Rudolf Rocker - Milly Witkop-Rocker

Biblioteca anarchica - Sunday, September 25, 2022
Autore: Rudolf Rocker
Titolo: Milly Witkop-Rocker
Data: 1956
Note: Quaderni del Centro Studi Libertari Camillo Di Sciullo edizioni del Centro Studi Libertari Camillo Di Sciullo Chieti 2005 L’originale in inglese, stampato nel 1956 in edizione privata per l’autore, portava lo stesso titolo.
Traduzione di Daniela Tella.
Origine: Consultato il giorno 2 luglio 2019 su bibliotecaborghi.org

Prefazione

“Nel più oscurantista di tutti i paesi, la Russia, con il suo assoluto dispotismo, la donna è diventata uguale all’uomo, non attraverso il voto, ma con il suo essere e il suo fare. Non solo ha conquistato per se stessa la possibilità di perseguire ogni esperienza e vocazione, ma ha anche conquistato la stima dell’uomo, il suo rispetto, la sua amicizia; sì anche più di questo: ha guadagnato l’ammirazione, il rispetto del mondo intero. Tutto ciò non attraverso il suffragio, ma con il suo meraviglioso eroismo, la sua forza d’animo, la sua abilità, la sua forza di volontà e la sua tenacia nella lotta per la libertà”.

Con queste parole Emma Goldman esprimeva la sua sincera ammirazione per le donne russe che grazie a lunghe lotte, condotte tra la metà del XIX secolo e la rivoluzione del 1917, avevano conquistato l’emancipazione e si erano assicurate una maggiore partecipazione alla vita politica e sociale del paese. L’immagine della Goldman, tuttavia, non si adattava alla maggioranza della popolazione femminile che apparteneva alla classe operaia o alla popolazione contadina e viveva ancora in condizioni di grave subalternità. Il movimento per l’emancipazione femminile, che naturalmente coinvolse tutte le classi sociali, sebbene in modi e misura diversi, coincideva con la sua parte più attiva rappresentata dalle donne rivoluzionarie, identificate con le studentesse universitarie e sempre più frequentemente con le donne ebree. Lo stereotipo, non solo della donna, ma del rivoluzionario russo in generale era lo studente universitario ebreo. La partecipazione delle donne alla attività politica, con il loro “essere e fare”, per usare l’espressione della Goldman, sembrava introdurre tutta la società russa in una età nuova, nella quale i sessi, le classi e i diversi gruppi etnici avrebbero collaborato per determinare un futuro comune.

Come tanti miti, anche quello che essere rivoluzionario fosse sinonimo di essere ebreo aveva un fondo di verità: non è senza significato che le prime organizzazioni del proletariato russo-polacco fossero state create dagli ebrei. Lo stesso si può dire delle loro donne che erano coinvolte nelle organizzazioni rivoluzionarie in misura maggiore di quelle degli altri gruppi nazionali naturalmente tenendo conto della proporzione demografica. L’affermazione della Goldman che le donne avessero già raggiunto l’uguaglianza sessuale, rifletteva il diffuso sostegno che l’intellighenzia russa dava alle lotte delle femministe. Aderendo agli ideali dell’illuminismo le donne rivoluzionare russe pensavano che l’uguaglianza risiedesse nel superamento delle differenze sessuali che la morale tradizionale affermava. Come diceva Rose Schneiderman: “Noi vogliamo essere umane!”. Molte delle donne ebree russe che presero parte attiva alle lotte per l’emancipazione erano nate tra il 1870 e il 1890 e tra loro emersero le più importanti attiviste anarco-femministe, tra le quali possiamo benissimo inserire Milly Witkop Rocker.

Nella vita e nelle traversie di questa donna straordinaria, nelle sue scelte, ritroviamo un intero drammatico periodo storico i cui sviluppi, attraverso complicati percorsi, dalla Russia zarista arrivano in Inghilterra, poi nella Germania inquieta della repubblica di Weimar infine negli Stati Uniti.

Milly Witkop nacque il 1 marzo 1877 e trascorse la sua infanzia nel villaggio ebraico di Slotopol, in Ucraina. A 17 anni lasciò la sua città natale per stabilirsi in Inghilterra, dove nel 1899 fu raggiunta dai genitori e dalle sorelle. Come la maggioranza degli ebrei provenienti dall’Est Europa fu costretta, per ragioni economiche, ad abitare nei quartieri poveri dell’East-End londinese, dove, assieme ai membri della sua famiglia, si guadagnò da vivere lavorando in condizioni di supersfruttamento nel settore dell’abbigliamento.

Mentre la maggior parte degli immigranti ebrei finiva ben presto per allontanarsi dalla tradizione ebraica al contatto con la moderna società capitalistica inglese, Milly inizialmente rifiutò di adeguarsi al nuovo ambiente del tutto diverso dalla vita ebraica della piccola cittadina in cui era vissuta. Al tempo del suo arrivo in Inghilterra, Milly “aveva una natura profondamente religiosa… Nelle manifatture del grande ghetto, tristemente note, dove Milly doveva lavorare per guadagnarsi una magra esistenza, le persone lavoravano anche nel giorno di Shabbath se vi erano costrette, e molte altre cose facevano contrarie ai principi della religione ebraica. La giovane donna si ribellava a tutto ciò, spesso andandosi a cercare i guai, con il risultato di perdere il lavoro”.

Insieme alla sorella minore Rose, che sarà attiva nel movimento libertario inglese e diventerà la compagna dell’anarchico Guy A. Aldred, ruppe infine con la tradizione religiosa ebraica e si impegnò nella costruzione del movimento socialista rivoluzionario tra il proletariato ebraico della Gran Bretagna, per divenire infine l’anarchica che avrebbe dedicato la sua intera vita alla lotta per la libertà. Nel 1896 avvenne l’incontro sentimentale con Rudolf Rocker, anarcosindacalista tedesco, che diventerà il compagno della sua vita e sarà per mezzo secolo l’anima dal movimento anarchico ebraico tanto da meritarsi l’appellativo di rabbi goy, ovvero di rabbino non ebreo. Come ricorda Rocker fu Milly, che “apparteneva già al gruppo Arbeter Fraint e lavorava a favore della causa là dove poteva”, ad introdurlo negli ambienti del proletariato ebraico londinese.

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