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Censure per artisti, ma non per tutti, ovvero: il genocidio non conta
Abbiamo tutti assistito increduli all’annullamento dell’esibizione presso la Reggia di Caserta di uno dei più grandi direttori d’orchestra viventi, Valerij Gergiev. Motivazione? E’ russo, e non ha preso le distanze dal governo del suo paese. Che sta facendo la Russia?  Sta conducendo una guerra di risposta al mancato rispetto dell’Ucraina […] L'articolo Censure per artisti, ma non per tutti, ovvero: il genocidio non conta su Contropiano.
Sanzioni alla Russia ma non a Israele, un doppio standard inaccettabile. Denuncia di 27 ex ambasciatori europei
In una lettera inviata ai responsabili delle istituzioni europee, 27 ex ambasciatori della Ue hanno denunciato l’inaccettabilità della riluttanza dell’Unione Europea nel prendere provvedimenti di sanzione nei confronti di Israele per la sua condotta a Gaza e in Cisgiordania. Nel testo gli ex diplomatici scrivono che “La reazione di Israele […] L'articolo Sanzioni alla Russia ma non a Israele, un doppio standard inaccettabile. Denuncia di 27 ex ambasciatori europei su Contropiano.
API: “No al doppio standard nelle manifestazioni pro-Palestina”
L’Associazione dei Palestinesi in Italia ritiene doveroso esprimere la propria posizione in merito alla manifestazione recentemente indetta da alcune realtà politiche italiane. Pur riconoscendo l’importanza della mobilitazione pubblica a sostegno della causa palestinese, non possiamo né appoggiare né condividere l’iniziativa in questione. La nostra posizione si basa su una serie di criticità che riteniamo fondamentali e non negoziabili: 1. Condanna selettiva e continua del 7 ottobre, senza contesto né comprensione della realtà dell’occupazione israeliana e della resistenza palestinese. 2. Diffusione e riproposizione di narrazioni non verificate o smentite da più fonti indipendenti, come il presunto massacro di bambini o gli stupri attribuiti ad Hamas, che servono solo a disumanizzare il popolo palestinese e distogliere l’attenzione dal vero problema: l’occupazione, il colonialismo e il genocidio in corso. 3. Reticenza nell’utilizzo della parola “genocidio”, nonostante la realtà dei fatti e le accuse mosse da organismi internazionali indipendenti. 4. Richiesta tardiva di cessazione delle ostilità, a distanza di oltre un anno e mezzo dall’inizio dell’aggressione israeliana. 5. Ci chiediamo: cosa avverrà dopo questa manifestazione? I promotori chiederanno la fine dell’assedio su Gaza? Condanneranno le colonie illegali in Cisgiordania? Parleranno della pulizia etnica del 1948? Sosterranno la liberazione dei prigionieri palestinesi o il diritto al ritorno dei rifugiati? 6. Alcuni promotori e rappresentanti politici sono recentemente volati in Israele per incontrare le famiglie degli ostaggi, senza mostrare la stessa attenzione o solidarietà verso le decine di migliaia di palestinesi massacrati o detenuti illegalmente. Inoltre, riteniamo essenziale sottolineare che le politiche portate avanti dal governo di Benjamin Netanyahu non rappresentano una deriva recente, ma sono la piena espressione di 77 anni di occupazione, apartheid e pulizia etnica sistematica. La continuità storica tra il sionismo coloniale delle origini e le attuali violenze in corso è evidente a chiunque guardi onestamente alla storia della Palestina. Per queste ragioni, riteniamo che una manifestazione che non rispecchia la narrativa e le richieste storiche del popolo palestinese, rischi di diventare un gesto vuoto, se non addirittura dannoso. Noi crediamo che ogni presa di posizione pubblica debba avere al centro la liberazione integrale della Palestina, dal fiume al mare, nel rispetto della voce e della volontà dei palestinesi stessi. Associazione dei Palestinesi in Italia Redazione Italia