Argentina: Il peronismo ha vinto sugli aggiustamenti e la fame di Milei

Comitato Carlos Fonseca - Wednesday, September 10, 2025

Felipe Yapur

I candidati del governatore Kicillof hanno ottenuto il 47,28 per cento, prendendosi sei delle otto sezioni elettorali. Mentre i libertari hanno ottenuto il 33,71 per cento.

Ha trionfato il peronismo e non in una qualsiasi parte, è stato nel distretto elettorale più importante dell’Argentina, la provincia de Buenos Aires. Lo ha fatto in modo indiscusso con più di 13 punti su La Libertad Avanza. È stata una contundente bastonata per il presidente Javier Milei che, come strategia, aveva reso nazionale questa elezione provinciale e ha polarizzato il suo contenuto con il kirchnerismo. Una decisione che non solo ha messo in pericolo la sorte del suo partito nelle elezioni nazionali di ottobre, ma che ha anche messo a rischio il suo governo perché bisogna saper amministrare le sconfitte, soprattutto se alla caduta di questa domenica si deve sommare la crisi economica che colpisce direttamente le tasche e i bisogni di tutti gli argentini. Come se fosse poco, c’è anche lo scandalo politico delle tangenti sulle medicine nell’agenzia per la disabilità. Lo ha ricordato Cristina Kirchner che, attraverso un tweet, gli ha detto che “indicare con il dito e stigmatizzare i disabili, mentre tua sorella riscuote il 3 per cento di tangente sulle medicine, è letale”. A sua volta, Axel Kicillof ha giustificato il trionfo di Fuerza Patria con l’unità raggiunta, frutto della generosità di Sergio Massa e Cristina Fernández Kirchner, per avvertire alla fine che questa raccolta di voti dimostra che “c’è un altro cammino e cominciamo a percorrerlo”.

Il risultato finale, che ha mostrato uno scrutinio provvisorio del 97,85 per cento dei seggi, ha dato a Fuerza Patria il 47,28 dei voti e il 33,71 per cento a La Libertad Avanza. Così, il peronismo ha conquistato sei delle otto sezioni elettorali dipingendo di celeste quasi la totalità della provincia de Buenos Aires. A Milei è rimasta molta pittura viola da non poter usare.

Alla fine del giorno è diventato chiaro che queste elezioni le ha vinte il peronismo, ma anche che le ha perse Milei. Nonostante che appaia una ovvietà, una verità lapalissiana, una cosa certa è che le due forze politiche hanno giocato tutte le proprie fiche. Il peronismo, unito, ha cominciato a recuperare la sua condizione di alternativa politica e Milei ha ottenuto che questa sconfitta terminasse con il ridurre in mille pezzi il suo modello economico e politico. Bisognerà vedere come gestirà questo finale che, per il momento, ha ancora due anni per andare avanti.

La felicità peronista

L’ampio trionfo è stato il risultato di una complessa e non meno problematica costruzione. Il primo inconveniente si è avuto nella chiusura delle liste di Fuerza Patria, ma sono riusciti a contenere le differenze e si è andati avanti in un contesto di unità, fragile ma alla fine unità. Poi i voti del peronismo si sono accumulati dove ha pesato, e molto, il modello di governo ed il ruolo che Axel Kicillof ha imposto allo stato bonaerense: contenimento dei più bisognosi e garantire i servizi di educazione e sanità pubblica. Tutto il contrario del modello di Milei.

Un altro dettaglio importante (e che i libertari hanno minimizzato) è stata la detenzione di Cristina Fernández in Kirchner. La proscrizione ha cercato di lasciare il principale partito dell’opposizione senza guida ma soprattutto senza futuro. Ieri sera, con il risultato delle elezioni, si è potuto vedere che questa manovra è fallita perché la prigione, anche se ai domiciliari, non ha scoraggiato il kirchnerismo ma ha dato ai militanti una maggiore energia per raggiungere questo trionfo domenicale. CFK non se ne è dimenticata e lo ha detto a Milei con un suo tweet avvertendo di quanto avverrà tra poco più di un mese: “Il prossimo 26 ottobre, Kirchnerismo e Peronismo… Più che mai!”.

Cristina non si è solo espressa attraverso un tweet, ma ha anche inviato un messaggio registrato al palco dove si è riunito il peronismo bonaerense a La Plata con il quale ha ringraziato il popolo della provincia “che ha deciso di mettere un limite ad un Presidente che non sembra comprendere che deve governare per tutti”. Poi si è congratulata con i sindaci con una menzione speciale “ad Axel (Kicillof), a Sergio (Massa), a Juan (Grabois) e anche a Máximo (Kirchner) che mi tiene compagnia qui a San José 1111”.

A sua volta, Axel è stato più preciso ricordando e mettendo in rilievo “coloro che hanno ascoltato con saggezza” la richiesta di unità che “è terminata con una schiacciante vittoria. Grazie Sergio, grazie Cristina, ingiustamente condannata e che dovrebbe stare su questo palco”.

Foto: Guido Piotrkowski

 

Tutte frasi che parlano di unità, allegria, impegno e trionfo, ma allo stesso tempo generano la sfida di saper amministrare il risultato perché sebbene sia stata vinta una elezione, questa non smette di essere provinciale, non una qualsiasi, non in un qualsiasi momento, ma è un’elezione bonaerense. Ora viene l’altra, quella di ottobre, ugualmente complessa per cui è necessario rafforzare l’unità per supportare e convocare un voto a favore della dignità e dell’empatia.

In definitiva, come ha affermato ieri notte Kicillof, il risultato ha dimostrato che “c’è un altro cammino e cominciamo a percorrerlo”. Una frase che può essere ben considerata come la tipica definizione di un candidato presidenziale.

Nel frattempo vedremo come il governo nazionale governerà in questo panorama.

La sconfitta libertaria

Negli ultimi cinque giorni, mentre si andavano conoscendo i dettagli delle tangenti nell’Agenzia Nazionale della Disabilità (Andis) con Karina Milei come una delle principali responsabili, i sondaggi mostravano che la distanza tra Fuerza Patria e La Libertad Avanza si accresceva. Un dettaglio che sembra non essere stato messo in conto dai cervelli libertari. Il peronismo, bisogna dirlo, aveva ricevuto gli stessi sondaggi e ha deciso di non diffonderli per mantenere l’entusiasmo dei militanti.

Durante queste due settimane il governo ha perso il centro della scena, il controllo dell’agenda e la gestione della politica. L’economia l’ha persa da tempo. Tutti questi elementi sono andati a costruire quella che sarebbe stata la sconfitta di questa domenica.

Finora Milei ha solo riconosciuto di aver perso. “Senza dubbio sul piano politico abbiamo avuto una chiara sconfitta. Dobbiamo accettare i risultati che non sono stati positivi e dobbiamo accettarli”, è stata la frase di Milei che lo mostra quasi come uno statista. Immediatamente dopo ha confermato il suo modello economico: “Al di là di questo risultato, voglio dire a tutti gli argentini, che il percorso non verrà modificato ma duplicato”. Una decisione temeraria che Milei ha giustificato con il fatto che la percentuale di voti che ha ottenuto Fuerza Patria è il tetto e quella che ha raccolto LLA rappresenta il pavimento con cui competerà ad ottobre.

Foto: Enrique García Medina

Il presidente ha parlato di autocritiche ma non ha indicato nessuno in particolare e ancor meno ha parlato di licenziamenti. Non è da poco. La strategia elettorale è stata tracciata da sua sorella Karina e da Lule Menem che hanno imposto la tesi delle candidature pure perché affermavano che il marchio, La Libertada Avanza, è quello che traina. Non è stato un caso.

Il paradossale è che questi due nomi e cognomi si ripetono in due situazioni critiche che ancora vive il governo: lo strepitoso fallimento elettorale di questo 7 settembre e, soprattutto, le tangenti nella disabilità. E sembra che Milei, prima di scacciare sua sorella, si taglierà un braccio, quello che ha detto che si sarebbe tolto se avesse aumentato una tassa.

La sconfitta, senza dubbio, è dura da digerire.

Il terzo posto

Tutti quelli che hanno seguito il risultato delle elezioni bonaerensi hanno guardato con più intensità i due contendenti. Ma ce ne era un altro. Il terzo posto lo hanno occupato i candidati di Somos Buenos Aires, la versione bonaerense delle Province Unite che riunisce una serie di governatori che voglio resuscitare la larga via di mezzo. Hanno ottenuto il 5,25 per cento dei voti e hanno vinto nei partiti di Roque Pérez, Saladillo, San Nicolás, General Juan Madariaga e San Cayetano. Tre dei mandatari che formano questa intesa, Maximiliano Pullaro di Santa Fe, Martín Llaroyora (Córdoba) e Claudio Vidal di Santa Cruz, hanno fatto le congratulazioni a Kicillof attraverso le reti sociali. Un gesto democratico, di quelli che non ci sono in Milei e in La Libertad Avanza.

Foto in alto: Guido Piotrkowski

8 settembre 2025

Página 12

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: Felipe Yapur, El peronismo le ganó al ajuste y hambre de Milei”, pubblicato il 08-09-2025 in Página 12, su [https://www.pagina12.com.ar/856079-el-peronismo-le-gano-al-ajuste-y-hambre-de-milei] ultimo accesso 10-09-2025.