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Pedemontana: un’opera fuori tempo, fuori logica, fuori scala
Sabato 4 ottobre, 2.000 tra cittadini, professionisti, docenti, studenti, giovani e imprenditori si sono ritrovati a Monza per chiedere di fermare Pedemontana. Non un corteo qualunque, ma una manifestazione di competenze e coscienza civile, con il sostegno ufficiale di 17 amministrazioni comunali — da Vimercate ad Agrate, da Lesmo a Usmate, da Bernareggio a Busnago — che hanno deciso di stare dalla parte della realtà, non dell’asfalto. L’Autostrada Pedemontana Lombarda rappresenta un modello infrastrutturale superato, eredità di un modello anni Ottanta italiano, un tempo in cui l’aumento del traffico era letto come segnale di progresso e l’espansione del cemento come misura di sviluppo. Oggi quell’impianto è tecnicamente ed economicamente insostenibile: un’infrastruttura da oltre 5 miliardi di euro, con costi operativi di 52 milioni di euro al km ogni anno. Di fatto Pedemontanana significa miliardi di euro sottratti a funzioni essenziali — sanità, istruzione, mobilità sostenibile e servizi ai cittadini — per sostenere un progetto che non risponde più alle esigenze reali del territorio. Pedemontana è un costo quadruplo per i cittadini. 1. Paghiamo una volta con il denaro pubblico: Il capitale iniziale proviene quasi interamente da Regione Lombardia, CDP, BEI e banche pubbliche o a partecipazione pubblica. In pratica, il primo costo è già sulle tasse dei cittadini lombardi. 2. Paghiamo una seconda volta con il debito: I 1,74 miliardi di euro di finanziamenti concessi da banche e istituzioni sono prestiti garantiti da enti pubblici. Se l’opera non genera flussi sufficienti di pedaggio (come già accaduto a TEM e Brebemi), i costi ricadono comunque sul pubblico, tramite coperture regionali e defiscalizzazioni. 3. Paghiamo una terza volta con i pedaggi: Gli automobilisti pagheranno tariffe tra le più alte d’Italia — fino a 20 €/giorno per il tratto Lentate–Agrate, come indicato nel manifesto “Fermare Pedemontana”. 4. Paghiamo una quarta volta con i costi ambientali e sanitari. ’opera consuma oltre 1 milione di m² di suolo (solo nel Parco GruBria e Nord-Est), compromettendo drenaggio e qualità dell’aria. Più asfalto significa più spesa pubblica per mitigazioni idrauliche e sanitarie. Brianza: un territorio già in emergenza ambientale La Brianza è oggi uno dei territori più fragili e cementificati d’Italia: oltre il 41% del suolo è artificiale, con ecosistemi frammentati e crescente vulnerabilità idraulica. Le conseguenze sono gravi — allagamenti, ondate di calore, perdita di biodiversità — e gli eventi estremi, come l’esondazione del Tarò a Meda nel 2025, mostrano un territorio ormai saturo. In questo contesto, Pedemontana peggiorerebbe la situazione: aumenterebbe l’impermeabilizzazione, la frammentazione ecologica, il traffico urbano e i costi pubblici per mitigare i danni dovuti ad eventi estremi, aggravando una crisi ambientale già fuori controllo. Dire no a Pedemontana non è un atto di opposizione, è un atto di responsabilità Le richieste dei Comitati sono chiare: dire no a Pedemontana significa dire sì al futuro della Brianza. Sì al ferro, no alla gomma: prolungare la M2 fino a Vimercate e potenziare la Carnate–Seregno significa liberare la Brianza dal traffico, non soffocarla con altro asfalto. Sì alla mobilità elettrica e condivisa, ai collegamenti locali e ai percorsi ciclabili integrati: una rete che connette le persone, non solo le corsie.  Sì alla rinaturalizzazione dei suoli e alla ricostruzione dei corridoi ecologici, perché un territorio vivo è anche un territorio più sicuro, più sano, più attrattivo. Sì a un uso intelligente dei fondi pubblici: investire in sanità, scuola, innovazione, sicurezza idrogeologica — non in opere che moltiplicano i costi e svuotano i bilanci. Sì alla Brianza che rigenera, no a quella che consuma. I comitati chiedono una moratoria immediata dei cantieri sulle tratte B2 e C, la sospensione della tratta D e l’apertura di un tavolo tecnico pubblico e trasparente, dove le scelte infrastrutturali siano finalmente guidate da dati, impatti reali e interesse collettivo, non da rendite o convenienze politiche. RAL – Rete Ambiente Lombardia RAL ringrazia i comitati territoriali, le 150 associazioni, i sindaci e le 2.000 persone che hanno riempito Monza con competenza e passione civica. Chi conosce il territorio brianzolo sa che non esistono compensazioni possibili quando il suolo è perso, quando un bosco viene sradicato, quando un fiume esonda su case e scuole. Zero compensazioni, zero Pedemontana. Sì a ferro e trasporto pubblico, sì a mobilità intelligente, sì a rigenerazione e natura, sì a una Lombardia che investe in salute, conoscenza e sicurezza ambientale. RAL parla chiaro: fermare Pedemontana non è un sogno ecologista, è una scelta razionale, economica e civile. È dire che il futuro non si costruisce con opere che si servono dei territori, ma al servizio dei territori. Rete Ambiente Lombardia Redazione Italia
18 – 21 settembre 2025 – Fake Week / Babele Milano
La Rete dei comitati della Città Metropolitana di Milano, insieme a San Siro Città Pubblica, Centro Sociale Cantiere, CIO – Comitato Insostenibili Olimpiadi e numerose altre realtà della cittadinanza attiva e di opposizione, organizza anche quest’anno una manifestazione di quattro giorni in concomitanza con la Green Week del Comune di Milano. Giunta alla sua terza edizione, l’iniziativa dal titolo “Fake Week / Babele Milano” intende offrire alla cittadinanza un punto di vista alternativo rispetto alla narrativa istituzionale. In una città caratterizzata da uno sviluppo edilizio bulimico e speculativo, investita dalle inchieste giudiziarie e da un terremoto politico, oltremodo carente di servizi, gravata dall’emergenza abitativa che ha costretto all’esodo decine di migliaia di residenti, afflitta dagli eterni problemi di inquinamento e segnata da una impennata del costo della vita, dove il cosiddetto “sviluppo” ha come unico segno l’interesse dei grandi gruppi di potere economico-finanziario, la giunta racconta invece di una città “attenta ai temi ambientali, alla cura del verde, con al centro il benessere delle persone”. Noi ribaltiamo questa narrazione:  La città che non vi raccontano ve la raccontiamo noi. Vi invitiamo a partecipare a quattro giorni di incontri, dibattiti e momenti di confronto, dal 18 al 21 settembre 2025, secondo il seguente programma: Giovedì 18 settembre 2025 | 16:00 – 19:30 | Palazzo Morando – Via Sant’Andrea 6, Milano.   Chi decide la città? Luci sulla città – Piano di Governo del Territorio: progettazione partecipata e pratiche dal basso Moderatore: Gianni Barbacetto 16:00 | Apertura e introduzione – Rete dei Comitati della Città Metropolitana di Milano 16:30 | Saluti di Carlo Monguzzi, Consigliere del Comune di Milano 16:35 | Urbanistica contrattata: il bene pubblico prima degli interessi privati – Paolo Berdini 16:50 | Dal Giambellino al cuore di Milano attraversando le politiche urbanistiche – Basilio Rizzo 17:05 | PGT e bilancio: strumenti per aprire nuove strade – Marco Bersani 17:20 | Come amministrare salvaguardando il suolo – Matilde Casa 17:35 | Governare con responsabilità: la scelta coraggiosa di Cassinetta di Lugagnano – Domenico Finiguerra 17:50 | Cartografie del potere urbano – Elio Catania 18:05 | Dibattito collettivo finale – Domande e risposte con il pubblico Venerdì 19 settembre 2025 | 16:00 – 19:30 | Politecnico – Piazza Leonardo da Vinci 32, Milano. San Siro non si tocca Speculazione, patrimonio collettivo e beni pubblici Moderatore: Andrea Sparaciari 16:00 | Apertura e introduzione – Rete dei Comitati della Città Metropolitana di Milano 16:15 | Stadio Meazza: i conti non tornano – Claudio Trotta 16:35 | Quadrilatero di San Siro: bene pubblico da tutelare – Giacomo Manfredi, Elia Zenoni, Anna Delera 16:55 | Vincoli richiesti e dialogo con la Soprintendenza – Associazione Parco Piazza d’Armi – Le Giardiniere, Baiamonti Verde Comune 17:15 | Memoria e tutela: lacune e responsabilità – Enrico Colosimo 17:35 | Dibattito collettivo finale – Domande e risposte con il pubblico Sabato 20 settembre 2025 |dalle 18:00 | Centro Sociale Cantiere – Via Monte Rosa 84, Milano. La città che vive Valore sociale degli spazi recuperati, diritto all’abitare, partenariato tossico. Mattina 10:00 | Manifestazione dalla Maura al Bosco Falck – a cura del Comitato Difesa Bosco Falck Pomeriggio 18:00 | Apertura e introduzione 18:15 | Mappatura partecipata e collettiva delle trasformazioni urbane a Milano – Attivisti/e del Cantiere e dello Spazio di Mutuo Soccorso 18:30 | Emergenza abitativa: responsabilità e contraddizioni – Veronica Puija, SICeT Milano 18:45 | Qui e ora: il valore dei commons – Emanuele Braga 19:00 | Analisi critica dell’economia alternativa per città vive e inclusive – Andrea Fumagalli 19:15 | Dibattito collettivo finale – Domande e risposte con il pubblico Sera 21:00 circa | Cena sociale in loco A seguire concerto: Andrea Fumagalli e I Cantosociale – Grateful Dead Economy e il Blues dei Precari Domenica 21 settembre 2025 | dalle 15:30 Da Santa Giulia allo Scalo di Porta Romana Olimpiadi per chi? Grandi eventi, propaganda e impatti reali sul territorio 15:30 | Critical mass, nelle strade dei quartieri del sud-est milanese per il diritto allo studio e all’abitare, contro il saccheggio olimpico 17:00 | Assemblea Pubblica a cura della Rete dei comitati della Città Metropolitana di Milano, Associazione Parco Piazza d’Armi-Le Giardiniere, Azioniamo, Baiamonti Verde Comune, Comitato Difesa Ambiente Zona 5, Comitato Cittadini per Piazza d’Armi, Comitato Coordinamento San Siro, Comitato la Goccia, Comitato Milanese Acquapubblica, Comitato per la Difesa del centro balneare Romano, Comitato Popolare del Casoretto, Comitato popolare per la difesa del bosco di via Falk, Comitato Torre di Via Stresa-Torre Insostenibile, Coordinamento Tutela Parco Ovest, No asfalto tutela strade lastricate, Proteggiamo il Monte Stella, Salviamo Benedetto Marcello, Salviamo il Parco Bassini, Salviamo il Pratone, Associazione Greensando con San Siro Città Pubblica, Centro Sociale Cantiere, CIO Comitato Insostenibile Olimpiadi. Info: cittadinicomitati@gmail.com Redazione Milano
Dossier Milano # 4 | Più conflitti, meno conflitti di interesse – di Lucia Tozzi
“Le mie mani sono pulite” ha detto il sindaco Sala nella seduta del consiglio comunale dove ha sacrificato il suo capro – l’assessore all’urbanistica Tancredi, coinvolto nelle indagini della procura milanese su alcuni (parecchi) progetti di trasformazione urbana. E con questa affermazione ha confermato la sua linea politica sullo sviluppo: privatizzazione feroce dei servizi [...]