Tag - NOTIZIE

Presidio in solidarietà ai reclusi del CPR di Gradisca – Contro lager, gabbie e strutture coloniali del razzismo di stato [13/12]
Presidio sotto al CPRSabato 13 dicembre 2025, ore 17:00 L’ordinaria quotidianità del lager etnico di Gradisca continua a torturare, giorno dopo giorno, con le ormai note complicità delle istituzioni locali, dall’ente gestore Ekene (fresca di rinnovo dell’appalto, lo scorso giugno), all’azienda sanitaria locale – ASUGI – alla questura, alla prefettura, fino a  tutto quell’insieme di […]
Storia di m, minorenne detenuto in CPR
Oggi riportiamo la storia di m, un ragazzo di origine egiziana detenuto nel CPR di Gradisca, per settimane, nonostante la sua minore età. Una storia che racconta dei cambiamenti in atto nella gestione del confine orientale, della totale assenza di catene di responsabilità, della pressoché totale impunità di cui continua a godere la cooperativa Ekene. […]
Torturare e deportare: dal lager CPR di Gradisca [AGGIORNAMENTI]
Il CPR di Gradisca riprende la sua attività di tortura ormai quasi a pieno regime. Sono tante le testimonianze che riceviamo di nuovi ingressi, conseguenza di retate, trasferimenti dalle carceri, banali controlli, trappole nelle questure (tramite invito per regolarizzazione della posizione sul territorio nazionale). Ma un episodio, su tutti, è stato particolarmente incredibile ed ha […]
Un altro atto storico del movimento di liberazione curdo: il ritiro dei combattenti dalla Turchia
È giunto il momento che il governo turco accolga le richieste del movimento di liberazione curdo e adotti le misure legali e politiche necessarie per rendere questo processo reciproco e bilaterale. A seguito dell’annuncio odierno, il Congresso nazionale del Kurdistan (KNK) accoglie nuovamente con favore i passi coraggiosi e determinati compiuti dal movimento di liberazione curdo verso una pace giusta in Turchia. In risposta all’appello per la pace e una società democratica lanciato il 27 febbraio dal leader del popolo curdo Abdullah Öcalan, la parte curda si è dimostrata determinata ad adottare misure concrete per giungere a una soluzione pacifica della questione curda. A seguito di questo appello, il PKK ha dichiarato un cessate il fuoco unilaterale il 1° marzo e ha successivamente convocato il suo 12° Congresso a maggio, annunciando la decisione del partito di sciogliersi e porre fine alla lotta armata. Per riaffermare le sue decisioni in materia di pace e una società democratica, 30 combattenti per la libertà curdi, guidati dalla co-presidente dell’Unione delle comunità del Kurdistan (KCK) Besê Hozat, hanno bruciato le loro armi in una cerimonia pubblica l’11 luglio. Questa mattina è stato compiuto un altro passo. Nelle montagne del Kurdistan meridionale (regione del Kurdistan iracheno), il movimento di liberazione curdo ha annunciato il ritiro di tutti i combattenti dalla Turchia, in conformità con la decisione del 12° Congresso del PKK, per promuovere il processo di pace e società democratica. L’annuncio è stato fatto da Sabri Ok, membro del Consiglio Esecutivo della KCK, insieme a 25 guerriglieri per la libertà, tra cui Vejîn Dersîm, membro del comando provinciale di di Serhat delle Unità femminili libere (YJA Star), e Devrîm Palu, membro del consiglio di comando delle Forze di difesa del popolo (HPG) giunti dal Bakurê Kurdistan del nord alle Zone di difesa di Medya, nel Kurdistan meridionale. La KCK ha chiesto che insieme al rilascio di Abdullah Öcalan, lo Stato turco adotti immediatamente misure legali e politiche specifiche. È giunto il momento che il governo turco accolga queste richieste e adotti misure concrete per rendere questo processo bilaterale e reciproco. Lo storico processo di transizione può essere organizzato all’interno di un quadro specifico, e richiede che ad Abdullah Öcalan, l’architetto di questo processo, sia consentito di vivere e lavorare liberamente come capo negoziatore per la parte curda. Invitiamo pertanto l’Unione Europea, il Consiglio d’Europa e tutti gli Stati che svolgono un ruolo in Medio Oriente a sollecitare il governo turco a trovare una soluzione politica alla questione curda. Le concessioni della parte curda sono una chiara dimostrazione della sua determinazione, perseveranza e convinzione nel trovare una soluzione pacifica e garantire una vita migliore a tutti i popoli della Turchia e della regione. È necessario riconoscere e apprezzare i passi storici compiuti dalla parte curda. La Commissione Europea, gli Stati membri dell’UE e gli Stati Uniti dovrebbero utilizzare tutti i mezzi a loro disposizione per incoraggiare la Turchia a partecipare onestamente a questo processo e rimuovere immediatamente il PKK dalle loro liste di organizzazioni terroristiche. Consiglio Esecutivo del Congresso Nazionale del Kurdistan 26.10.2025
“Çand”- festival della cultura curda
Arriva “Çand”- festival della cultura curda. Dal 16 al 18 ottobre, al Centro Socio Culturale Ararat (largo Dino Frisullo). Tre giorni di musica, cinema, letteratura, danza, buon cibo e tutta la poesia del crepuscolo nel cuore di Testaccio. Tutti i giorni porte aperte dalle 17.30 con mostre fotografiche, infoshop e cena a cura della comunità curda di Roma. L’iniziativa è promossa e sostenuta dall’Assessorato alla Cultura di Roma in collaborazione con l’Ufficio d’Informazione del Kurdistan in Italia e con il supporto di Zètema Progetto Cultura. #CultureRoma  
“Pioggia di Nuvole”, una raccolta di racconti dal Kurdistan
Lunedì 6 Ottobre arriva in libreria e sugli store online “Pioggia di Nuvole” dell’autrice Denise Bilgin, tradotto da Nayera El Gamal. Pioggia di nuvole è una raccolta di racconti che ci parla di una speranza esplosa in una piccola città della Siria per poi diffondersi nel mondo. È la testimonianza di una solidarietà nata nelle trincee della resistenza di Kobanê, dove un popolo intero, il popolo curdo, è entrato in guerra per difendere il proprio diritto ad esistere. Troviamo i miti e gli eventi che hanno forgiato la sua consapevolezza e identità, ma soprattutto le storie della sua resistenza vittoriosa, durata 134 giorni. Tra queste ci sono quelle di chi ha combattuto al centro di Kobanê, ma anche di chi ha partecipato alla resistenza nel resto del mondo. Tutte sono basate su fatti realmente accaduti. Sono le vicende di chi si è sacrificato per la libertà. Tutti adesso hanno il proprio nome scritto nella Storia. Ma non solo le persone hanno resistito. Anche le terre, gli alberi e le acque sono state vittime e protagonisti di questa battaglia. Il libro è dedicato anche a loro. Con la speranza che brilla nell’oscurità del male, il calore umano nell’ombra della guerra e i personaggi che sfidano il tempo. L’autrice persegue non solo la resistenza, ma anche l’attaccamento alla vita, la ricerca di un significato e l’infinità delle emozioni che scatenano.Denise Bilgin è nata nel 1978 a Dersim. Ha dovuto interrompere gli studi universitari per motivi politici e, dopo un periodo di detenzione in Turchia, è stata costretta a lasciare il Paese. Dal 2005 ha partecipato alla fondazione del mensile femminile Newaya Jin e ha lavorato come giornalista per il quotidiano Yeni Özgür Politika e per Roj TV, emittente che trasmette nei diversi dialetti della lingua curda. Entrambi fanno parte dell’area dei media curdi definita stampa libera. Scrive per diverse riviste e ha pubblicato i libri: La terra dentro di me, La montagna che fa nascere il tempo e Pioggia di nuvole, editi rispettivamente da Meyman, Aram e Bezuvar. Sotto pseudonimo ha inoltre firmato La dea del monte Sosin e La storia del mio cuore, opere che raccontano le vite di due combattenti della resistenza curda entrate a far parte della memoria collettiva. Come lei stessa afferma: “Scrivo per descrivere l’incarnazione di una filosofia, di un modo di vivere, raccontando la vita di chi combatte per la libertà di questo popolo”. Con i suoi libri rimane fedele a questo intento, utilizzando il potere della sua letteratura per custodire nella memoria dell’umanità storie e persone che meritano di essere ricordate. Nayera El Gamal vive tra il Kurdistan e l’Italia. É interprete, mediatrice culturale e traduttrice dal turco e dal curdo kurmanji. Coautrice del libro La montagna sola, gli ezidi e l’autonomia democratica di Şengal (Alegre 2022), pubblicato con lo pseudonimo Rojbîn Berîtan, conduce dal 2014 ricerche sul campo tra Turchia, Siria e Iraq.     PIOGGIA DI NUVOLE Uscita: 6 Ottobre 2025 Editore: Calamaro Edizioni Collana: Kurdistan Prezzo: € 18.00 Isbn: 979-12-81610-18-7
L’Amministrazione autonoma condanna il “barbaro attacco” a Dêr Hafir
L’Amministrazione autonoma democratica della Siria settentrionale e orientale ha descritto il massacro di civili perpetrato dalle forze di Damasco sabato sera come un “attacco barbaro” e ha invitato la comunità internazionale ad assumersi le proprie responsabilità. La sera di sabato 20 settembre, le forze affiliate al governo ad interim di Damasco hanno compiuto un attacco nel villaggio di Um Tine, a Dêr Hafir, uccidendo 7 civili. L’Amministrazione Autonoma della Siria Settentrionale e Orientale ha dichiarato: “Condanniamo fermamente questi attacchi barbarici. Questo assalto è un segno del perdurare di un approccio ostile contro il nostro popolo”. La dichiarazione prosegue: “In questo periodo in cui il nostro Paese sta attraversando un processo delicato, tutti devono impegnarsi in sforzi liberi dalla violenza e dalla negazione per un futuro sicuro. I colpevoli devono essere portati davanti alla giustizia e puniti. Invitiamo inoltre la comunità internazionale ad adempiere alle proprie responsabilità morali e umanitarie nei confronti dei civili”.
Studio legale Asrin: il Parlamento dovrebbe urgentemente porre la risoluzione sul “diritto alla speranza” all’ordine del giorno e approvarla
Nel pronunciarsi sulla decisione del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa, lo studio legale Asrin ha affermato che l’approvazione del “diritto alla speranza” da parte del Parlamento, in linea con la decisione, rappresenterebbe una soluzione ai problemi strutturali. Lo Studio Legale Asrin ha rilasciato una dichiarazione in merito alla decisione del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa sul “diritto alla speranza”. Nella dichiarazione si afferma che nella decisione provvisoria adottata dal Comitato, la data di giugno 2026 è stata indicata facendo riferimento al Processo di pace e di società democratica: Nella risoluzione provvisoria adottata nella riunione del 15-17 settembre, il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa ha fatto riferimento al Processo di pace e di società democratica in Turchia e ha indicato la scadenza del giugno 2026. In primo luogo, riteniamo importante che nella sua decisione il Comitato raccomandi la valutazione delle proposte legislative precedentemente preparate dai partiti politici e presentate alla Grande assemblea nazionale turca (Parlamento turco) come proposta di soluzione. Nel caso del nostro assistito, il signor Öcalan, i 27 anni di reclusione in condizioni di isolamento assoluto e la decisione della CEDU che definisce tale reclusione come “tortura” non è stata rispettata per 12 anni. Considerata la questione, la soluzione più pratica e ragionevole sembra essere quella di affrontare le proposte legislative esistenti al Parlamento turco. È inoltre importante che il Comitato sottolinei che 25 anni rappresentano il periodo massimo per la supervisione dell’esecuzione dell’ergastolo aggravato. Tuttavia, dando alla Turchia una scadenza per giugno 2026, il Comitato ha continuato a fornire basi per la politica turca di proroga della questione, in vigore dal 2014. In questo contesto vorremmo sottolineare che il signor Öcalan nel suo incontro con gli avvocati del 15 settembre, ha indicato il Comitato e ha affermato: “Se sono seri e sinceri, possono svolgere un ruolo per una soluzione, altrimenti preferiranno il metodo dello stallo”. Facendo riferimento al processo in corso in Turchia, che dà a tutti noi speranza, come metodo nella sua decisione provvisoria, il Comitato riconosce che l’approccio della Turchia alla questione è politico piuttosto che giuridico. Purtroppo, non ha mostrato un approccio che corrisponde a questa osservazione. Vorremmo ribadire che il diritto alla speranza è un problema strutturale del diritto turco e coinvolge migliaia di prigionieri. La Commissione ha attribuito importanza alla commissione istituita in seno al Parlamento nell’ambito del “processo di pace e società democratica”. La necessità che la Commissione agisca in modo coerente con la sua importanza, svolga il suo lavoro su questa base e agisca con urgenza è stata confermata dalla decisione della Commissione. Va notato che durante il nostro incontro con il signor Öcalan, egli ha affermato che il processo era giunto alla fase di soluzione giuridica e che era necessaria l’adozione di leggi provvisorie. Parallelamente, è importante notare che durante le riunioni della commissione parlamentare, soprattutto gli accademici hanno affermato che le garanzie giuridiche sono necessarie affinché la pace negativa si trasformi in pace positiva e che solo in questo modo la pace può diventare permanente.  
Tribù arabe nel nord-est della Siria: la lettera di Öcalan è un appello alla pace e alla fratellanza tra i popoli
Le delegazione dell’Iniziativa per la libertà per Abdullah Öcalan e del Consiglio dei leader di opinione hanno consegnato la lettera di Abdullah Öcalan alle tribù arabe, sottolineando che la loro storia e il loro destino comuni sono più forti di qualsiasi provocazione. Abdullah Öcalan, detenuto nel carcere dell’isola di Imralı in Turchia, ha recentemente inviato una lettera agli sceicchi e ai leader tribali delle regioni di Cizre, Deir ez-Zor, Raqqa e Tabqa. Il leader curdo ha sottolineato l’importanza dell’unità curdo-araba e ha sottolineato il ruolo delle tribù nella creazione di una “Siria democratica, unita e giusta”. La delegazione congiunta dell’iniziativa Libertà per Abdullah Öcalan e il Consiglio dei leader d’opinione continuano a consegnare la lettera di Öcalan ai leader e agli sceicchi delle tribù arabe nella Siria settentrionale e orientale. La delegazione ha recentemente visitato le aree rurali di Dêrik, Çilaxa e Girkê Legê. La delegazione comprendeva membri dell’Iniziativa per la libertà e del Consiglio dei leader di opinione, nonché l’opinion leader della tribù Zubeyde, rappresentanti delle tribù Benî Seba e Boasî, Fewaz Ebdulhafiz El Bazo, lo sceicco della tribù Tey, Hesen Ferhan, e personalità di spicco delle tribù Bosheban e Sherabin. I rappresentanti delle tribù hanno accolto con entusiasmo la delegazione e la lettera di Abdullah Öcalan. Le tribù hanno espresso la loro posizione, affermando: “La lettera del Leader è un appello alla pace, alla fratellanza e all’amore tra i popoli”. I rappresentanti della tribù hanno dichiarato: “Il nostro destino è condiviso e inseparabile. La vita condivisa è la via per superare tutte le difficoltà”.   I rappresentanti delle tribù hanno anche richiamato l’attenzione sulla visione di democrazia, libertà e fratellanza di Abdullah Öcalan, chiedendo l’attuazione del contenuto della lettera. Mettendo in guardia contro discordia e provocazioni, le tribù hanno ribadito la loro fedeltà alle Forze democratiche siriane (SDF), che, hanno affermato, sono una forza militare, politica e sociale che difende la popolazione della Siria settentrionale e orientale. La delegazione ha visitato circa 30 tribù nella regione di Cizre. Durante gli incontri, è stato sottolineato che i ponti di convivenza tra le diverse componenti della regione sono stati ulteriormente rafforzati.
Fuori dal CPR solo con la violenza: storie di ordinaria aberrazione [AGGIORNAMENTI]
Dentro le galere amministrative dello Stato le giornate passano uguali una all’altra tra la violenza degli assassini in antisommossa, lo scherno dei lavoranti delle coop gestrici, la complicità attiva di medici e infermieri, l’opportunismo di sciacalli di varia estrazione, il “fare la corda” anche solo per farsi portare la nomina dall’avvocato da firmare, andare in […]