“Ora basta armi nucleari!”, incontro a Venegono Superiore (Va)
Un pomeriggio di memoria, consapevolezza e impegno collettivo contro la minaccia
nucleare. Si è tenuto sabato 19 luglio al Castello dei Missionari Comboniani di
Venegono Superiore l’incontro “Ora basta!” promosso da Abbasso la guerra, Mondo
senza guerre e senza violenza e Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza in
occasione dell’ottantesimo anniversario del test Trinity, la prima esplosione
nucleare della storia. Era il 16 luglio 1945. L’appuntamento ha registrato una
partecipazione significativa di cittadini, attivisti e rappresentanti delle
associazioni, che si sono ritrovati nel parco del castello per ribadire la
volontà di proibire le armi nucleari.
Ha introdotto l’evento Tiziana Volta (MSGV) spiegando i motivi della scelta del
luogo dove si è deciso di svolgere questo significativo appuntamento.
Innanzitutto all’interno del Parco da Castello dal 2017 cresce un Hibakujumoku
di Hiroshima, un Gingko biloba nato da un seme di uno degli alberi sopravvissuti
all’attacco atomico del 6 agosto 1945. Sono ben 170 gli alberi di 30 specie
che sono rigermogliati e che testimoniano la grande speranza di rinascita della
vita, ma che sono anche un monito all’intera umanità e un ricordo della sua
grande capacità distruttiva.
Nel marzo 2024 proprio nel castello si è svolto il coordinamento europeo della
Terza Marcia Mondiale, una tre giorni ricca di testimonianze e confronti, dove
si è ribadita la volontà di creare un mondo senza armi così letali e di
diffondere la nonviolenza attiva come nuova cultura, ma soprattutto come stile
di vita soprattutto negli ambiti educativi e universitari. Nel suo andare la
Marcia Mondiale raccoglie esperienza, cerca di mettere in connessione, di creare
ponti e unioni tra tutti nel rispetto delle diversità. “In Italia durante il
passaggio della delegazione internazionale nel novembre scorso ben 32 tra città
e piccole località sono state coinvolte nel desiderio di unirsi globalmente.
Incontri come questo continuano a rafforzare quello spirito e le azione che si
continuano a intraprendere”, conclude Volta.
La parola è poi passata a Sandro Ciani, sempre di MSGV, che nel suo intervento
ha ribadito l’importanza del Trattato di Proibizioni delle Armi Nucleari (TPAN)
approvato in sede Onu nel luglio 2017 ed entrato in vigore nel gennaio 2021. A
oggi 73 Paesi lo hanno adottato e altri 21 hanno aperto la procedura di
ratifica. Importanti sono stati i tre incontri che si sono svolti dopo la sua
entrata in vigore (Vienna 2023, New York 2024 e 2025), con la presenza di
tantissime realtà della società civile. Purtroppo l’Italia non solo non ha
ancora ratificato il trattato, ma non è mai stata presente come Stato
osservatore.
Elio Pagani, attivista e referente del movimento Abbasso la guerra, ha
ripercorso la storia della corsa agli armamenti nucleari. Negli ultimi anni,
soprattutto dopo l’inizio del conflitto in Ucraina, alcuni Paesi europei si sono
resi disponibili a ospitare nuovi euro-missili e auspicano la produzioni di armi
nucleari nel continente. Secondo il Sipri, nel gennaio 2025 le testate nucleari
nel mondo erano 12.241, il 90% delle quali possedute da Russia e USA.
Pagani ha denunciato il riarmo globale e ha inoltre ricordato le azioni portate
avanti sul territorio, come i presidi a Ghedi e Aviano, la denuncia penale
contro la presenza di armi nucleari in Italia nata dopo lo studio sulla legalità
o meno della presenza di armi nucleari in Italia, commissionato nel 2021 alla
sezione italiana di IALANA. Purtroppo il Tribunale di Roma ha archiviato la
denuncia. Di recente è stata spedita una lettera a tutti i 1.500 Comuni lombardi
proponendo la rimozione delle testate atomiche da Ghedi, quale vera azione
preventiva.
A conclusione ha parlato l’avvocato Ugo Giannangeli, illustrando più in
dettaglio l’approccio della denuncia penale archiviata a Roma e ribadendo
l’intenzione di depositarne altre due nuove presso i tribunali di Brescia (per
Ghedi) e di Pordenone (per Aviano), sempre contestando l’illegalità della
presenza di armi termonucleari.
La giornata si è conclusa con un momento di silenzio sotto il Ginkgo biloba,
simbolo di resilienza e di speranza e con l’impegno condiviso a continuare la
mobilitazione.
Foto di Abbasso la guerra e Gabriella Colli
Tiziana Volta