Source - Campagna di pressione alle "banche armate"

Promossa dalle riviste Missione Oggi, Nigrizia e Mosaico di Pace

Banche armate 2024 (Rel. 2025)
Ministero dell’Economia e delle Finanze Dipartimento del Tesoro Direzione V – Ufficio VI Operazioni disciplinate dall’art. 27, legge 09/07/1990, n. 185 -Smi – Relazione attività 2024 Esportazioni definitive per Istituti di credito – Riepilogo generale Scarica la Tabella in formato PDF
Il Parlamento si opponga alla modifica della legge 185/90
Invitiamo tutti i cittadini a sostenere la petizione “Basta favori ai mercanti di armi!” Comunicato stampa (21 febbraio 2025) Chiediamo al Governo di ritirare il Disegno di Legge che intende modificare, in senso peggiorativo, la Legge n. 185 del 1990 che regolamenta le esportazioni italiane di armamenti e a tutti i Parlamentari di esprimere, con voto contrario, la propria opposizione. In prossimità della discussione e del voto finale nelle Commissioni riunite Esteri e Difesa della Camera sul Disegno di Legge (A. C. 1730) di iniziativa governativa, la Campagna di pressione alle “banche armate”, promossa dalle riviste Missione Oggi, Mosaico di Pace e Nigrizia, rivolge un ultimo pressante appello al Governo e al Parlamentato per invitarli a non stravolgere la legge n. 185 del 1990 (“Nuove norme sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento”). Col pretesto di apportare “alcuni aggiornamenti” alla legge per “rendere la normativa nazionale più rispondente alle sfide derivanti dall’evoluzione del contesto internazionale”, il Disegno di legge limita l’applicazione dei divieti sulle esportazioni di armamenti, riduce al minimo l’informazione al Parlamento e alla società civile, e soprattutto, elimina dalla Relazione governativa annuale tutta la documentazione riguardo alle operazioni svolte dagli istituti di credito nell’import-export di armi e sistemi militari italiani. La legge 185/90 è stata una conquista delle associazioni cattoliche e laiche che negli anni Ottanta hanno promosso un’ampia mobilitazione sociale denunciando gli scandali del commercio italiano di armamenti. Mobilitazione che ha portato a definire norme rigorose per impedire l’esportazione di armi e sistemi militari non solo agli Stati sottoposti a misure di embargo, ma anche a Paesi coinvolti in conflitti armati, a governi responsabili di gravi violazioni dei diritti umani e verso Paesi la cui politica contrasta con i principi dell’articolo 11 della Costituzione. Con la modifica proposta governo l’applicazione di questi divieti viene sottoposta alla discrezione del governo attraverso la reintroduzione del Comitato interministeriale per gli scambi di materiali di armamento per la difesa (CISD) presieduto dal Presidente del Consiglio: questo è inammissibile. Ma soprattutto verrà fortemente ridotta l’informazione al Parlamento e alla società civile, informazione che oggi è garantita dalla Relazione che la Presidenza del Consiglio deve inviare ogni anno alle Camere. Dalla Relazione verranno eliminati tutti i dati sulle singole autorizzazioni ed esportazioni per tipo di armi, quantità e valore e tutte le informazioni riguardo alle attività delle banche. Sono proprio queste informazioni che hanno finora permesso agli analisti della nostra Campagna di ricostruire e documentare numerose esportazioni di materiali d’armamento a Paesi a rischio e di conoscere gli istituti di credito che le hanno sostenute. I correntisti non sapranno più dalla Relazione annuale quali sono le banche, nazionali ed estere, che traggono profitti dal commercio di armi in particolare verso regimi autoritari e Paesi coinvolti in conflitti armati. La legge 185/90 non è mai stata accettata dai produttori di armi e dalle banche che li appoggiano. Nel corso degli anni la lobby militare-industriale ha cercato tutti i modi per manometterla e soprattutto di ridurre al minimo le informazioni sugli affari che vedono coinvolte aziende e gruppi bancari. Con queste ulteriori modifiche si illudono di mettere a tacere le voci critiche compresa la nostra Campagna. Sollecitiamo pertanto tutti i cittadini a sostenere e firmare la petizione “Basta favori ai mercanti di armi!” promossa dalla Rete italiana Pace e Disarmo. Invitiamo infine tutte le congregazioni religiose, le diocesi e le parrocchie, le associazioni laicali e i correntisti ad inviare alla propria banca la “Lettera-modello” per chiedere al proprio istituto di credito di non offrire servizi finanziari alla produzione e al commercio di armi, di dotarsi di direttive restrittive e fornire informative pubbliche trasparenti su tutte le attività riguardanti il settore delle esportazioni di armamenti. Per contatti stampa: p. Giuseppe Cavallini (direttore di Nigrizia) – Email: redazione@nigrizia.it p. Mario Menin (direttore di Missione Oggi) – Email: direttore@missioneoggi.it p. Alex Zanotelli (direttore di Mosaico di Pace) – Email: info@mosaicodipace.it Per la Segreteria della Campagna “banche armate”: campagnabanchearmate@gmail.com Missione Oggi: Via Piamarta 9, 25121 Brescia – Tel: 030-3772780 – Email: segreteria@missioneoggi.it Mosaico di Pace: Via Lamarmora 16, 76011 Bisceglie (BT) – Tel: 080-3953507 – Email: info@mosaicodipace.it Nigrizia: Vicolo Pozzo 1, 37129 Verona – Tel: 045-8092390 – Email: redazione@nigrizia.it Scarica il Comunicato in pdf
Banche armate 2023 (Rel. 2024)
Ministero dell’Economia e delle Finanze Dipartimento del Tesoro Direzione V – Ufficio VI Operazioni disciplinate dall’art. 27, legge 09/07/1990, n. 185 -Smi – Relazione attività 2023 Esportazioni definitive per Istituti di credito – Riepilogo generale Scarica la Tabella in formato PDF
Il Governo vuole cancellare la lista delle “banche armate”
Invitiamo tutti a mobilitarsi e a scrivere alla propria banca – Comunicato stampa (6 febbraio 2024) Un disegno di legge inaccettabile che va contrastato con fermezza. Così la Campagna di pressione alle “banche armate”, promossa dalle riviste Missione Oggi, Mosaico di Pace e Nigrizia, commenta il Disegno di legge (Atto Senato n. 855) di iniziativa governativa che modifica la legge n. 185 (“Nuove norme sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento”), legge che dal 1990 regolamenta le esportazioni italiane di armamenti. Col pretesto di apportare “alcuni aggiornamenti” alla legge per “rendere la normativa nazionale più rispondente alle sfide derivanti dall’evoluzione del contesto internazionale”, il Disegno di legge intende limitare l’applicazione dei divieti sulle esportazioni di armamenti, riduce al minimo l’informazione al parlamento e alla società civile, e soprattutto, elimina dalla Relazione governativa annuale tutta la documentazione riguardo alle operazioni svolte dagli istituti di credito nell’import-export di armi e sistemi militari italiani. “La legge 185/90 – commenta p. Mario Menin, direttore di Missione Oggi – è stata una conquista delle associazioni cattoliche e laiche che negli anni Ottanta hanno promosso un’ampia mobilitazione sociale denunciando gli scandali del commercio italiano di armamenti: mobilitazione che ha portato il parlamento a definire norme rigorose per impedire l’esportazione di armi e sistemi militari non solo agli Stati sottoposti a misure di embargo, ma anche a Paesi coinvolti in conflitti armati, a governi responsabili di gravi violazioni dei diritti umani e verso Paesi la cui politica contrasta con i principi dell’articolo 11 della Costituzione. Con la riforma prospettata dal Disegno di legge, già approvato in Commissione Affari esteri e Difesa del Senato, l’applicazione di questi divieti viene sottoposta alla discrezione del governo attraverso il Comitato interministeriale per gli scambi di materiali di armamento per la difesa (CISD) presieduto dal Presidente del Consiglio: questo è inammissibile”. Ma soprattutto – prosegue il comunicato della Campagna – verrà fortemente ridotta l’informazione al parlamento e alla società civile, informazione che oggi è garantita dalla Relazione che la Presidenza del Consiglio deve inviare ogni anno alle Camere. Dalla Relazione verranno eliminati tutti i dati sulle singole autorizzazioni ed esportazioni per tipo di armi, quantità e valore e tutte le informazioni riguardo alle attività delle banche. “Sono proprio queste informazioni – sottolinea p. Giuseppe Cavallini, direttore di Nigrizia – che hanno finora permesso agli analisti della nostra Campagna di ricostruire e documentare numerose esportazioni di materiali d’armamento a Paesi a rischio e di conoscere gli istituti di credito che le hanno sostenute. I correntisti non sapranno più dalla Relazione annuale quali sono le banche, nazionali ed estere, che traggono profitti dal commercio di armi in particolare verso regimi autoritari e Paesi coinvolti in conflitti armati”. “La legge 185/90 – conclude p. Alex Zanotelli, direttore di Mosaico di Pace – non è mai stata accettata dai produttori di armi e dalle banche che li appoggiano. Nel corso degli anni la lobby militare-industriale ha cercato tutti i modi per manometterla e soprattutto per ridurre al minimo le informazioni sugli affari che vedono coinvolte aziende e gruppi bancari. Con queste modifiche, promosse dal governo Meloni ma sostenute anche da alcuni rappresentati politici dell’opposizione, si illudono di mettere a tacere la nostra Campagna che, invece, da oggi rilanciamo con più forza invitando tutti i correntisti a richiedere al proprio istituto di credito di non offrire servizi finanziari alla produzione e al commercio di armi o almeno di dotarsi di direttive restrittive e informative pubbliche e trasparenti sulle attività nel settore”. I direttori delle tre riviste invitano a riflettere sulle parole con cui, in numerose occasioni, papa Francesco ha stigmatizzato il commercio di armamenti e i “fabbricanti di armi” ed in particolare nel discorso rivolto lo scorso gennaio ai membri del Corpo diplomatico: “Le guerre possono proseguire grazie all’enorme disponibilità di armi. Occorre perseguire una politica di disarmo, poiché è illusorio pensare che gli armamenti abbiano un valore deterrente. Piuttosto è vero il contrario: la disponibilità di armi ne incentiva l’uso e ne incrementa la produzione. Le armi creano sfiducia e distolgono risorse. Quante vite si potrebbero salvare con le risorse oggi destinate agli armamenti? Non sarebbe meglio investirle in favore di una vera sicurezza globale?”. La Campagna di pressione alle “banche armate” ha già predisposto sul proprio sito una nuova “Lettera-modello” e invita tutte le parrocchie, le associazioni e i correntisti ad inviarla alla propria banca dandone informazione alla Campagna. La Campagnacondivide e rilancia l’allarme diffuso dalla Rete italiana pace e disarmo che ha denunciato con preoccupazione l’esito del voto in Commissione Affari esteri e Difesa del Senato e, insieme alle associazioni della Rete, sta predisponendo una forte mobilitazione nazionale per impedire che il commercio italiano di armi torni ad essere oggetto di una pericolosa opacità che non favorisce la promozione della pace e della sicurezza comune, ma alimenta guerre e violenze, sostiene le violazioni dei diritti e provoca morti innocenti in tante zone del mondo. Per contatti stampa: p. Giuseppe Cavallini (direttore di Nigrizia) – Email: redazione@nigrizia.it p. Mario Menin (direttore di Missione Oggi) – Email: direttore@missioneoggi.it p. Alex Zanotelli (direttore di Mosaico di Pace) – Email: info@mosaicodipace.it Per la Segreteria della Campagna “banche armate”: campagnabanchearmate@gmail.com Missione Oggi: Via Piamarta 9, 25121 Brescia – Tel: 030-3772780 – Email: segreteria@missioneoggi.it Mosaico di Pace: Via Lamarmora 16, 76011 Bisceglie (BT) – Tel: 080-3953507 – Email: info@mosaicodipace.it Nigrizia: Vicolo Pozzo 1, 37129 Verona – Tel: 045-8092390 – Email: redazione@nigrizia.it La Campagna di pressione alle “banche armate” La Campagna di pressione alle “banche armate” è stata promossa nel gennaio del 2000 da tre riviste (Missione Oggi dei Missionari Saveriani, Nigrizia dei Missionari Comboniani e Mosaico di Pace della sezione italiana del movimento internazionale Pax Christi) e dal 2020 è co-promossa dalla rivista del Movimento nonviolento Azione Nonviolenta e dal sito Osservatorio Diritti. La Campagna è nata per informare riguardo alle attività degli Istituti di credito, italiani ed esteri, nel settore dell’esportazione italiana di armamenti e per offrire alle associazioni e ai cittadini un modo concreto per indurre la banca presso cui sono correntisti a non finanziare la produzione e la commercializzazione di armamenti e di armi comuni o, per lo meno, a definire delle direttive per autoregolamentare in modo rigoroso le attività finanziarie in questi settori. Tutte le informazioni sul sito: www.banchearmate.org. Scarica il Comunicato Stampa in pdf
L’assalto alla 185 e alle banche “etiche”
Gianni Ballarini – Fonte: Nigrizia (11 luglio 2023) Il complesso politico-militare-industriale italiano, riunito a Roma per l’assemblea dell’Aiad, ha sferrato un duro attacco alla legge che disciplina l’import ed export delle armi. E oggi ci sono le condizioni per modificarla con Crosetto alla difesa e una maggioranza di destra in parlamento. Il sogno per loro, poi, è farsi una propria banca: finanza e moschetto. Leggi tutto l’articolo sul sito di Nigrizia
Banche armate 2022 (Rel. 2023)
Ministero dell’Economia e delle Finanze Dipartimento del Tesoro Direzione V – Ufficio VI Operazioni disciplinate dall’art. 27, legge 09/07/1990, n. 185 -Smi – Relazione attività 2022 Esportazioni definitive per Istituti di credito – Riepilogo generale Scarica la Tabella in formato PDF
Banche armate: Unicredit Über alles
di Gianni Ballarini – Fonte: Nigrizia (7 giugno 2023) L’istituto di piazza Gae Aulenti, grazie anche alla sua Bayerische Hypo – Und Vereinsbank, domina (per il settimo anno consecutivo) il mercato dei servizi bancari alle imprese armate. Sorprende l’exploit della Banca popolare di Sondrio, che si piazza al 4° posto nell’export definitivo (+60% rispetto al 2021). Il settore gode di ottima salute: tra importi definitivi e rinnovi di finanziamenti e garanzie sfiora i 14,7 miliardi di euro… Leggi tutto l’articolo sul sito di Nigrizia
Banche armate 2021 (Rel. 2022)
Ministero dell’Economia e delle Finanze Dipartimento del Tesoro Direzione V – Ufficio VI Operazioni disciplinate dall’art. 27, legge 09/07/1990, n. 185 -Smi – Relazione attività 2021 Esportazioni definitive per Istituti di credito – Riepilogo generale Scarica la Tabella in formato PDF
9 luglio 2021: Flash mob davanti alla RWM Italia a Ghedi e Conferenza Stampa a Brescia
Comunicato stampa Flash mob davanti alla sede di RWM Italia a Ghedi e Conferenza Stampa sulle iniziative della Campagna verso gli Istituti di credito Gli appuntamenti della Campagna per il 9 luglio, 31mo anniversario della legge 185 del 1990 Il prossimo 9 luglio, in occasione del 31mo anniversario della legge n. 185 che nel 1990 ha introdotto “Nuove norme sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento”, la Campagna di pressione alle “banche armate” (promossa dalle riviste Missione Oggi, Mosaico di Pace e Nigrizia) insieme a Pax Christi e alla Rete italiana pace e disarmo terranno un flash mob davanti alla sede dell’azienda RWM Italia (ore 10.00 in via Industriale, 8/D a Ghedi – BS) e una conferenza stampa (ore 12.00 presso i Missionari Saveriani, via Piamarta 9 a Brescia) di presentazione delle iniziative della Campagna nei confronti degli Istituti di credito che sono coinvolti nel finanziamento e nei servizi alle aziende che producono armamenti e sistemi militari. Il flash mob davanti alla sede dell’azienda RWM Italia a Ghedi (ore 10.00) intende richiamare l’attenzione sul divieto, sancito dalla legge 185/1990, di esportazioni di armamenti a Paesi in conflitto e responsabili di gravi violazioni dei diritti umani. Lo scorso gennaio il governo Conte ha revocato alla RWM Italia sei licenze di esportazione di bombe destinate all’Arabia Saudita e agli Emirati Arabi Uniti, nazioni coinvolte nel sanguinoso conflitto in Yemen. Una decisione richiesta da un ampio numero di associazioni della società civile, tra cui la nostra Campagna, contro la quale l’azienda RWM Italia ha fatto ricorso presso il TAR del Lazio: il TAR ha respinto le istanze avanzate dalla RWM Italia, ma l’azienda ha annunciato l’intenzione di ricorrere al Consiglio di Stato. La conferenza stampa (ore 12.00 presso i Missionari Saveriani, via Piamarta 9 a Brescia) presenterà le iniziative messe in atto dalla Campagna “banche armate” a diversi livelli. Innanzitutto verso gli istituti di credito, nazionali ed esteri operativi in Italia, per chiedere loro di adottare delle direttive atte ad escludere o per lo meno a limitare rigorosamente i servizi finanziari alle aziende produttrici di sistemi militari e di armi leggere. Verranno inoltre esposti i risultati di una prima ricognizione generale delle direttive già adottate dagli istituti di credito e riguardo alla trasparenza in questo settore. Saranno quindi presentate le iniziative assunte dal Presidente di Pax Christi, da alcune Diocesi e dagli Istituti missionari per intraprendere un percorso finalizzato ad un riesame delle scelte riguardo agli istituti di credito. Verranno poi illustrate le iniziative intraprese in alcuni territori locali e le delibere delle città italiane per una tesoreria disarmata. Si presenteranno, infine, le questioni che stanno emergendo a livello nazionale sull’export di sistemi militari e per la tutela della legge n. 185 del 1990 sulle esportazioni di armamenti italiani. Alla conferenza stampa saranno presenti o interverranno in collegamento mons. Giovanni Ricchiuti (Presidente di Pax Christi Italia), dott. Rosario Rizzo (Economo generale della diocesi di Nicosia – Sicilia), p. Alex Zanotelli (Direttore di Mosaico di Pace), fratel Antonio Soffientini (Commissione Giustizia e Pace della CIMI), p. Filippo Ivardi Ganapini (Direttore di Nigrizia), p. Mario Menin (direttore di Missione Oggi), don Renato Sacco (Coordinatore nazionale di Pax Christi), don Fabio Corazzina (Pax Christi), Daria Jacopozzi (Consigliera comunale di Parma), Giorgio Beretta (Analista della Campagna di pressione alle “banche armate”) e Francesco Vignarca (Coordinatore Campagne di Rete Italiana Pace e Disarmo). PER ACCEDERE DA REMOTO Il flash mob davanti alla sede della RWM Italia (venerdì 9 luglio, ore 10.00) verrà trasmesso sui canali social (YouTube e Facebook) della Campagna di pressione alle “banche armate”, delle riviste promotrici (Missione Oggi, Mosaico di pace e Nigrizia), di Pax Christi Italia e di Rete italiana pace e disarmo. Anche la Conferenza stampa venerdì 9 luglio, ore 10.00) sarà trasmessa sui canali social (YouTube e Facebook) della Campagna di pressione alle “banche armate”, delle riviste promotrici (Missione Oggi, Mosaico di pace e Nigrizia), di Pax Christi Italia e di Rete italiana pace e disarmo. I giornalisti potranno intervenire da remoto utilizzando la “Chat” dei vari canali social o telefonando ai contatti stampa. Per contatti stampa: p. Filippo Ivardi Ganapini (direttore di Nigrizia) – Cel: 348.3381206 – Email: filippo.ivardi@nigrizia.it p. Mario Menin (direttore di Missione Oggi) – Cel: 340.3642599 – Email: direttore@missioneoggi.it don Renato Sacco (coordinatore nazionale di Pax Christi) – Cel: 348.3035658 -Email: info@paxchristi.it p. Alex Zanotelli (direttore di Mosaico di Pace) – Email: info@mosaicodipace.it Giorgio Beretta (Campagna “banche armate”)–Cel: 338.3041742 – Email: berettagiorgio@gmail.com Francesco Vignarca (Rete Italiana Pace e Disarmo) – Cel: 328.3399267 Email: francesco.vignarca@retepacedisarmo.org Per la Segreteria della Campagna “banche armate”: campagnabanchearmate@gmail.com – Missione Oggi: Via Piamarta 9, 25121 Brescia – Tel: 030-3772780 – Email: segreteria@missioneoggi.it – Mosaico di Pace: Via Petronelli 6, 76011 Bisceglie (BT) – Tel: 080-3953507 – Email: info@mosaicodipace.it – Nigrizia: Vicolo Pozzo 1, 37129 Verona – Tel: 045-8092390 – Email: redazione@nigrizia.it
Il governo italiano revochi le licenze per forniture di armi a Israele
Le associazioni e i correntisti valutino le banche coinvolte nella compravendita di armi Negli ultimi anni i contratti per sistemi militari tra Italia e Israele hanno segnato un’impennata nonostante l’escalation delle violazioni da parte delle forze militari israeliane La repressione, i lanci di missili, le rappresaglie ed i raid arei che si stanno susseguendo tra Israele e territori palestinesi, con le conseguenti perdite di vite umane soprattutto tra la popolazione civile, mostrano drammaticamente ancora una volta che c’è solo un modo per mettere fine all’escalation delle violenze: riconoscere – come da anni sostiene la Santa Sede – al popolo palestinese il suo Stato e, di conseguenza, tutelarne il territorio e il diritto all’autodeterminazione eleggendo i propri rappresentanti politici. Il governo israeliano continua, invece, ad utilizzare ogni mezzo, compreso l’intervento militare, per la repressione nei confronti del popolo palestinese di cui da anni lo Stato di Israele sta occupando i territori in violazione del diritto internazionale e nei cui confronti sta attuando politiche di apartheid che rasentano la “pulizia etnica”. Il nostro Paese, se non vuole continuare ad essere complice delle violenze e della sopraffazione da parte di Israele nei confronti del popolo palestinese, deve anzitutto mettere in pratica il principio sancito dalla nostra Costituzione: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Principio ribadito nella legge n. 185 del 9 luglio 1990 che vieta esplicitamente l’esportazione di sistemi militari “verso i Paesi la cui politica contrasti con i princìpi dell’articolo 11 della Costituzione” e “verso i Paesi in stato di conflitto armato”. Per questo chiediamo al governo italiano di sospendere immediatamente tutte forniture di armamenti a Israele e di revocare tutte le licenze per armi in corso. Di farsi, quindi, promotore di una simile istanza presso i governi dei Paesi dell’Unione europea. Per vent’anni i governi italiani, pur mantenendo buoni rapporti diplomatici, economici e commerciali con Israele, hanno messo in pratica una politica rigorosa e restrittiva sulle forniture di armi e sistemi militari allo Stato di Israele: le autorizzazioni all’esportazione rilasciate tra il 1990 al 2011 si attestano a poche decine di migliaia di euro all’anno. Questa politica, rispettosa del dettato costituzionale e delle norme vigenti, è stata stravolta per la prima volta nel 2012 quando il governo Monti, a seguito degli accordi presi dal precedente governo Berlusconi, definì il contratto per la vendita allo Stato d’Israele di 30 velivoli da addestramento avanzato M-346 della Alenia Aermacchi, azienda del gruppo Finmeccanica (oggi Leonardo S.p.A.): velivoli già predisposti nella versione da combattimento multi-ruolo “fighter attack”. Negli anni successivi le forniture di sistemi militari dall’Italia a Israele sono aumentate, ma non hanno segnato valori rilevanti fino al febbraio 2019 quando i ministeri della Difesa italiano e israeliano hanno firmato un accordo per l’acquisto di sette di elicotteri AW119Kx d’addestramento avanzato per le forze aeree israeliane, del valore di 350 milioni di dollari, in cambio dell’acquisto da parte dell’Italia di un valore equivalente di tecnologia militare israeliana: nel settembre del 2020 sono stati aggiunti altri cinque elicotteri AW119Kx, per un totale di dodici. Nell’ultimo quinquennio (2016-2020) l’Italia ha autorizzato esportazioni militari a Israele per un valore complessivo di oltre 90 milioni di euro che comprendono armi semiautomatiche, bombe e missili, strumenti per la direzione del tiro e apparecchi per l’addestramento militare. Non è possibile rintracciare nelle recenti Relazioni governative gli Istituti di credito coinvolti nelle operazioni di compravendita di sistemi militari tra Italia e Israele. Va però ricordato che l’operazione del 2012 per la vendita a Israele di 30 aerei addestratori M-346 ha visto la partecipazione di UniCredit. Per questo invitiamo tutte le associazioni che hanno a cuore la pace e i correntisti a scrivere alla propria banca per chiedere informazioni riguardo all’eventuale coinvolgimento dell’istituto di credito nelle forniture di armi e sistemi militari a Israele. Tutte le informazioni, con le tabelle delle recenti Relazioni governative che riguardano le operazioni svolte dagli Istituti di credito sono sul sito della nostra Campagna: www.banchearmate.it Per contatti stampa: * p. Filippo Ivardi Ganapini (direttore di Nigrizia) – Email: filippo.ivardi@nigrizia.it * p. Mario Menin (direttore di Missione Oggi) – Email: direttore@missioneoggi.it * don Renato Sacco (coordinatore nazionale di Pax Christi) – Email: info@paxchristi.it * p. Alex Zanotelli (direttore di Mosaico di Pace) – Email: info@mosaicodipace.it Per la Segreteria della Campagna “banche armate”: campagnabanchearmate@gmail.com – Missione Oggi: Via Piamarta 9, 25121 Brescia – Tel: 030-3772780 – Email: segreteria@missioneoggi.it – Mosaico di Pace: Via Petronelli 6, 76011 Bisceglie (BT) – Tel: 080-3953507 – Email: info@mosaicodipace.it – Nigrizia: Vicolo Pozzo 1, 37129 Verona – Tel: 045-8092390 – Email: redazione@nigrizia.it