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Oggi in onda sulle reti RAI e da ieri online sul canale di L’Espresso
In tutti i telegiornali del network nazionale di venerdì 5 settembre 2025  viene trasmesso il videocomunicato che mostra la solidarietà di USIGRai / Unione Sindacale dei Giornalisti RAI con RSF / Reporters Sans Frontières. Nel repertorio di video e nelle pagine online del periodico in stampa dal 1955 è pubblicata una testimonianza di Francesca Albanese. Nel maggio 2022 nominata dall’ONU Relatrice Speciale sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati dal 1967, un incarico triennale recentemente rinnovato confermando l’approvazione al suo operato, in particolare al suo report intitolato Dall’economia dell’occupazione all’economia del genocidio, a margine della confereza stampa convocata dall’Intergruppo parlamentare per la pace tra Palestina e Israele per riferire in merito a L’impatto delle sanzioni USA sulla relatrice ONU, il 4 settembre scorso Fancesca Albanese ha spiegato come viene colpita dai provvedimenti dell’amministrazione Trump e dall’inazione del governo Meloni e perché le vessazioni da lei subite in prima persona stiano sgretolando le basi su cui si fondando lo stato di diritto e che tutelano i diritti di tutti i cittadini italiani. Questa testimonianza di Francesca Albanese è riferita anche nella pagina di L’ESPRESSO online da ieri, 4 settembre, e nella cui trascrizione spicca un’osservazione: «Giorgia Meloni dice che verranno date tutte le garanzie di sicurezza agli attivisti e ai politici della Global Sumud Flotilla in rotta per Gaza. E che vuol dire? I giornalisti hanno chiesto cosa vuol dire in pratica? Io se fossi giornalista l’avrei chiesto. Cosa vuol dire in pratica? La prima protezione che un governo dovrebbe dare è di inviare navi per rompere l’assedio. È un obbligo legale per prevenire il genocidio». Oggi, venerdì 5 settembre, su tutti i tre canali RAI mentre vanno in onda i telegiornali il flusso continuo delle immagini si interrompe e per 45 secondi nello schermo annerito compare il testo, anche letto, che dice: > L’Usigrai, sindacato delle giornaliste e dei giornalisti della Rai, è con > Reporters Sans Frontières nel denunciare la sistematica uccisione di > giornaliste e giornalisti palestinesi a Gaza. > > Al ritmo con cui vengono colpiti presto non ci sarà più nessuno a informare su > quanto succede ai Palestinesi ancora nella Striscia. > > Il goversno israeliano non fa entrare a Gaza nemmeno i giornalisti > internazionali e in questo vuoto informativo non sappiamo nulla nemmeno sulle > condizioni degli ostaggi israeliani in mano ad Hamas. > > Il nero e il buio di questo comunicato sono quello che resta quando si > impedisce a chi fa informazione di fare il proprio lavoro al servizio dei > cittadini. “Stop al massacro di civili e giornalisti a Gaza, necessità di garantire l’accesso ai media internazionali per testimoniare ciò che sta avvenendo in Palestina” è aggiunto nel post divulgato sui social media insieme a FNSI / Federazione Nazionale Stampa Italiana, EFJ  / European Federation of Journalists e IFJ / International Federation of Journalists dall’associazione sindacale che aggrega i giornalisti della rete televisiva nazionale italiana. Inoltre, nel proprio sito USIG Rai spiega: > Agosto è per definizione il mese delle ferie. > > Ma alcuni temi sulla Rai sono “in vacanza” da tanto, troppo tempo. > > È ora che le ferie finiscano, in tutti i sensi. > > L’Usigrai auspica che cessi il Silenzio assordante, e prolungato ben oltre la > classica pausa estiva, che da più parti circonda la Rai e ne rende incerto e > preoccupante il futuro. > > Il Silenzio della commissione di Vigilanza, paralizzata da più di un anno e > incapace di svolgere il ruolo affidatole dal Parlamento, con una  Rai lasciata > senza controllo, senza indirizzo e senza Presidente. > > Il Silenzio della politica, che dopo aver lanciato il sasso nello stagno con > diverse proposte di riforma per la nomina dei vertici, non trova il coraggio > di affrontare il vero tema della questione: sottrarre l’azienda del Servizio > Pubblico all’influenza dei partiti, di tutti i partiti, e consentirle di > adempiere agli obblighi imposti dall’European Media Freedom Act. > > Va invece in direzione opposta la proposta di riforma della Rai dell’attuale > maggioranza di Governo, che punta a legare il destino dell’azienda alla > maggioranza semplice del Parlamento, vincolando ancor di più la Rai ai partiti > al governo e svilendo – tra gli altri – il ruolo delle opposizioni, delle > regioni. > > Il Silenzio della stessa azienda che deve far chiarezza sul destino del Piano > delle News:  un progetto che sembra sempre più una nave alla deriva, persa nel > porto delle nebbie, senza alcun approdo certo e al momento anche senza guida, > senza una nuova Direzione per l’Offerta Informativa. > > Sono i silenzi a pesare più delle parole. > > Lo ribadiamo e lo ribadiremo sempre, come giornalisti che hanno a cuore > l’autonomia e la credibilità della Rai Servizio Pubblico e il futuro di chi ci > lavora. > > Ferie finite, si rompa il silenzio sulla Rai / USIGRAI – 28 AGOSTO 2025 Maddalena Brunasti
I reporter italiani raccolgono fondi per i colleghi palestinesi: “Alziamo la voce per Gaza”
L’INIZIATIVA È STATA LANCIATA DA OPERATORI E OPERATRICI DELL’INFORMAZIONE, RETE #NOBAVAGLIO E USIGRAI. ‘Alziamo la Voce per Gaza’ è il titolo della campagna di raccolta fondi lanciata da operatori e operatrici dell’informazione, Rete #NoBavaglio e Usigrai, per aiutare i reporter palestinesi di Gaza. Come scrivono i promotori in una nota, sono oltre 200 i giornalisti palestinesi uccisi dall’esercito israeliano in 22 mesi. Sulla Striscia, avvertono ancora, pesa anche il divieto di accesso ai media internazionali, mentre i colleghi palestinesi sono ormai allo stremo. Nonostante ciò, continuano a fornire immagini e notizie, mettendo a rischio la vita e la famiglia: tutto ciò impone l’urgenza di aiuti concreti. Da mesi centinaia di giornalisti e operatori dell’informazione si sono mobilitati, in linea con le dichiarazioni del sindacato unitario Fnsi e dell’Ordine dei giornalisti (Odg), con assemblee di redazione, comunicati dei comitati di redazione (Cdr), appelli pubblici e flash mob, per denunciare l’inaccettabile aggressione in corso a Gaza, il baratro umanitario e il black out informativo imposto dal governo israeliano. Un moto di solidarietà che vuole farsi anche concreto, come chiesto da molti colleghi e cdr. Per non lasciare da soli i reporter di Gaza e le loro famiglie, con la campagna ‘Alziamo la voce per Gaza’ sarà avviata una raccolta fondi: giornaliste/i e operatori dell’informazione potranno devolvere volontariamente parte del compenso su un conto corrente dedicato. Le somme raccolte saranno devolute al Sindacato dei Giornalisti Palestinesi, con sede a Ramallah, e utilizzati per rispondere alle diverse esigenze dei colleghi di Gaza, con rendicontazione. Per donare, è possibile anche scansionare un Qr Code dedicato. L’Ordine dei giornalisti, nel ribadire la sua attenzione al tema, ha dato un fondamentale supporto alla raccolta di fondi mettendo a disposizione il conto corrente dedicato e provvedendo, successivamente, al bonifico sul conto del Sindacato giornalisti palestinesi, membro della Federazione internazionale dei giornalisti (Ifj). Alla campagna di raccolta fondi ‘Alziamo la voce per Gaza’, promossa dal gruppo Operatrici e operatori dell’informazione per Gaza, dalla Rete #NoBavaglio e da Usigrai, hanno aderito Articolo 21, Giulia Giornaliste, Libera Informazione, Carta di Roma, ControCorrente Lazio, Movimento pace e Giustizia in Medio Oriente, InfoFuturo, Pressenza e Gaynet. Link pagina Instagram https://www.instagram.com/alziamo_la_voce_per_gaza?igsh=cTBjdnlrZjhlam5w Link a go fund me www.gofundme.com/f/alziamolavocepergaza Agenzia DIRE