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Tregua di 60 giorni o cessate il fuoco
Dopo 21 mesi di aggressione genocidaria incessante a Gaza, e più di 60.000 mila morti, 135.000 feriti, e la distruzione del 85% della striscia, tutto questo sotto gli occhi del mondo. Abbiamo assistito alla impotenza/ complicità di tanti governi che hanno bloccato ogni tentativo di fermare questo genocidio del popolo […] L'articolo Tregua di 60 giorni o cessate il fuoco su Contropiano.
PALESTINA: A VUOTO IL PRIMO ROUND NEGOZIALE IN QATAR. ISRAELE PROSEGUE GENOCIDIO E OCCUPAZIONE. NETANYAHU VOLA DA TRUMP
Continua il genocidio dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza. Nelle prime ore del mattino di lunedì 7 luglio 2025 altri quattordici palestinesi sono rimasti uccisi nei bombardamenti israeliani che hanno colpito diverse aree. Intanto arrivano nuove testimonianze sull’entità e serialità dei crimini israeliani. Un riservista dell’esercito intervistato da Sky News ha dichiarato che alla sua unità veniva ordinato di sparare a chiunque, civile o meno, indipendentemente dal fatto che rappresentasse o meno una minaccia dal punto di vista militare. Coperto dall’anonimato, il soldato della 252esima Divisione dell’esercito di Tel Aviv, ha detto: “le truppe uccidono i civili in modo arbitrario”. Intanto proseguono gli assalti, le uccisioni, le demolizioni, i saccheggi dei coloni e dei militari israeliani nella Cisgiordania occupata. Ieri sera, domenica 6 luglio 2025, ci sono state altre due vittime palestinesi anche in West Bank, uccise dai militari occupanti nel villaggio di Salem, vicino Nablus. Israele, infine, è tornato anche a bombardare lo Yemen. L’esercito di Tel Aviv ha attaccato i porti di Hodeida, Ras Isa e Salif e la centrale elettrica di Ras Kanatib, lungo in Mar Rosso, giustificando il suo operato con il lancio di tre missili balistici diretti contro Israele. Il tutto mentre si è concluso con l’ennesimo nulla di fatto il primo round di colloqui indiretti tra Israele e Hamas, che prima dei negoziati ha tenuto consultazioni con le altre forze della resistenza palestinese. Sul tavolo della discussione ci sono una tregua di sessanta giorni e un nuovo scambio di prigiornieri. I colloqui si svolgono a Doha, capitale dal Qatar, stato mediatore insieme all’Egitto, e dovrebbero comunque proseguire. Secondo fonti citate dai media, la delegazione israeliana non dispone di un mandato sufficientemente ampio per siglare un accordo.  Netanyahu aveva definito ieri “inaccettabili” le modifiche chieste da Hamas alla proposta. Oggi, il premier israeliano è a Washington dall’alleato Trump. I due discuteranno di Gaza, Cisgiordania, ma anche di Siria, Libano e dei loro piani egemonici sull’intera regione mediorientale. Nelle prime ore del mattino Sami Abu Omar, cooperante del centro socio-culturale Vik di Gaza city, ha inviato alla redazione di Radio Onda d’Urto, della quale è storico collaboratore e corrispondente, un aggiornamento dal sud della Striscia. Ascolta o scarica. Su Radio Onda d’Urto è intervenuta, per un punto della situazione, anche la giornalista Eliana Riva, caporedattrice di Pagine Esteri. Ascolta o scarica.
Gaza. Accordo 60 giorni: tregua o cessate il fuoco?
Come era previsto Hamas ha accettato la proposta di cessate il fuoco a Gaza. Diverse fonti hanno rivelato gli aspetti più importanti dell’accordo, che include un programma per il rilascio di dieci prigionieri israeliani viventi in cambio del rilascio di 1.000 prigionieri palestinesi tra cui più di 100 ergastolani. La […] L'articolo Gaza. Accordo 60 giorni: tregua o cessate il fuoco? su Contropiano.
MEDIO ORIENTE: TRUMP PROMETTE “PACE” A DESTRA E A MANCA, DALLE TRATTATIVE CON L’IRAN AL “CESSATE IL FUOCO A BREVE” A GAZA. IL COMMENTO DI MICHELE GIORGIO
Sabato 28 giugno 2025 migliaia di persone hanno partecipato, a Teheran, ai funerali di Stato di 60 vittime – tra ufficiali dell’esercito e ricercatori – delle centinaia uccise da Israele in 12 giorni di bombardamenti terminati, in teoria, con il cessate il fuoco annunciato nei giorni scorsi. L’allerta resta massima in Iran nonostante le dichiarazioni di Trump, secondo cui gli Stati Uniti d’America sarebbero pronti a riprendere le trattative sul nucleare con Teheran. In questi giorni il presidente Usa – che una settimana fa ordinava i bombardamenti sui siti nucleari iraniani – promette “pace” a destra e a manca. Dopo aver parlato di pace in arrivo in Iran, ha dichiarato: “Raggiungeremo un cessate il fuoco a Gaza entro la prossima settimana, l’intesa è vicina”. Una posizione, quest’ultima, che sembra confermata dal portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, secondo cui i propri mediatori starebbero “collaborando con Israele e Hamas per sfruttare lo slancio del cessate il fuoco con l’Iran e lavorare per una tregua anche nella Striscia di Gaza”. Quel che è certo, tuttavia, è che nella Striscia di Gaza intanto prosegue il genocidio per mano dell’esercito israeliano. Solo dalla tarda serata di venerdì 27 giugno ci sarebbero già state almeno 34 vittime degli attacchi israeliani. Tra le vittime, rientrano le 12 persone uccise allo Stadio Palestine di Gaza City che ospita gli sfollati, e quelle dei bombardamenti che hanno centrato il campo profughi di al-Mawasi, a Khan Yunis, e la zona di as-Saftawi, nel nord di Gaza, dove l’attacco aereo israeliano avrebbe colpito una scuola in cui molti sfollati avevano cercato rifugio. L’analisi ai microfoni di Radio Onda d’Urto di Michele Giorgio, corrispondente de Il Manifesto da Gerusalemme, direttore di Pagine Esteri e nostro collaboratore. Ascolta o scarica.
ISRAELE – IRAN: LA TREGUA È FRAGILE. ACCUSE INCROCIATE DI VIOLAZIONE. ANALISI E COMMENTI SU RADIO ONDA D’URTO
Dopo gli attacchi iraniani alle basi dell’esercito Usa in Qatar e Iraq nella serata di lunedì 23 giugno 2025 in risposta ai bombardamenti statunitensi del fine settimana, il presidente degli Stati Uniti Trump ha annunciato un cessate il fuoco tra Israele e Iran dopo dodici giorni di bombardamenti israeliani e attacchi missilistici iraniani. Tel Aviv e Teheran hanno confermato. Oggi gli eserciti israeliano e iraniano si sono accusati a vicenda di aver violato la fragile tregua, che al momento sembra però tenere. In partenza per il vertice della Nato a L’Aja, nei Paesi Bassi, Trump ha ammesso che entrambe le parti hanno violato il cessate il fuoco e ha sostenuto di aver “richiamato” l’alleato Netanyahu. Il presidente Usa ha anche dichiarato di non volere un cambio di regime in Iran perché “sarebbe il caos”. Il presidente iraniano Pezeshkian, invece, ha aperto alle trattative e si è detto pronto a tornare al tavolo dei negoziati. In Iran, intanto, secondo Humans Rights Activists News Agency (Hrana), i 12 giorni di bombardamenti israeliani avrebbero ucciso 974 persone e ne avrebbero ferite circa 3500, per la maggior parte civili. L’ong denuncia allo stesso tempo come sul fronte interno le autorità iraniane abbiano effettuato 705 arresti nell’ambito della stretta contro persone sospettate di spionaggio e oppositori politici. Il governo iraniano ha confermato per ora la morte di 610 persone e il ferimento di 4700. Nella notte tra lunedì 23 e martedì 24 giugno, prima dell’entrata in vigore della tregua, missili iraniani avevano colpito la città israeliana di Ber Sheeva, uccidendo 5 persone e distruggendo diversi edifici. Nel pomeriggio di martedì 24 giugno 2025, sulle frequenze di Radio Onda d’Urto abbiamo ospitato: * Il giornalista e nostro collaboratore Murat Cinar, con il quale abbiamo fatto il punto sulla cronaca e sugli obiettivi dello stato di Israele e degli Stati Uniti d’America nella guerra contro l’Iran; analizzato il ruolo e la posizione del governo turco rispetto alla guerra in territorio iraniano; ricordato la posizione rispetto alla guerra di alcune organizzazioni politiche dell’opposizione iraniana, in particolare del PJAK (Partito per la vita libera del Kurdistan) curdo-iraniano. Ascolta o scarica. * Davide Grasso, ricercatore in Sociologia politica presso il dipartimento di Culture, politica e società dell’Università di Torino e nostro collaboratore. Con lui abbiamo parlato delle guerre e delle aggressioni israeliane nella regione, dalla Palestina al Libano, dalla Siria all’Iran; delle sistematiche violazioni del diritto internazionale da parte degli stati-nazione, delle potenze egemoni regionali e internazionali; delle prese di posizione delle persone e dei movimenti politici organizzati dell’opposizione iraniana, in particolare delle organizzazioni attive nel Rojhilat, il Kurdistan iraniano, tra le quali le formazioni di sinistra come PJAK o Komala, schierate contro il regime di Teheran e contro la guerra di aggressione israeliana, a differenza dei partiti curdi di destra e conservatori che hanno espresso posizioni filo-iraniane. Ascolta o scarica.
ACCETTATA LA TREGUA DA ISRAELE MENTRE VENGONO APPROVATE 22 COLONIE IN CISGIORDANIA
L’approvazione da parte di Tel Aviv di 22 nuovi insediamenti coloniali in Cisgiordania occupata e l’approvazione del testo della tregua, non ancora approvata dalla contropoarte Palestinese, sono le due notizie apparentemente incongrue che arrivano giovedì 29 maggio. L’espansione coloniale non si è di fatto mai fermata e questo ulteriore passo risponde a quella che, secondo […]