Come continuare nelle lotte senza trovarsi tutt3 in carcere?
Da quando abbiamo pubblicato il libro “Carcere ai Ribell3” lo abbiamo usato come
strumento di dialogo e di confronto sulle dinamiche della repressione e del
carcere. Volevamo contribuire al movimento popolare che si stava attivando per
contrastare il disegno di legge Sicurezza che l’anno scorso di questi tempi era
stato proposto.
ORA CHE IL DISEGNO È DIVENTATO LEGGE (LA 80/25), CON UNA FORZATURA
IMPRESSIONANTE DEL SUO ITER, A COSA SERVE ANCORA PARLARE DI QUESTE STORIE?
La risposta l’abbiamo trovata quasi subito: è necessario continuare a parlarne e
proseguire in un’azione di contrasto a questa legge, sul piano giuridico certo,
ma anche politico e sociale, tenendo alta l’attenzione sulle narrazioni e sulle
intersezioni che finora abbiamo incontrato portando in giro il libro in varie
parti d’Italia.
E con questo intento che abbiamo portato al Festival Alta Felicità la nostra
proposta di presentazione che è stato un nuovo luogo di confronto tra
rappresentanti delle lotte oggi più attive: Bianca di Extinction Rebellion
Torino, Dana Lauriola di Associazione a Resistere, Rosa delle Mamme e Mariapaola
Boselli di Amnesty International – Italia.
Con loro abbiamo affrontato i temi della repressione sempre più pervasiva che
mira a contrastare tutte le lotte attive oggi in Italia, non solo quelle che
utilizzano pratiche più conflittuali ma anche quelle che praticano azioni non
violente e pacifiche.
In ogni caso la portata della repressione si è abbattuta in maniera sempre più
evidente: denunce, processi, fogli di via, multe estremamente costose,
trattenimenti in questura e perquisizioni corporali … il tutto raccolto nelle
famigerate schedature di polizia: le segnalazioni di sicurezza. Tutte procedure
che mirano soprattutto a spaventare e intimidire gli e le attivist3, a impedirne
le attività colpendoli sul piano economico e quello della mobilità personale (i
fogli di via, i procedimenti penali).
VIENE DETTO A PIÙ VOCI
“𝐸’ 𝑛𝑒𝑐𝑒𝑠𝑠𝑎𝑟𝑖𝑜 𝑟𝑖𝑓𝑙𝑒𝑡𝑡𝑒𝑟𝑒 𝑠𝑢𝑔𝑙𝑖 𝑠𝑝𝑎𝑧𝑖 𝑑𝑖
𝑙𝑖𝑏𝑒𝑟𝑡𝑎’
𝑒 𝑑𝑖 𝑑𝑒𝑚𝑜𝑐𝑟𝑎𝑧𝑖𝑎 𝑐ℎ𝑒 𝑣𝑜𝑔𝑙𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑑𝑖𝑓𝑒𝑛𝑑𝑒𝑟𝑒”
Da parte di Amnesty, che ha impegnato tutto l’ufficio italiano per contrastarne
il percorso di attuazione, viene riscontrato che la società civile ha saputo
rispondere efficacemente e attivamente e si è mobilitata in maniera evidente
contro al DDL, poi DL, evidenziandone le criticità anche a livello mediatico e
comunicativo.
La provocazione delle Mamme è:
𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗶𝗻𝘂𝗮𝗿𝗲 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗹𝗼𝘁𝘁𝗲 𝘀𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗽𝗲𝗿Ò
𝘁𝗿𝗼𝘃𝗮𝗿𝘀𝗶 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗲 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗲 𝗶𝗻 𝗰𝗮𝗿𝗰𝗲𝗿𝗲,
𝗼𝗿𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝗹𝗼 𝗮𝗯𝗯𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗹𝗲𝗴𝗴𝗲?
𝗖𝗼𝗺𝗲 𝘀𝗶 𝗽𝗿𝗼𝘀𝗲𝗴𝘂𝗲?
Anche se il tempo a nostra disposizione era ormai scaduto e la risposta doveva
essere concisa, le attiviste presenti hanno fornito una serie di suggestioni e
strategie molto chiare: la resistenza si farà, in maniera collettiva e solidale,
bisognerà essere reattivi e solidali, essere sempre di più (allargare le reti),
dialogare con tutti, agire attraverso l’autoformazione legale, la coscienza dei
propri diritti e la conoscenza della legge, la resistenza legale, le casse di
resistenza, inventare sempre nuove strategie di lotta … Ce n’est qu’un début,
continuons le combat!
Mamme in piazza per la libertà di dissenso