Fotovoltaico a Forlì: il TAAF difende i Terreni Agricoli
Al Ronco, una frazione di Forlì, è in corso un acceso dibattito
sull’installazione di un maxi-impianto fotovoltaico a terra. Si parla di
ricoprire una superfice di quattordici ettari, corrispondenti a circa 20 campi
da calcio, nei pressi dell’aeroporto.
Anche se la trasformazione verso le fonti energetiche rinnovabili è un dato
imprescindibile per la lotta ai cambiamenti climatici, il Tavolo delle
Associazioni Ambientaliste di Forlì (TAAF) vuole evidenziare che l’installazione
di un complesso così grande a terra su terreni agricoli esula dai sani principi
di transizione ecologica che si vogliono attuare: i terreni coinvolti sono
risorse preziose destinate alla coltivazione di ortaggi e frutteti, elementi
chiave per l’economia locale, per la salvaguardia della biodiversità e del
paesaggio.
Ricoprire in questo modo i suoli significa sottrarre spazio per un equilibrio
ecosistemico togliendo habitat a numerose specie di piante, insetti e uccelli e
a impedire la produzione di prodotti genuini a chilometro zero per la comunità.
Il TAAF insiste quindi sulla necessità di valutare con attenzione ogni progetto
di fotovoltaico a terra, rispettando i principi della minimizzazione degli
impatti sull’ambiente, sul territorio, sul patrimonio culturale e sul paesaggio,
privilegiando impianti che sfruttino superfici già compromesse o marginali
(discariche o zone limitrofe alle autostrade), le cave dismesse, oppure
coperture dei capannoni industriali o commerciali, i tetti delle scuole, dei
parcheggi, degli ospedali e delle case, piuttosto che terreni fertili destinati
da generazioni all’agricoltura.
La sfida è quella di conciliare la produzione di energia pulita con la tutela
del suolo e della biodiversità, evitando che la transizione energetica diventi
causa involontaria di degrado ambientale e di speculazione.
L’impianto fotovoltaico a terra sarebbe vietato dal D.L. 63/2024. Tale decreto
purtroppo presenta delle deroghe sottraendo dal divieto le aree classificate
agricole, racchiuse in un perimetro i cui punti distino non più di 500 metri da
zone a destinazione industriale, artigianale e commerciale, come accade, così
sembra, nella zona del progetto.
Il TAAF, nonostante le deroghe del decreto, suggerisce al Comune, che comunque
deve rilasciare permessi, in modo particolare per un impianto di ben 14 ettari,
di intervenire per dettare regole per una gestione più sostenibile del proprio
territorio e chiedere ai proprietari di ridurre notevolmente la parte del
fotovoltaico a terra, lasciandolo all’agricoltura, e di trasformare l’altra
parte in Agrivoltaico, sicuramente più sostenibile.
Ci chiediamo, inoltre, se la Comunità limitrofa, “offesa” dal probabile maxi
impianto avrà un beneficio di risparmio energetico come compensazione del danno
provocato.
In ogni modo la discussione al Ronco assume un grande valore simbolico, per
l’amministrazione comunale e per le altre realtà forlivesi, chiamate a fare
scelte consapevoli e bilanciate tra sviluppo sostenibile e salvaguardia del
patrimonio agricolo e naturale.
WWF Forlì-Cesena
Redazione Romagna