Propaganda nei Campi-Scuola: formazione o indottrinamento?
Qualcuno forse si era illuso che con la chiusura estiva delle scuole la gioiosa
macchina da guerra della propaganda avrebbe rallentato il ritmo incessante delle
proprie azioni all’interno del mondo giovanile e invece arriva puntuale la
smentita: tutto l’armamentario si trasferisce nei campi-scuola, all’interno di
un setting formativo molto più sbilanciato verso l’aspetto ludico. Vediamo così
delle forze dell’ordine impegnate in dimostrazioni di “didattica avventurosa”
che stimola i ragazzi attraverso un approccio tanto paternalistico quanto
superficiale e tendenzioso, ad assumere un atteggiamento benevolo verso le forze
dell’ordine, migliorando la percezione interiore che ne hanno.
Considerate le ultimissime sentenze della Corte d’appello di Roma, sul caso
Stefano Cucchi, in cui, dai vertici apicali fino ai livelli più bassi fin nelle
stazioni territoriali coinvolte, l’Arma ha dovuto rispondere non solo di un
atroce omicidio ma dopo 16 anni anche di gravissimi insabbiamenti delle
indagini, il lavoro di “ricostruzione” in chiave positiva dell’immagine
sembrerebbe a prima vista arduo.
D’altro canto, gli investimenti degli ultimi anni, con le forze dell’ordine
ormai soddisfatte per gli aumenti salariali ricevuti e le dotazioni tecniche ma
soprattutto il riordino dei ruoli al loro interno, consente all’Arma dei
Carabinieri di ripulire anche l’immagine più sporca che si è sempre tentato di
attribuire alle solite “mele marce”. In questo caso abbiamo i Carabinieri alle
prese con la cosiddetta “generazione Alpha”, stranamente in sintonia con
l’altra Alfa, l’ Alfa Romeo “Giulia” la gazzella dei Carabinieri sulla quale
sono stati fatti salire i ragazzini di una scuola di Loreto, nell’ambito di un
campo estivo.
Dopo la visita all’interno di una stazione territoriale dell’Arma, questo
spaccato di vita quotidiana con le stellette, i/le ragazz* si sono divertit* a
bordo di questi bolidi a quattro ruote, come tanti piccoli “alfisti”, ma anche
in sella ad una moto da enduro di ultima generazione. Non poteva mancare un
altro elemento che scatena sempre la fantasie e l’empatia, ovvero i cani della
squadra cinofila, un evergreen che funziona sempre anche con i ragazzini più
“digitali”.
L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università,
stigmatizza in questo caso le scelte “culturali” ma che noi definiremmo molto
più sinceramente propaganda di “educazione militarizzata” dell’assessora del
Comune di Loreto sempre con il lasciapassare della “cultura della legalità”.
Nell’ultimo anno in questa parte delle Marche ben 18 istituti e 1200 ragazz*
hanno subito questa propaganda in divisa, fatta di intrattenimento ludico, di
indottrinamento paternalistico alla cosiddetta “cultura della legalità” (“l’Arma
come baluardo contro il male e i devianti della società”): siamo sicuri che di
fronte ad una tendenza “panpenalistica” della politica, da sinistra come, ancora
di più, da destra, non ci sia bisogno invece di una “cultura dei diritti”?
Con un numero di omicidi in caduta libera da trent’anni (1.916 nel 1991 contro i
341 del 2023 fonte ISTAT p.17) e in generale di tutti i reati ( circa il 50% in
meno negli ultimi 10 anni in furti in casa e d’auto e rapine) si assiste invece
ad un aumento dei reati tipici delle mafie, dalle “eco-mafie” , alle estorsioni,
ai crimini informatici. Quindi non si spara più, la violenza non dilaga per le
strade ma allo stesso tempo aumenta la percezione negativa di una società
insicura: presentarsi nelle scuole con questo carico di “pericoli immaginari”
vuol dire fare esattamente ciò che avviene politicamente a livello mondiale con
la creazione a tavolino di sempre nuovi nemici e “stati canaglia”. Fare lo
stesso anche con i bambini, questo si, che è delinquenziale oltre che
anti-pedagogico!