Israele: giovani-refusenik-bruciano-gli-ordini-di-arruolamento
Riceviamo testo e video dalla associazione ‘Pungolo rosso’
https://pungolorosso.com/2025/07/20/tel-aviv-giovani-refusenik-bruciano-gli-ordini-di-arruolamento-nellesercito-del-genocidio-video/
“Pubblichiamo un breve video di una manifestazione di protesta promossa da
Mesarvot (organizzazione israeliana a supporto degli obiettori di coscienza) che
ha avuto luogo lo scorso martedì 15 luglio a Tel Aviv, al termine della quale
alcuni giovani refusenik hanno bruciato i documenti di coscrizione nell’esercito
israeliano.
Questa iniziativa non ha certo coinvolto enormi masse (siamo nell’ordine di
grandezza delle decine), ma ha comunque il suo valore perché è avvenuta in un
periodo in cui nella società israeliana impazza un’isteria genocidaria nei
confronti del popolo palestinese.
Per quanto storicamente ci siano state periodiche ondate in cui il numero di
aderenti a questa prospettiva è cresciuto (per lo più in coincidenza con i
periodi di maggiore tensione del conflitto israelo-palestinese) salvo poi
rifluire, la renitenza alla leva in Israele rimane ancora, purtroppo, un
fenomeno marginale.
[Tutt’altra cosa è l’esenzione di stato dalla leva per gli ultra-ortodossi.]
Ciò che è di particolare rilievo in questa testimonianza filmata è la natura del
rifiuto espresso dai manifestanti, consapevoli che davanti ad un genocidio il
dovere di ciascun individuo dotato di coscienza umana è quello di resistere e
opporsi materialmente come può.
Una presa di posizione contro la guerra ai palestinesi, questa, ben lontana da
quella delle folle che richiedono a gran voce una tregua che consenta la
liberazione degli ostaggi-prigionieri tutt’ora nelle mani di Hamas, ma non per
questo sono contrarie ai piani colonialisti di Israele in Palestina e, più in
generale, nel Medio Oriente.
La posizione di questi giovani dimostranti, in larga parte adolescenti, è netta:
quello che l’esercito israeliano sta compiendo (del tutto in continuità con
l’azione intrapresa sin dalla fondazione di Israele, ricordano giustamente) è un
genocidio.
E a perpetrarlo è ciascun soldato, a prescindere dal grado del suo inquadramento
nelle fila dell’IDF.
«Che sia al fronte o nelle retrovie, ogni soldato è complice dell’assassinio in
corso», «chiunque indossi un’uniforme è complice dell’omicidio di massa»: questi
alcuni degli slogan scanditi dai manifestanti in corteo, a cui si accompagna, in
uno degli interventi di chiusura la perentoria definizione delle forze armate
israeliane quali «il nemico a cui dobbiamo resistere».
Molti di loro hanno già scontato periodi di carcerazione in quanto renitenti
alla leva (tra quanti rilasciano una dichiarazione nel filmato è presente anche
Itamar Greenberg, della cui diserzione abbiamo già parlato in un post dello
scorso agosto), e ai restanti non sarà certo risparmiata questa esperienza.
Il coraggio mostrato nell’affrontare la situazione sfavorevole e questa
prospettiva li rende degni del nostro rispetto e della nostra ammirazione.
Crescete e moltiplicatevi! “
Antonio Ghibellini