MEDIO ORIENTE: NON SI FERMA IL GENOCIDIO A GAZA, CONTINUANO ANCHE GLI ATTACCHI ISRAELIANI IN SIRIA
Non si ferma il genocidio per mano israeliana a Gaza. Questa mattina, almeno 22
palestinesi sono stati uccisi o feriti durante nuovi attacchi aerei israeliani
su diverse zone della Striscia. Un’intera famiglia, composta da cinque figli, è
stata sterminata dai bombardamenti israeliani a Jabalia, nel nord della
Striscia. A Gaza City, un attacco aereo ha ucciso quattro persone e ne ha ferite
decine in un raid su una casa, mentre un altro bombardamento ha colpito un
edificio a ovest della città, con un morto e numerosi feriti. Un altro attacco
ha colpito un raduno di cittadini vicino alla stazione di servizio Bahloul, nel
quartiere di al-Nasr, uccidendo un’altra persona.
Nel campo profughi di al-Nuseirat, almeno quattro palestinesi sono morti in un
bombardamento di artiglieria che ha preso di mira un gruppo di cittadini vicino
a un frantoio Abu Odeh, a est del campo. Altri quattro sono stati uccisi, mentre
numerosi sono rimasti feriti nell’attacco israeliano su una tenda che ospitava
sfollati all’interno della scuola Abu Helou, nel campo profughi di al-Bureij,
nella Striscia centrale.
Infine è stata colpita da un attacco la chiesa della Sacra Famiglia a Gaza. Ci
sarebbero 8 feriti gravi ed anche padre Gabriel Romanelli, il parroco, è rimasto
leggermente ferito ad una gamba. Dall’inizio dell’aggressione israeliana la
comunità cristiana si è dimezzata, passando da mille persone e cinquecento:
circa 300 sono riusciti ad uscire dalla Striscia quando era ancora aperto il
valico con di Rafah, 54 sono morti, 16 uccisi dai bombardamenti.
I colpi di oggi sulla chiesa svegliano dal torpore Giorgia Meloni: “Sono
inaccettabili gli attacchi contro la popolazione civile che Israele sta
dimostrando da mesi. Nessuna azione militare può giustificare un tale
atteggiamento” ha detto stamattina la Presidente del Consiglio dopo aver appreso
la notizia. La segue Tajani, anche lui concentrato sul raid alla chiesa,
definito dal Ministro degli esteri come un “atto grave contro un luogo di culto
cristiano” e affermando che “gli attacchi dell’esercito israeliano contro la
popolazione civile a Gaza non sono più ammissibili”.
L’intervista di Radio Onda d’Urto a Eliana Riva, giornalista e caporedattrice di
Pagine Esteri. Ascolta o scarica.
Bombe israeliane non solo in Palestina. Dopo che la sera di martedì 15 luglio
gli Usa avevano chiesto all’alleato israeliano di fermare i raid in Siria, per
qualche ora non ci sono stati attacchi. I bombardamenti sono però ripresi ieri
pomeriggio, mercoledì 16 luglio 2025, e hanno colpito le vicinanze del Ministero
della Difesa, il quartier generale dell’esercito e del Palazzo presidenziale,
nel cuore della capitale Damasco. L’Idf, inoltre, starebbe ritirando truppe di
terra dal nord di Gaza per spostarle sulle alture del Golan, parte del
territorio siriano occupato da Israele. Quindici soldati governativi siriani
sono stati uccisi nei raid, che hanno colpito non solo la capitale, ma anche
Sweida e la vicina regione di Daraa. Mosca ha condannato questi attacchi,
definendoli una “violazione aperta della sovranità siriana”.
Intanto, in Siria, l’esercito siriano ha iniziato il ritiro da Sweida, con il
presidente Al Shaara che ha delegato ai leader locali drusi la responsabilità
della sicurezza nella città meridionale.
Oggi la situazione a Damasco è descritta da Marco Magnano, cooperante
internazionale e giornalista indipendente, che si trova attualmente nella
capitale siriana. Ascolta o scarica.