La bolla dell’intelligenza artificiale sta per scoppiare

Lavoratrici e Lavoratori Aci Informatica - Tuesday, October 14, 2025

(Fonte) Andrea Daniele Signorelli – 8 Ottobre 2025

Nonostante l’enorme entusiasmo riguardo l’Intelligenza Artificiale e i colossali investimenti, i risultati economici sono scarsi e il modello di business dell’IA generativa resta incerto. Lo affermano gli stessi protagonisti del settore, come il fondatore di OpenAI Sam Altman, Mark Zuckerberg e Jeff Bezos. Anche le aziende che hanno integrato l’intelligenza artificiale hanno visto scarsi effetti positivi.

I conti di OpenAI 
OpenAI rappresenta il caso emblematico: pur avendo superato i 500 milioni di utenti e prevedendo 10 miliardi di ricavi nel 2025, accumula perdite stimate in 27 miliardi e ha solo 15,5 milioni di utenti paganti.

Le società che invece pagano OpenAI per fornire servizi terzi (“AI as a service”) stanno ottenendo risultati inferiori alle attese.

La società continua a sopravvivere grazie ai finanziatori e ha siglato un accordo da 300 miliardi di dollari con Oracle per la costruzione di data center, che però sarà finanziato in gran parte a debito. Anche Oracle, già fortemente indebitata, rischia di compromettere la propria stabilità: l’agenzia di rating Moody’s ha dato una valutazione negativa del rating di Oracle pochi giorni dopo la firma del contratto. L’infrastruttura dovrebbe essere un domani pagata da OpenAI, sempre che quest’ultima riesca, entro la fine del decennio, ad aumentare il fatturato fino ai livelli promessi, che sono dieci volte superiori a quelli odierni.

Lo stesso squilibrio si osserva in tutto il settore: Anthropic, Perplexity e altre startup spendono molto più di quanto guadagnano; e anche i giganti Microsoft, Amazon, Google e Meta investiranno nel 2025 oltre 330 miliardi di dollari in infrastrutture, ricavandone meno di 30 miliardi. Gli analisti evidenziano così un’enorme sproporzione tra spese e profitti.

La bolla di Nvidia
L’unica vera vincitrice, per ora, è Nvidia, che domina il mercato delle GPU (detenendo il 90% delle quote di mercato) e registra guadagni record (26 miliardi in un trimestre). Tuttavia, il suo successo dipende quasi interamente dalla domanda generata dall’hype sull’IA. Per sostenere artificialmente questo mercato, Nvidia investe miliardi nelle stesse aziende che acquistano le sue GPU, creando un circuito finanziario autoreferenziale che ricorda i meccanismi delle bolle speculative.

Se le aziende che acquistano in massa le GPU di Nvidia decidessero che non è più il caso di spendere le cifre folli che stanno al momento spendendo, quanto precipiterebbe il valore di un’azienda che ha ottenuto il 40% dei suoi ricavi da due soli misteriosi clienti, che secondo TechCrunch potrebbero essere Microsoft e Google?

È proprio per queste ragioni che Nvidia vuole evitare a tutti costi che qualcosa del genere si verifichi.e si è  impegnata a investire “fino a 100 miliardi di dollari” in OpenAI “nei prossimi anni”. In poche parole, Nvidia vuole prestare a OpenAI un terzo dei soldi che OpenAI deve dare a Oracle affinché compri le GPU di Nvidia che alimenteranno i suoi data center. E non è l’unico caso: il CEO di Nvidia Jensen Huang continua ad investire denaro in società (come Perplexity, CoreWeave, Cohere, Together AI, Applied Digitals e molte altre startup) che utilizzeranno questi soldi per acquistare GPU. È un meccanismo che è stato paragonato da The Information ai programmi di stimolo delle banche centrali: si immette denaro nell’economia nella speranza che questo generi crescita economica e, indirettamente, produca i ritorni necessari a compensare l’investimento iniziale, gonfiando però allo stesso tempo il valore delle azioni, con il rischio di creare una colossale bolla finanziaria che potrebbe essere quattro volte superiore alla bolla immobiliare che nel 2008 ha mandato il mondo intero in recessione.

Che la bolla dell’intelligenza artificiale esista è un dato di fatto: la vera incognita riguarda la violenza con cui esploderà.

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