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Audioracconto “Il luogo delle ombre”
Pubblichiamo l’audioracconto “Il luogo delle ombre”. L’audio è preceduto dal testo costituito da tre drabbles concatenati. Ogni drabble (paragrafo) è costituito da 100 parole esatte e, pur concatenandosi con i successivi, ha una propria unità. IL LUOGO DELLE OMBRE Il luogo delle ombre è un giardino in cui, nelle notti di luna piena le siepi formano grandi ombre di personaggi fantastici: gnomi, fate, orchi, elfi, leprecauni. E’ meta privilegiata per i bambini che in questi esseri riconoscono personaggi che popolano i loro sogni e le favole che i loro genitori raccontano. C’è solo un avvertenza, nessuna nuvola deve coprire la luna, altrimenti le ombre prendono vita e nessuno sa che cosa può succedere. Per cui nelle notti di luna piena in cui siano presenti in cielo anche poche nuvole un pesante cancello chiude l’ingresso e le visite sono proibite. -------------------------------------------------------------------------------- Era una di quelle sere, ma l’uomo aveva scavalcato il cancello. Aveva bisogno di rimanere da solo, era un pittore e voleva trarre ispirazione da quell’affascinante giardino. Controllava che le nuvole in cielo fossero lontane dalla luna, e, camminando, vide l’ombra della fata: era perfetta, si distingueva la bacchetta magica ed addirittura il pizzo della gonna. Era così assorto nella contemplazione che non si accorse della nuvola. Di colpo tutto divenne buio, le ombre erano scomparse e si confondevano tra loro. Sentì il gelido tocco di una mano sulla spalla ed un leggero alito sul collo. Poi, più nulla. -------------------------------------------------------------------------------- La sera dopo era limpidissima, nessuna nuvola e il cancello fu aperto. I bimbi entrarono gioiosi, accompagnati dai loro genitori. «Mamma, andiamo a vedere l’ombra della fata!» disse il ragazzino. Appena giunti il bimbo notò che qualcosa era cambiato: «mamma, guarda, non c’è più la bacchetta magica», «è vero c’è qualcosa d’altro» disse un altro. «E’ un bambino, mamma, la fata ha un bambino proprio come nelle favole in cui le fate rapiscono i bambini». L’uomo sentiva le voci dei bimbi attorno a lui, voleva gridare, sciogliersi da quel gelido abbraccio, ma non poteva parlare, non poteva muoversi, non poteva… ED ECCO L’AUDIO RACCONTO: TESTO MUSICA ED ESECUZIONE ALL’ARPA DI DANILO MARZORATI L'articolo Audioracconto “Il luogo delle ombre” proviene da Un'Ambigua Utopia.
Drabbles
Monty Python I Drabbles sono racconti di cento parole esatte. Il concetto sembra origini dal fandom di SF inglese. Il formato di 100 parole fu definito dalla Birmingham University SF Society. La parola fu presa dal libro dei Monty Python del 1971 Big Red Book. Nel libro “Drabble” era il titolo di un gioco di parole in cui il primo scrittore a scrivere un racconto era il vincitore. Per trasferire questo gioco nella realtà ci si accordò sul numero di 100 parole. Tra gli scrittori di fantascienza che hanno usato questa forma letteraria ricordiamo Brian Aldiss, Gene Wolfe, Lois McMaster Bujoldlla, Jake Bible (il cui romanzo Dead Mech è interamente scritto in formato drabble). In questo articolo abbiamo pensato di presentare, a titolo di esempio, tre drabbles scritti da Danilo Marzorati. Se il lettore vuole cimentarsi in questo tipo di formato letterario può mandare i propri drabbles all’indirizzo avoilaparola@unambiguautopia.it. I migliori verranno pubblicati sul prossimo numero della rivista Un’ambigua utopia. Ricordate le regole: 100 parole, non una di più non una di meno (escluso il titolo). Con parola si intende ogni stringa di caratteri compresa tra due spazi. Ad esempio una chiesa sono due parole, l’osteria una sola parola, www.unambiguautopia.it una sola parola. Sta a voi accettare la sfida!! Ecco ora i tre drabbles: L’ULTIMA SPERANZA. Immagine freepick.com Il razzo era atterrato. L’astronauta uscì, scese la scaletta e giunse al suolo. Era l’ultima speranza dell’umanità ormai allo stremo e lui l’ultimo astronauta mandato alla ricerca di un pianeta in cui trasferirsi. Si guardò attorno, sembrava abitabile. Gravità leggermente inferiore alla Terra, aria apparentemente respirabile. Si tenne comunque il casco. Si abbassò, raccolse un sasso, lo guardò: luccicava. Lo mise in tasca. «Un ricordo» pensò. Fece ancora due passi, l’ombra lo sovrastò e la mano del gigante lo afferrò, lo alzò da terra e guardò il casco: luccicava. Lo mise nella sua enorme tasca. «Un ricordo» pensò il gigante. IL PICCOLO WOBBLE Il piccolo wobble aveva pazienza. Non aveva bisogno di ordire trame complicate. Gli bastava garantirsi che l’unica leva che muoveva l’essere umano fosse il profitto. E così, come previsto, l’umanità si estinse. La missione era compiuta ed il piccolo wobble chiamò i suoi compagni. Giunsero e misero mano alla devastazione. Pulirono mari, fiumi, laghi. L’aria ritornò respirabile e la terra divenne un paradiso. Giorgio si svegliò. «Che splendido sogno! Ci vorrebbe proprio un piccolo wobble.» Si alzò andò in bagno, tirò lo sciacquone. Il piccolo wobble, che lì si era nascosto per svolgere la sua missione fu travolto e annegò. CAPPUCCETTO ROSSO Il lupo, acquattato dietro ad un cespuglio aspettava Cappuccetto rosso. Era affamato, dimagrito. In quel rigido inverno il cibo scarseggiava. Del suo branco, di cinque individui, era rimasto l’unico e si sentiva solo e spaesato. La ragazzina passò saltellando e giunse alla casa della nonna, lasciando il cesto della merenda sui gradini esterni. Il lupo si avventò, rovesciò il cestino e divorò la carne ed i panini. Gli occhi si arrossarono, la lingua si gonfiò ed infine cadde morto. Cappuccetto rosso uscì dalla casa gridando: «Nonna ho preso anche il quinto!», mentre faceva un selfie per i suoi followers entusiasti. di Danilo Marzorati L'articolo Drabbles proviene da Un'Ambigua Utopia.