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A fianco delle lavoratrici della Tirso
Siamo appena venuti a conoscenza che la procedura di licenziamento collettivo avviata da Tirso SpA è realtà: l’incontro tra azienda, sindacati e Rsu, svoltosi il 28 agosto, si è chiuso senza accordo. Si è così aperta la strada allo scenario peggiore che manda a casa lavoratrici e lavoratori. Rifondazione comunista, che ha partecipato l’8 agosto u.s., per le strade di Muggia, al corteo a sostegno della Tirso così rispondendo all’appello della CGIL di Trieste, esprime la sua vicinanza a lavoratori e lavoratrici della Tirso in questa fase che rappresenta un’ennesima sconfitta per la vita concreta di decine e decine di persone, innanzitutto, e per Trieste, ulteriormente depauperata. La manifattura sta scomparendo da qui: molte industrie “strategiche” sono in difficoltà o vengono chiuse, delocalizzate, etc. Non può essere questo il futuro della nostra città, del nostro patrimonio industriale e del sapere operaio. Le operaie e gli operai vanno difesi dall’attacco di una classe dirigente impreparata e complice che si accanisce contro il lavoro vivo di centinaia e centinaia di persone, che sono invece da rispettare e da sostenere: dobbiamo impegnarci per un futuro di relazioni industriali in cui chi produce venga rimesso al centro delle pratiche sociali e del pensiero politico-istituzionale; e dobbiamo operare per una rinascita del territorio triestino e di tutto il Friuli-Venezia Giulia che istituzioni, partiti ridicolmente “sovranisti” e imprenditori stanno abbandonando a una drammatica desertificazione. Rifondazione Comunista agisce e spinge ad agire, cercando e creando alleanze, per una radicale inversione di tendenza anche in campo industriale. Rifondazione Comunista - Sinistra Europea
Caccia al migrante: Trieste sprofonda nella non-accoglienza
Rifondazione Comunista (Trieste) denuncia l’ennesimo episodio di caccia all’uomo, sotto forma di caccia alla persona migrante, negli spazi di porto Vecchio. Quanto successo il 21 luglio ripropone il tema dell’accoglienza. Persone migranti, che trovano ripari di fortuna nell’area abbandonata di Porto Vecchio, sono stati individuati dalle unità cinofile della polizia, con il plauso degli assessori alla sicurezza, di città e regione. Per puro accanimento ideologico questi assessori, e le giunte di cui fanno parte, continuano a rispondere al tema strutturale delle migrazioni con la repressione e lodando la ridicola chiusura dello spazio Schengen, che riteniamo atto ingiustificabile e protervo. La caccia all’uomo con i cani è immagine di un recente passato fatto di crimini contro l’umanità. Se oggi viene riproposto a Trieste come sulla frontiera tra Messico e Stati Uniti e in altre frontiere nel mondo intero, è perché il mondo sta praticando gli stessi crimini. Noi ci opponiamo a tutto questo: sostenendo le associazioni che fanno un grande lavoro di accoglienza, e di supplenza, dinanzi all’ignavia delle istituzioni (a cominciare dal sindaco di Trieste); e denunciando la violenza in atto: siamo al terzo sgombero in grande stile nell’area del Porto Vecchio, senza contare le infinite angherie quotidiane. Sosteniamo l’accoglienza, in Piazza Libertà, nei giardini davanti alla stazione dei treni, e ovunque vi siano luoghi di cura e di dialogo! Questo è il nostro invito, insieme a quello di operare politicamente per un cambio di maggioranza che metta fine agli abusi e trovi soluzioni razionali e umane allo scandalo della non-accoglienza. Gianluca Paciucci PRC-Federazione di Trieste Rifondazione Comunista - Sinistra Europea