturale adeguato per volpi, visoni e cani procione, necessario al
loro benessere fisico e psicologico. La crudeltà delle pellicce non ha posto in
un’Europa moderna e compassionevole, e l’unica scelta veramente etica e umana è
imporre al più presto un divieto totale dell’allevamento per la produzione di
pellicce nell’UE. Un divieto rappresenterebbe un passo storico per porre fine a
una delle forme più gravi e superate di crudeltà sugli animali nell’Unione
Europea, e darebbe voce agli oltre 1,5 milioni di cittadine e cittadini europei
che hanno firmato la petizione per un’Europa senza pellicce”.
Redazione Italia