Arresto Equipaggio Nave Handala: Appello di Academy for equality
Pubblichiamo il comunicato pervenutoci da Anat Matar(foto) docente
dell’Università di Tel Aviv e attivista della “Academy for equality” in seguito
agli arresti dell’equipaggio dell’imbarcazione umanitaria “Handala” (leggi qui)
diretta a Gaza. L’Academy for equality è un’organizzazione israeliana che lavora
per promuovere la democratizzazione, l’uguaglianza e l’accesso all’istruzione
superiore per tutte le comunità che vivono in Israele. L’organizzazione conta
più di 600 membri israeliani, provenienti da università e college sia in Israele
che all’estero, tra cui studenti, ricercatori e docenti. I membri
dell’organizzazione lottano contro la complicità del mondo accademico israeliano
nei territori palestinesi occupati e combattono attivamente i rapporti di lavoro
abusivi, le molestie sessuali e il silenziamento delle voci critiche in Israele
e in tutto il mondo. Ecco le loro parole:
“L’Academy for equality di Israele, che si adopera per promuovere i valori della
sinistra nelle università israeliane, esprime forte dissenso per l’ennesimo
arresto dell’imbarcazione umanitaria “Handala” diretta a Gaza.
Nella sua spietata guerra a Gaza, Israele ha creato intenzionalmente morte,
fame, sete e malattia, bloccando i rifornimenti di cibo, medicine e attrezzature
sanitarie. Gli attivisti e le attiviste della flotta umanitaria portano con loro
una minima parte di questi aiuti, ma principalmente vogliono attirare
l’attenzione della comunità internazionale che non può accontentarsi di condanne
formali.
La repressione della flottiglia è in diretta continuità con la repressione del
popolo palestinese (a Gaza e non solo) e enfatizza proprio quei crimini contro i
quali la flottiglia sta lottando.
Noi chiediamo a Israele di rilasciare immediatamente tutte le attiviste e gli
attivisti e di permettere l’arrivo a Gaza del carico della Nave “Handala”;
chiediamo di aprire immediatamente tutti i posti di blocco per permettere un
afflusso concreto di cibo e medicinali per la popolazione di Gaza che è
affamata, bombardata ed esausta”.
Anat Matar