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Lago d’Idro: quando la politica ascolta, la democrazia respira
Riportiamo l’articolo scritto da Alex Marini, ex- Consigliere della Provincia autonoma di Trento (Leg XVI) dal 21 novembre 2018 (Consiliatura XVI) all’ottobre 2023, sull’approvazione unanime della relazione della Terza Commissione del Consiglio provinciale di Trento in cui si parla delle problematiche ecologiche legate al Fiume Chiese. La trattazione della petizione per la difesa del lago d’Idro e lo stop alle nuove opere di presa per lo sfruttamento selvaggio delle acque — avviata con la poderosa raccolta firme durante la manifestazione del 28 settembre 2024 e con la consegna del testo il 9 ottobre 2024 al presidente del Consiglio Claudio Soini — si è conclusa il 20 novembre 2025 con l’approvazione unanime della relazione della Terza Commissione del Consiglio provinciale di Trento. È un risultato importante, frutto di un lavoro paziente, rigoroso e condiviso da tutti i componenti della Commissione: Vanessa Masè (Presidente), Lucia Coppola (Vicepresidente), Daniele Biada, Antonella Brunet, Michela Calzà, Roberto Paccher e Roberto Stanchina. La relazione ufficiale sulla petizione 4/XVII — approvata e pubblicata ai sensi dell’art. 147 del regolamento interno sul sito istituzionale del Consiglio provinciale — rappresenta un nuovo tassello nella lunga battaglia per la tutela del lago d’Idro (documento integrale a piè di pagina). Tra gli elementi più rilevanti: * Riconoscimento della fragilità ecologica del biotopo di Baitoni, chiaramente minacciato dalle nuove opere di presa. * Evidenziazione dei rischi per l’intero ecosistema lacustre derivanti da manovre idrauliche invasive e da un modello di gestione centrato sullo “sfruttamento” più che sulla tutela. * Richiamo alla normativa europea e alla necessità di rispettare il principio di precauzione, in particolare in relazione allo stato ecologico del Chiese. * Necessità di una governance interregionale: il lago e il fiume non possono essere gestiti come dominio esclusivo di una sola amministrazione. * Importanza degli insediamenti turistici e del paesaggio, riconosciuti come elementi essenziali per lo sviluppo socioeconomico delle comunità rivierasche. * Esigenza di valutare alternative meno impattanti rispetto ai sistemi di impiego delle acque attualmente utilizzati, assumendo come priorità la salvaguardia ambientale. * Richiamo al diritto all’informazione ambientale e alla partecipazione pubblica nel processo di ridefinizione delle nuove regole di gestione delle risorse idriche del Chiese garantendo ai cittadini il diritto di essere informati e di incidere sulle scelte che riguardano l’ambiente in cui vivono. Un documento equilibrato, che non dice tutto ciò che vorremmo, ma dice finalmente ciò che era doveroso dire. Un percorso che ha trasformato la politica È giusto riconoscerlo: la presidente di commissione Vanessa Masè ha garantito l’adozione di un metodo inclusivo, confrontandosi costantemente con i promotori, programmando un ciclo articolato di audizioni e accogliendo la nostra proposta di effettuare un sopralluogo sul lago d’Idro. I consiglieri, dal canto loro, hanno saputo evitare personalismi e iniziative isolate prediligendo un’azione collegiale ed armonica. Il sopralluogo del 23 settembre— insieme alle testimonianze ascoltate il 25 febbraio, 22 maggio, 17 giugno e 25 giugno — ha inciso profondamente sulla sensibilità dei commissari, come loro stessi hanno ammesso nella seduta odierna del Consiglio. Oggi si è svolta infatti la discussione sulla mozione interlocutoria a firma della consigliera Calzà, emendata su indicazione dell’assessore Gottardi, che impegna la Giunta a lavorare alla definizione di un nuovo accordo inter-istituzionale sulla regolazione dei livelli del lago. Unica assente, giustificata, la consigliera Lucia Coppola, che vogliamo ringraziare pubblicamente per l’appoggio genuino e lo spirito collaborativo che non ha mai fatto mancare Inoltre, oggi è stato depositato l’atto di indirizzo collegiale predisposto su iniziativa della presidente di commissione Masè e condiviso da tutti i componenti come completamento virtuoso dell’iter della petizione. Si tratta della proposta di voto 7/XVII “Tutelare la conservazione della riserva naturale provinciale lago d’Idro”. L’atto verrà discusso nelle prossime sedute ed ha l’obiettivo concreto di offrire un sostegno istituzionale alle ragioni della difesa dell’ecosistema del fiume Chiese e del lago d’Idro, inviando una sollecitazione formale a Governo e Parlamento. L’atto chiede agli organi dello Stato di garantire la piena tutela della riserva naturale provinciale Lago d’Idro, inserita nella rete Natura 2000, applicando rigorosamente la normativa europea, le prescrizioni della VIA e monitorando con attenzione il rifacimento delle opere di regolazione. Il Governo viene inoltre sollecitato a intervenire — anche rivedendo il regolamento del 2002 in accordo con la Regione Lombardia — qualora dagli studi e dal monitoraggio emergessero rischi per l’ecosistema e per il biotopo di Baitoni. Il Consiglio invita poi la Regione Lombardia a ricercare, insieme alla Provincia autonoma di Trento, una modifica della regolamentazione dei livelli del lago che sappia contemperare tutti gli interessi coinvolti, prevedendo anche forme di indennizzo come stabilito dal PGUAP. Infine, l’atto impegna a garantire la corretta informazione alla popolazione e il confronto con le comunità locali, affinché la gestione idrica del Chiese sia fondata su trasparenza, partecipazione e leale collaborazione tra istituzioni. Da parte nostra, come promotori della petizione e come comunità civica, non siamo mai mancati: eravamo presenti a ogni incontro svolto dalla commissione, la forza pacifica ma determinata di chi difende un bene comune. Questo impegno collettivo, unito alla disponibilità dei consiglieri ad ascoltare, ha reso possibile ciò che troppo spesso sembra impossibile: una politica che dialoga con i cittadini e si lascia trasformare. Il Consiglio provinciale di Trento ha dimostrato che si può lavorare con metodo, apertura e responsabilità. Il Consiglio regionale lombardo — pur avendo avviato la trattazione della petizione— non ha avuto il coraggio di fare altrettanto, né di trasformare l’ascolto in azione politica. Un ringraziamento particolare va anche alle funzionarie e ai funzionari del Consiglio provinciale, che con competenza, puntualità e grande professionalità hanno garantito il corretto svolgimento dei lavori della Commissione e la redazione di resoconti completi e accurati. È un lavoro spesso invisibile, ma assolutamente cruciale: senza il loro supporto costante, un percorso così complesso e articolato non avrebbe potuto procedere con la stessa chiarezza e rigorosità. Speriamo che quanto accaduto a Trento possa diventare un esempio. Perché il lago d’Idro non è solo un luogo. È un ecosistema fragile, un patrimonio comune e un banco di prova della capacità delle istituzioni di prendersi cura del futuro. Con l’approvazione della relazione e la predisposizione dell’atto da indirizzare a Governo e Parlamento un passo decisivo è stato fatto. Ora — insieme alle cittadine, ai cittadini e a tutte le realtà della Federazione del Chiese — continueremo a vigilare e a costruire. Il lago non si difende da solo. Ma quando la politica sceglie di ascoltare, la democrazia respira. * * * Seguono i documenti integrali della relazione conclusiva sulla petizione e la proposta di voto che sarà esaminata dal Consiglio provinciale nelle prossime sedute: 20251120_relazione petizione lago d IdroDownload 20251126_proposta di voto su lago dIdro EridioDownload Redazione Sebino Franciacorta
Manifestazione 20 luglio ad Idro, Gianluca Bordiga: “Il Lago d’Idro non è un serbatoio d’acqua per l’agrobusiness!”
Domenica 20 luglio 2025 alle ore 18:00 a Idro, sul Lago d’Idro, nel piazzale principale della Pieve Vecchia (Chiesa di Santa Maria ad Undas), via Trento, strada principale verso il Trentino – indetta dall’Associazione Amici della Terra Lago d’Idro Valle Sabbia, con la partecipazione di tutta la Federazione del Fiume Chiese ed il Comune di Idro – avrà luogo la grande Manifestazione a Difesa della Naturalità del Lago d’Idro, nonché dell’ambiente dell’intero corpo idrico del Fiume Chiese, di cui il lago ne è un meraviglioso rilassamento morfologico. Con un importante coinvolgimento degli operatori turistici, si attende una grandissima partecipazione da parte di attivisti provenienti dal Trentino, dalla Val di Edro, dalla Val Trompia, da Desenzano, dalla pianura bresciana alle aree mantovane, da Bagolino a Calvisano passando per Montichiari, Acquanegra e Remedello. Per capire i temi che le associazioni ambientaliste porteranno alla manifestazione, abbiamo intervistato Gianluca Bordiga, membro dell’Associazione Amici della Terra e portavoce della Federazione del Fiume Chiese, coordinamento di associazioni e comitati ambientalisti in difesa dell’omonimo fiume.   Come nasce la vostra lotta in difesa del Lago d’Idro? Il Lago d’Idro è un bacino lacustre di origine glaciale situato tra la Lombardia e il Trentino-Alto Adige, è un ecosistema fragile e un importante nodo ecologico all’interno della Rete Natura 2000. Il Lago d’Idro è un rilassamento morfologico del fiume Chiese, è parte di un bacino idrografico complesso e transregionale, cinque macroaree diverse tra esse, 31 Comuni su due Regioni e tre Province. Dal 2007, dopo brutti decenni di gestione predatoria dei livelli – originata da un Regio Decreto del 25.10.1917 per scopi meramente produttivi – è stata introdotta mediante un accordo prefettizio una regola di gestione più equilibrata, simile al naturale, limitando l’escursione del lago a 1,3 metri verticali, determinando una evidente rigenerazione ecologica che ha fermato l’erosione delle rive e favorito la ripresa della vitalità della fauna ittica, quindi anche del fenomeno turistico. Però, il 5 agosto 2008 Regione Lombardia ingannò i sindaci di Idro, Anfo e Bagolino dicendo che sarebbe stato necessario intervenire con l’avvio di un progetto infrastrutturale volto a reintrodurre escursioni verticali innaturali fino a 3,5 metri per prevenire la paleofrana. Il fenomeno, denominato paleofrana, in corrispondenza della diga di ritenuta a paratoie mobili, era noto da molto tempo ma è stato trascurato fino all’epoca in cui è scaduta la concessione della gestione delle acque (durata 70 anni) da parte della SLI – ovvero dal 1987 – e sono cominciate le trattative sulle possibili quantità d’acqua prelevabili dal lago. Subito, noi del coordinamento “Salviamo il Lago d’Idro” invitammo i sindaci a non firmare per quel progetto, ma loro firmarono. Quella firma diede inizio a 21 anni di battaglie in difesa del nostro lago da progetti invadenti ed esclusivamente finalizzati a scopi speculativi da parte dell’agrobusiness. Cosa sta succedendo ora? E’ successo che dopo anni nell’ombra, questo progetto non è finito nel dimenticatoio ma è stato modificato e in senso peggiorativo. A settembre 2025, il Commissario Nazionale per l’Emergenza Idrica – a cui hanno affidato il progetto con l’obiettivo “risparmia-acque” – ha voluto far partire il bando per nuove opere infrastrutturali. Il progetto ora prevede la costruzione di nuove opere di regolazione del Lago d’Idro per permettere una gestione più aggressiva delle acque, ossequiando le richieste irrigue intensive e a scorrimento della pianura medio alta orientale lombarda. Questo porterebbe ad un abbassamento del lago fino a 3,3 metri. Si tratta di progetti che favorirebbero l’irrigazione selvaggia su modello delle opere per la captazione artificiale delle acque del lago d’Idro formulata nel 1855, ovvero lo “scorrimento”. Quest’opera inciderebbe sul lago ed il fiume Chiese, prevedendo anche una Savanella all’incile del lago e infrastrutture invasive finalizzate a eludere la normativa sul deflusso ecologico, per sfruttare in maniera abnorme queste acque. Il progetto, modificato rispetto alla versione VIA 2013, è privo di nuova valutazione di impatto ambientale, come invece richiesto per variazioni progettuali rilevanti. Tutto ciò è assurdo se pensiamo che dal 2007 – con la fine delle folli gestioni – è andato incontro ad un’autorigenerazione ecologica importante dal punto di vista della flora e della fauna ittica. Quale impatto avrebbe questo progetto su zone particolarmente tutelate? Sulla sponda nord c’è la Zona Speciale di Conservazione (ZSC/ZPS) IT3120155 “Biotopo di Baitoni – Lago d’Idro”, interamente trentina. Si tratta di un habitat di interesse comunitario che funge da corridoio ecologico per specie di avifauna, anfibi e pesci. Il “Biotopo di Baitoni” è soggetto a tutela provinciale ed è classificato come “zona umida di pregio”. Le escursioni forzate dei livelli, previste dal progetto, impatterebbero in modo permanente sull’habitat, sui popolamenti bentonici e sulla vegetazione riparia. Il rischio è la perdita della qualifica di ZSC/ZPS a causa dell’interruzione delle funzioni ecologiche dell’area. Sono state riscontrate violazioni procedurali e partecipative su questo progetto? Il progetto era stato sottoposto a Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) nel 2013 e successivamente prorogato due volte (2019 e 2023), nonostante cambiamenti significativi nel contesto ambientale e progettuale, con un costo raddoppiato da 48 a 97 milioni di euro. Le proroghe, come evidenziato in diverse interrogazioni parlamentari e petizioni ai Consigli della Regione Lombardia (INP/4/XII) e della Provincia autonoma di Trento (4/XVII), sono avvenute in assenza di adeguata informazione e consultazione dei cittadini e degli enti locali, in violazione della Convenzione di Aarhus e delle direttive europee 2011/92/UE (VIA) e 2000/60/CE (acque). Le proroghe della VIA a questo progetto sono avvenute con la mancata attivazione dell’accordo operativo della convenzione tra Agenzia Interregionale Del Fiume Po (AIPo), Regione Lombardia e Comunità Montana. Sarebbe dovuta essere proprio Comunità Montana a coordinare il coinvolgimento dei soggetti locali. Queste proroghe sono avvenute senza informazione ambientale adeguata né ai cittadini né agli enti locali territorialmente coinvolti; e senza una nuova consultazione pubblica, nonostante modifiche sostanziali al progetto e mutamenti ambientali. Inoltre, l’erogazione di fondi europei FESR ai Comuni (programmazione 2007-2013) è stata subordinata a un Accordo di Programma che, come condizione, imponeva la rinuncia preventiva degli enti beneficiari ad avviare qualsiasi azione amministrativa o giudiziaria per la tutela dello stesso lago d’Idro, nel contesto del progetto delle nuove opere di gestione del lago. Tale clausola condiziona il libero esercizio delle funzioni pubbliche di controllo e tutela ambientale, viola il principio di leale cooperazione istituzionale e pone seri dubbi di compatibilità con il diritto dell’Unione, con i principi di partecipazione effettiva e indipendenza amministrativa sanciti dalla Convenzione di Aarhus, dalla direttiva 2011/92/UE e dal Regolamento FESR 2021/1058. Tutto ciò rischia di introdurre distorsione nell’accesso ai fondi europei, subordinando l’ottenimento con la rinuncia ad agire nell’interesse pubblico e ambientale, configurando un conflitto con i principi generali del diritto ambientale europeo e con i criteri di ammissibilità e condizionalità ex ante previsti dai regolamenti UE. Chi spinge per questo progetto altamente invasivo? La politica regionale della Lombardia è soggiogata e condizionata da un comparto agricolo che irriga 45mila ettari di 40 comuni della pianura medio-alta orientale lombarda con le acque del corpo idrico del fiume Chiese tramite un sistema obsoleto. Con queste opere il comparto agricolo vuole arrivare a poter derivare, cioè togliere quando vuole d’estate tutta l’acqua che gli serve. Noi lo diciamo da molto tempo che tra i nemici giurati degli ecosistemi del Lago d’Idro e del Fiume Chiese c’è Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti, che nel 2018 ha dichiarato: “Il Lago d’Idro è stato concepito per l’agricoltura”. Dichiarazioni assurde se pensiamo che il Lago d’Idro è un bacino di origine glaciale. Questi si credono onnipotenti a tal punto da poter modificare un ambiente naturale per i loro profitti, fatti su un disastro ecologico ed un modello di sviluppo assurdo. La crisi climatica ha reso ancor più evidente quanto sia irresponsabile considerare il lago d’Idro come una semplice riserva idrica da sfruttare in modo innaturale e megalomane, mentre è un ecosistema fragile da proteggere. Secondo l’ultimo rapporto OCSE, luglio 2025, il 40% delle terre emerse è già esposto a rischio siccità e l’agricoltura – che consuma circa il 70% dell’acqua dolce disponibile – è chiamata a trasformarsi radicalmente per garantire resilienza climatica e sostenibilità. Quali sarebbero gli obiettivi da perseguire per il Lago d’Idro? Tra le priorità urgenti figurerebbero la riconversione dei sistemi irrigui verso l’irrigazione a goccia con un potenziale risparmio fino al 76%; la riforma della tariffazione dell’acqua per promuoverne un uso efficiente e responsabile; investimenti in pratiche agricole e piani territoriali basati sulla Natura e i suoi cicli naturali. Invece di seguire queste indicazioni, sembra che le istituzioni vogliano mettere fondi pubblici per aumentare i prelievi dal lago, senza affrontare le reali inefficienze del sistema irriguo della pianura, noto per dispersioni e sprechi. Questa scelta istituzionale non solo è miope, rischia di aggravare la condizione ecologica del lago e del fiume Chiese, in contrasto con gli obiettivi europei. La vera “messa in sicurezza” è quella che protegge il lago, le comunità locali e il clima; e non quella che impone prelievi coatti per alimentare un sistema irrigatorio inefficiente ed insostenibile già nel medio termine. Cosa si sente di dire in vista della vostra manifestazione? Riproporre progetti del genere significa andare incontro ad un rischio di deterioramento degli ecosistemi che è stato riconosciuto anche da due risposte della Commissione Europea (E-003863/2022 e E-002855/2024) a interrogazioni parlamentari che richiamano il principio di prevenire il deterioramento degli ecosistemi acquatici e degli ecosistemi terrestri dipendenti e l’obbligo di informazione ambientale e di partecipazione del pubblico. Chi ama la Natura, l’ambiente, la giustizia sociale e crede che l’interesse industriale non debba assolutamente andare a discapito degli ecosistemi, venga alla manifestazione. Dobbiamo impedire questo progetto nel solco della civiltà. Fate forza a questa manifestazione con la vostro solidarietà.   Per ulteriori info: https://youtube.com/live/7bPFQ39onJo?feature=share https://www.youtube.com/live/sAgX8phi1_g?si=jrNuQfwtuaH6G79i https://www.rainews.it/tgr/lombardia/video/2025/07/lago-didro-la-protesta-contro-il-nuovo-sbarramento-delle-acque-2aec9cb8-49ab-4efb-8d7c-bbab1412b51c.html?wt_mc=2.www.wzp.rainews http://www.salviamoillagodidro.it/ https://www.radiondadurto.org/2025/04/09/lago-didro-non-diventi-serbatoio-al-servizio-di-unagricoltura-che-spreca-lacqua/ Redazione Sebino Franciacorta