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SOS MEDITERRANEE determinata a consegnare alla giustizia tutti i responsabili dell’attacco armato alla Ocean Viking
SOS MEDITERRANEE ha annunciato oggi durante una conferenza stampa online di aver presentato una denuncia penale alla Procura italiana – che ha già avviato un’indagine – a seguito dell’attacco armato contro la nave di soccorso Ocean Viking da parte della Guardia Costiera libica il 24 agosto. Si tratta del primo passo di una serie di azioni legali volte a perseguire sia gli autori dell’aggressione sia coloro che l’hanno resa possibile. La denuncia chiede il perseguimento penale per tentato omicidio plurimo, tentato naufragio, danneggiamento di un’imbarcazione, nonché qualsiasi altro reato che l’autorità giudiziaria ritenga applicabile. Dopo un tentato omicidio, l’azione penale è solo il primo passo per assicurare i responsabili alla giustizia. Saranno intraprese azioni legali anche a livello internazionale per affrontare la responsabilità della catena di comando all’interno della Guardia Costiera libica e delle istituzioni e degli Stati che continuano a finanziarla, equipaggiarla e addestrarla. Nuove prove confermano l’aggressione deliberata nonostante la comunicazione continua con le autorità. Nella conferenza stampa odierna, SOS MEDITERRANEE ha anche presentato nuove prove audiovisive a conferma del fatto che l’Ocean Viking è stata oggetto di un attacco armato deliberato, mirato e senza precedenti, che ha messo in pericolo di morte immediato i sopravvissuti, gli operatori umanitari e i marittimi, nonostante la nave rispettasse rigorosamente il diritto marittimo internazionale e fosse in costante coordinamento con le autorità italiane. “Questo attacco deve servire da monito. Gli operatori umanitari e i sopravvissuti non possono essere lasciati senza protezione in mare mentre gli Stati europei continuano a esternalizzare il controllo delle frontiere a un’autorità libica che ha ripetutamente dimostrato il suo disprezzo per il diritto internazionale”, afferma Bianca Benvenuti, responsabile dell’advocacy internazionale e del posizionamento pubblico di SOS MEDITERRANEE. SOS MEDITERRANEE chiede: * Un’indagine indipendente e trasparente sull’attacco e l’assunzione di responsabilità sia da parte dei responsabili che di coloro che li hanno aiutati. * La sospensione di tutto il sostegno dell’UE e dell’Italia – finanziario, materiale e operativo – alla Guardia Costiera libica. * L’abolizione del Memorandum d’intesa Italia-Libiadel 2017 e la cessazione del programma SIBMMIL. * La sospensione e la revisione del riconoscimento della regione di ricerca e soccorso libica da parte dell’Organizzazione marittima internazionale (IMO) attraverso un audit nell’ambito del programma di audit degli Stati membri. * La protezione delle ONG umanitarie di ricerca e soccorso, compresa la fine della criminalizzazione e dell’ostruzionismo amministrativo.  Qui il documento di approfondimento elaborato da SOS MEDITERRANEE con la ricostruzione dei fatti e le richieste dell’associazione alle autorità.   Redazione Italia
“Ora basta armi nucleari!”, incontro a Venegono Superiore (Va)
Un pomeriggio di memoria, consapevolezza e impegno collettivo contro la minaccia nucleare. Si è tenuto sabato 19 luglio al Castello dei Missionari Comboniani di Venegono Superiore l’incontro “Ora basta!” promosso da Abbasso la guerra, Mondo senza guerre e senza violenza e Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza in occasione dell’ottantesimo anniversario del test Trinity, la prima esplosione nucleare della storia. Era il 16 luglio 1945. L’appuntamento ha registrato una partecipazione significativa di cittadini, attivisti e rappresentanti delle associazioni, che si sono ritrovati nel parco del castello per ribadire la volontà di proibire le armi nucleari. Ha introdotto l’evento Tiziana Volta (MSGV) spiegando i motivi della scelta del luogo dove si è deciso di svolgere questo significativo appuntamento.  Innanzitutto all’interno del Parco da Castello dal 2017 cresce un Hibakujumoku di Hiroshima, un Gingko biloba nato da un seme di uno degli alberi sopravvissuti all’attacco atomico del 6 agosto 1945.  Sono ben 170 gli alberi di 30 specie  che sono rigermogliati e che testimoniano la grande speranza di rinascita della vita, ma che sono anche un monito all’intera umanità e un ricordo della sua grande capacità distruttiva. Nel marzo 2024 proprio nel castello si è svolto il coordinamento europeo della Terza Marcia Mondiale, una tre giorni ricca di testimonianze e confronti, dove si è ribadita la volontà di creare un mondo senza armi così letali e di diffondere la nonviolenza attiva come nuova cultura, ma soprattutto come stile di vita soprattutto negli ambiti educativi e universitari. Nel suo andare la Marcia Mondiale raccoglie esperienza, cerca di mettere in connessione, di creare ponti e unioni tra tutti nel rispetto delle diversità. “In Italia durante il passaggio della delegazione internazionale nel novembre scorso ben 32 tra città e piccole località sono state coinvolte nel desiderio di unirsi globalmente.  Incontri come questo continuano a rafforzare quello spirito e le azione che si continuano a intraprendere”, conclude Volta. La parola è poi passata a Sandro Ciani, sempre di MSGV, che nel suo intervento ha ribadito l’importanza del Trattato di Proibizioni delle Armi Nucleari (TPAN) approvato in sede Onu nel luglio 2017 ed entrato in vigore nel gennaio 2021. A oggi 73 Paesi lo hanno adottato e altri 21 hanno aperto la procedura di ratifica. Importanti sono stati i tre incontri che si sono svolti dopo la sua entrata in vigore (Vienna 2023, New York 2024 e 2025), con la presenza di tantissime  realtà della società civile. Purtroppo l’Italia non solo non ha ancora ratificato il trattato, ma non è mai stata presente come Stato osservatore. Elio Pagani, attivista e referente del movimento Abbasso la guerra, ha ripercorso la storia della corsa agli armamenti nucleari. Negli ultimi anni, soprattutto dopo l’inizio del conflitto in Ucraina, alcuni Paesi europei si sono resi disponibili a ospitare nuovi euro-missili e auspicano la produzioni di armi nucleari nel continente. Secondo il Sipri, nel gennaio 2025 le testate nucleari nel mondo erano 12.241, il 90% delle quali possedute da Russia e USA. Pagani ha denunciato il riarmo globale e ha inoltre ricordato le azioni portate avanti sul territorio, come i presidi a Ghedi e Aviano, la denuncia penale contro la presenza di armi nucleari in Italia nata dopo lo studio sulla legalità o meno della presenza di armi nucleari in Italia, commissionato nel 2021 alla sezione italiana di IALANA. Purtroppo il Tribunale di Roma ha archiviato la denuncia. Di recente è stata spedita una lettera a tutti i 1.500 Comuni lombardi proponendo la rimozione delle testate atomiche da Ghedi, quale vera azione preventiva. A conclusione ha parlato l’avvocato Ugo Giannangeli, illustrando più in dettaglio l’approccio della denuncia penale archiviata a Roma e ribadendo l’intenzione di depositarne altre due nuove presso i tribunali di Brescia (per Ghedi) e di Pordenone (per Aviano), sempre contestando l’illegalità della presenza di armi termonucleari. La giornata si è conclusa con un momento di silenzio sotto il Ginkgo biloba, simbolo di resilienza e di speranza e con l’impegno condiviso a continuare la mobilitazione. Foto di Abbasso la guerra e Gabriella Colli Tiziana Volta