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Regionali in Campania, si parte!
Inizia ufficialmente la corsa di Potere al Popolo per le elezioni regionali in Campania. Lo fa di sabato mattina, al quartiere Arenella di Napoli, presso il cinema Vittoria. Cinema di 200 posti a sedere. Quasi tutti utilizzati.Clima disteso, rilassato ma non per questo scevro di rabbia e indignazione. Lo si […] L'articolo Regionali in Campania, si parte! su Contropiano.
12 settembre 2025 Comunicato-appello dei Comitati per il ritiro di qualunque autonomia differenziata, per l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti
Mentre il superbo Occidente “democratico” cerca spasmodicamente un casus belli e si impegna a bruciare altri sei miliardi di euro in armi ipertecnologiche da inviare all’esausta Ucraina, le stesse fornite a Israele dai singoli governi delle nazioni europee, tra cui l’Italia, terzo paese in ordine di spesa a supportare l’atroce genocidio del popolo palestinese, la Lega riapre le ostilità sul fronte interno, vagheggiando nostalgicamente la Padania e raddoppiando gli sforzi per conseguirne l’antico e mai ripudiato obiettivo: la secessione. Il ministro degli affari regionali Calderoli, infatti, desideroso di presentarsi al raduno di Pontida, il prossimo 21 Settembre, nelle vesti di chi ha realizzato quello che di recente ha definito “un bel sogno”, cioè la frantumazione del paese di cui è paradossalmente al governo, spinge per ottenere l’autonomia differenziata almeno su quelle materie che arbitrariamente e in spregio alla sentenza 192/2024 della Consulta definisce “non-LEP”, cioè suscettibili di essere trasferite alle regioni immediatamente, senza la determinazione e quantificazione dei livelli essenziali delle prestazioni, attesi, peraltro, dal 2001, che comunque non servirebbero né basterebbero a sortire effetti perequativi o ad arginare il tracollo sociale delle regioni ordinarie. In realtà, come abbiamo sempre sostenuto, non esistono materie prive di ricadute sui diritti sociali e civili, e la Corte Costituzionale, che pure ha dichiarato inammissibile il Referendum per il quale erano state raccolte 1.300.000 firme, lo ha chiarito in modo definitivo. Allo stesso modo, la Corte ha specificato che non è possibile trasferire alle regioni intere “materie”, cioè interi comparti con tutte le loro complesse articolazioni, ma solo alcune “funzioni”, e sempre che la devoluzione trovi una giustificazione nella certificata implementazione dell’efficienza amministrativa erga omnes. Protezione civile, professioni non regolate da un albo e previdenza complementare e integrativa: ecco quel che Calderoli vorrebbe scorporare e gestire a livello regionale. Basterebbe richiamare alla memoria il recentissimo intervento delle numerose unità di volontari nazionali e dei ben 6 canadair risultati appena sufficienti a spegnere gli incendi appiccati sul Vesuvio per smentire platealmente le sue semplicistiche previsioni, e per additare i gravi pericoli insiti nel delirio autarchico dei “governatori” regionali. Ma c’è di più. Anche la Sanità rischia di essere oggetto della trattativa di questi giorni, con il pretesto dell’esistenza dei Lea, quei “livelli essenziali di assistenza” che non hanno mai impedito discriminazione, viaggi della speranza e fenomeni di erosione dell’uniformità del diritto alla salute, specie al sud, come dimostrano ampiamente i dossier GIMBE e il Rapporto sulla sussidiarietà del 2023/2024. L’obiettivo è quello di attrarre personale medico e paramedico con l’offerta di contratti più vantaggiosi, anche in Veneto, dove fa paura la concorrenza salariale della Svizzera. La Scuola, invece, altra materia sulla cui regionalizzazione la Consulta ha posto intransigentemente il veto, per la funzione unitaria e identitaria cruciale che essa assolve, viene invece lottizzata, asservita e privatizzata nel disegno di legge-delega approvato il 19 maggio scorso. In 9 mesi, abbozzati i LEP sulla base di criteri fallaci e non verificabili per simulare l’ottemperanza alle prescrizioni della 192/2024, e sempre esautorando quel Parlamento che la Consulta ha individuato come unica sede legittima per stabilire i diritti da tutelare e le relative coperture finanziarie, il ministro conta di chiudere la partita. Se ciò accadrà, i diritti saranno tarati sulla residenza e sul reddito, il paese sarà smembrato, il Sud spacciato. I Comitati per il ritiro di qualunque autonomia differenziata, dunque, ricordando che il modello prevaricatorio e competitivo sotteso all’autonomia differenziata non è che la riproduzione, in scala minore, del paradigma coloniale, suprematista e imperialista che infligge sofferenze indicibili ai popoli designati e dipinti di volta in volta come “nemici” a livello internazionale, chiedono agli esponenti politici già schierati chiaramente contro il progetto eversivo leghista, condiviso anche da una parte di quel centrosinistra che in modo pedestre e collusivo modificò il Titolo V allo scopo di intercettare consensi ormai rivolti alla Lega, di intraprendere ogni azione istituzionale utile a bloccare l’iter della nuova legge. Ai candidati e alle candidate alle prossime elezioni regionali che si presentano nelle liste di partiti popolari o di coalizioni antiliberiste e pacifiste, invece, chiedono di collocare il contrasto all’autonomia differenziata al vertice del proprio programma elettorale, e di farsi forti dell’appoggio di quel popolo che, per quanto defraudato della sua sovranità dal commissariamento delle democrazie, resta vigile e solidale, e impara dai palestinesi che la resistenza non è mai vana, mai perdente, mai infruttuosa. Comitati per il ritiro di qualunque Autonomia differenziata, l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti
Impegni non negoziabili – Elezioni Regionali Toscana 2025
In autunno in Toscana ci saranno le elezioni regionali: non possiamo e non intendiamo lasciare che il dibattito verta solo sulle alleanze e sulle candidature senza tentare di incidere sulle cose da fare e le iniziative da intraprendere, le responsabilità da assumere di fronte ai cittadini elettori. Di seguito abbiamo elencato e sintetizzato gli “Impegni non negoziabili” che i candidati dovrebbero fare propri e che il movimento si impegna a sostenere con iniziative di lotta e di disobbedienza civile prima, durante e dopo le elezioni regionali. Tali impegni rappresentano al contempo: un programma elettorale per qualsivoglia forza politica, lista e candidato che voglia agire in rottura con i poteri forti, un programma di lotta e di “irruzione” nella campagna elettorale, un programma di governo per la Regione Toscana. La nostra proposta è convergere nella costruzione di un Comitato di Liberazione della Toscana: per liberarci dalle Larghe Intese che sono al servizio della NATO, del FMI, della BCE e dei pescecani della finanza! Il progetto è aperto: chiediamo e aspiriamo alla più ampia partecipazione! Primi promotori – Rete No Gesi – Rete No Geotermia Elettrica, Speculativa ed Inquinante – Carlo Volpi, aderente a PeaceLink e al Coordinamento Fiorentino contro il riarmo – Marco Lenzoni, aderente alla Consulta Popolare Salute, Massa – Carrara – Comitato Lavoratori Scuola – Siena *** 1. Partecipazione attiva della cittadinanza Principi e criteri: tutto quello che è conforme agli interessi della popolazione è legittimo. Un’amministrazione regionale deve impegnarsi a sostenere i cittadini nelle giuste rivendicazioni in merito al diritto al lavoro, alla difesa dei servizi e alla salvaguardia del territorio. Laddove necessario, in coerenza con il dettame costituzionale, l’amministrazione regionale deve assumersi la responsabilità politica, amministrativa, legale ed economica di far prevalere in ogni caso la legittimità degli interessi dei cittadini prima e sopra ogni altro vincolo, norma o codice di rango inferiore alla Costituzione. Occorrono comitati e organismi di controllo popolare sull’operato della amministrazione regionale. Per andare in questa direzione l’amministrazione deve dotarsi di metodi e strumenti funzionali allo scopo come assemblee popolari delle seguenti tipologie: consulte popolari, consigli cittadini, tavoli permanenti che operano per fronteggiare specifici problemi (ordinari o emergenziali) proponendo agli amministratori esempi di soluzioni spendibili. La combinazione dell’opera delle tre tipologie assembleari dev’essere la linfa vitale dell’azione amministrativa della Regione. Vogliamo vedere applicata la convenzione di Aarhus, che in Italia è stata ratificata in legge sulla obbligatorietà di trasparenza e partecipazione dei cittadini nei processi decisionali che riportiamo: “La Convenzione sull’accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l’accesso alla giustizia in materia ambientale, nota come Convenzione di Aarhus, è un trattato internazionale volto a garantire all’opinione pubblica e ai cittadini il diritto alla trasparenza e alla partecipazione in materia ai processi decisionali di governo locale, nazionale e transfrontaliero concernenti l’ambiente”. 2. Economia di pace vuol dire avere e adottare una visione evolutiva del futuro industriale della Toscana da tradurre in politiche industriali che incoraggino gli investimenti in produzioni sostenibili e innovative e scoraggino la speculazione parassitaria basata sul consumo di risorse collettive a cominciare dalla salute, la sicurezza, la bellezza, il paesaggio, il patrimonio pubblico e la storia del nostro territorio. Come linea di condotta generale di fronte alle crisi aziendali la futura Amministrazione regionale dovrà essere in prima linea al fianco della mobilitazione dei lavoratori e impegnarsi a sostenere e fornire tutti gli strumenti possibili ai medesimi al fine di progettare piani di recupero, re-industrializzazione o riconversione degli stabilimenti a rischio di chiusura, provare a sfruttare le opportunità offerte dalla Legge Marcora, relazione con i corpi intermedi come la Legacoop valorizzando l’esempio e la spinta di esperienze come quella dei lavoratori della ex-GKN. 3. Sanità e salute. La sanità rappresenta l’impegno cruciale  per  la Regione. Non basta richiedere  maggiori risorse, serve un impegno determinato   e   coraggioso   per   combattere   i   conflitti   di   interesse   ed   invertire   il   flusso   di   risorse   finanziarie   ed   umane verso il sistema privato. La prima misura  da adottare è l’abolizione delle  cosiddette “Aslone” per ritornare  al sistema sanitario organizzato come era prima del 2015 ovvero in Asl provinciali così come richiesto con il referendum Consultivo sull’organizzazione del sistema sanitario regionale. La riforma del 2015, introdotta con la legge 84/2015, ha ridisegnato il sistema sanitario toscano accorpando le 12 Aziende Sanitarie Locali in tre grandi ASL di area vasta. Sul fronte della tutela della salute occorrono misure di controllo sulla salute delle popolazioni: indagini epidemiologiche gratuite, pianificate a cadenza regolare per monitorare gli effetti della presenza di opere impattanti, ma anche a causa della presenza di metalli pesanti su acqua e aria, sulle emissioni di aziende da riconvertire. 4. Ambiente, energia e territorio. Bonifica dei terreni dove risiedono aziende e opere speculative e graduale dismissione secondo un piano deciso con gli operai e cittadini. Manca un piano energetico su quanta energia occorre, mancano i piani energetici territoriali e quindi in base a cosa sfruttiamo le risorse? In base al consumo necessario a portare avanti una politica bellicista: ce lo chiede l’Europa! La rotta va invertita: serve un piano energetico coerente con le attività produttive e il fabbisogno per garantire una vita sana e dignitosa alla popolazione. Bisogna difendere le nostre risorse; l’acqua sempre più inquinata, l’aria, il bosco fondamentale per il microclima ma che in Toscana sta subendo una aggressione senza precedenti, disboscamento selvaggio confacenti al profitto di pochi o a quello delle multinazionali che portano avanti opere inutili e dannose che consumano suolo e bosco. Manca un bilancio idrico regionale e di zona che da 25 anni non viene fatto. 5. La scuola e la sanità pubbliche, la loro qualità e accessibilità sono i cardini del modello di vita dell’Europa Continentale e di quel modello basato sullo stato sociale, sulla solidarietà, sulla scuola pubblica e sulla sanità pubblica, ancorché in grave difficoltà, opposto al modello anglosassone di azzeramento del sistema di sanità e di educazione pubblica. Ebbene, questo modello con l’affermazione dell’economia di guerra proposta da Draghi e attuata dalle istituzioni europee rischiano di azzerare. Le istruzioni regionali dovranno decidere se collaborare o contrastare questo piano con tutti i mezzi possibile, compresa la inversione del flusso di risorse che da scuola, università e sanità pubblica si trasferiscono alla speculazione finanziaria e bellica. La Regione dovrà investire nel numero di lavoratori per scuola (sia docente che personale ATA), supervisionare le strutture scolastiche, aiutare all’occorrenza economicamente i comuni nella manutenzione e/o nella ristrutturazione al fine di garantire spazi adeguati all’offerta formativa, coordinare reti di scuole per progetti e finanziare corsi formazione che vadano nella direzione di contrastare la guerra e la militarizzazione della scuola. Infine serve un investimento nel DSU Toscana per sostenere le istituzioni universitarie e rendere il percorso accademico realmente alla portate delle fasce più povere. Riteniam necessario invertire la strada percorsa dalla Giunta uscente che sta ridimensionando il suo servizio alloggi per gli studenti, riducendo il numero di residenze universitarie, e creando pericolose e dannose collaborazioni con privati pronti a speculare con chi scegli di venire a studiare in Toscana. 6. L’amministrazione deve impegnarsi a sottrarre alle logiche di mercato la gestione della cosa pubblica, con particolare riferimento ai servizi pubblici essenziali. La lotta per far uscire i comuni dalla multi-utility regionale e la sua quotazione in borsa e conseguente consegna al grande capitale finanziario di quote importanti del reddito delle famiglie e delle imprese dev’essere una prerogativa. I servizi pubblici in Toscana devono invece rimanere un bene collettivo e devono essere gestiti non per generare profitti per speculatori finanziari; le soluzioni alternative ci sono ma vanno vagliate e sostenute con forza e potrebbero riguardare non solo rifiuti e igiene pubblica, ma anche acqua, energia, trasporti. Le risorse vanno concentrate assicurando ad esempio basse tariffe di abbonamento al trasporto pubblico per tutti i residenti. A questo tema colleghiamo quello della difesa dell’Acqua pubblica rifacendoci a quanto viene prescritto, illustrato e rivendicato dai comitati, associazioni che si battono da anni per l’applicazione della normativa nazionale ed europea che prevede per i servizi pubblici essenziali una società di gestione che opera senza fini di lucro, sotto il controllo diretto degli enti pubblici, con una politica degli utili indirizzata al massimo contenimento dei costi per l’utente ed al miglioramento del servizio (la gestione così detta in house providing). 7. Lotta contro la NATO e per l’attuazione dell’articolo 11 della Costituzione. L’attività della NATO stride con uno dei principi fondamentali della Costituzione nella misura in cui esso stabilisce che: “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. L’azione della NATO è connotata storicamente da una portata offensiva. L’attività della NATO, inoltre, non assicura pace e giustizia fra le Nazioni ma persegue solo l’obiettivo dichiarato degli USA di conservare la propria egemonia nel mondo il che rende la sua attività incompatibile con gran parte dell’art. 11 e incompatibile con i valori della nostra Costituzione. La NATO aggrava in modo sempre più evidente gli effetti nel nostro paese della guerra esterna e interna. L’impegno della regione Toscana dev’essere quindi quello di contribuire ad attuare fino in fondo l’articolo 11 della Costituzione. La sua applicazione sostanziale implica e coincide con l’uscita dell’Italia dalla NATO. Un governo regionale quindi deve sollecitare, sostenere e attuare tutte quelle iniziative istituzionali e di protagonismo popolare che vanno in questa direzione opponendosi, tanto per cominciare ai processi di militarizzazione del proprio territorio (si rimanda al punto 7). 8. Attività di contrasto alla guerra, all’economia di guerra e alla militarizzazione del territorio e della società con interventi per favorire il blocco dell’espansione delle installazioni militari a cominciare da quelle di San Rossore e di Firenze (comando NATO caserma Rovezzano) e il ridimensionamento o la chiusura di Camp Darby e relativo stop alla nuova darsena e canale. In secondo luogo, poniamo il problema della smilitarizzazione completa dell’aeroporto di San Giusto a Pisa. E’ infatti problematico fermare l’espansione del traffico a Peretola senza la disponibilità piena di un grande aeroporto per la Toscana. San Giusto è gravato da pesantissimi vincoli militari che dall’oggi al domani possono trasformarsi in chiusura dell’aeroporto come già successo un paio di mesi fa quando l’aeroporto è stato chiuso per non chiarite ragioni di sicurezza durante le ore notturne per l’arco di due settimane. Smilitarizzazione completa di San Giusto e stop alla dilapidazione di risorse pubbliche negli studi di fattibilità per soluzioni precarie e mezze soluzioni di un aeroporto come quello fiorentino che resta un modesto aeroporto di terzo livello e tale potrebbe rimanere. Interzo luogo, vogliamo l’istituzione di un Osservatorio regionale sulla produzione e il transito di armi con una presenza di rappresentanti della società civile e dei lavoratori, come ad esempio del Gruppo Autonomo Portuali di Livorno o i Ferrovieri contro la guerra (e altri che verranno individuati) che abbia competenze ispettive sul territorio regionale e di elaborazione di linee guida rispetto ai processi di riconversione a produzioni a fini civili e per la sostenibilità ambientale. Inoltre vanno sostenute tutte le iniziative che i lavoratori metteranno in campo per contrastare il traffico di convogli che contengono armi e armi di distruzione di massa, come l’istituzione di una legge regionale che riconosca l’obiezione di coscienza alla guerra di tutti i lavoratori. Questi sono alcuni dei passi concreti per fare della Toscana una Regione denuclearizzata e attiva come operatrice di pace. 9. Palestina. Riconoscimento a livello regionale dello Stato di Palestina. Interruzione, dove necessario per decreto, di ogni forma commerciale, di collaborazione e di cooperazione tra tutte le articolazioni della Regione Toscana e lo Stato d’Israele, comprese aziende e imprese israeliane, università, enti di ricerca, istituti accademici, progetti di cooperazione istituzionale e territoriale. Interruzione, dove necessario per decreto, di tutti gli accordi pubblici e segreti di cooperazione militare industriale stipulati nel corso degli anni con aziende, agenzie e istituti dello Stato sionista d’Israele su esempio di quanto è stato fatto dal sindaco di Sesto Fiorentino (interruzione della compravendita di prodotti farmaceutici israeliani nelle farmacie comunali). Rimozione di Marco Carrai, proconsole di Israele, dal vertice della Fondazione Meyer. 10. La Toscana per la pace e relazioni internazionali. In coerenza con il dettame costituzionale la Regione Toscana e la sua Amministrazione devono avere un ruolo attivo e propositivo per boicottare e sabotare tutte le iniziative e le disposizioni del governo Centrale che favoriscano la partecipazione dell’Italia alle guerre e che rafforzino la sottomissione del nostro Paese alla Nato e all’Ue. Parimenti, l’Amministrazione Regionale dovrà attiva, instancabilmente, nel promuovere iniziative di pace e di solidarietà fra i popoli. L’amministrazione valuterà le forme concrete attraverso cui affermare e far valere la sua posizione. L’Amministrazione Regionale deve essere guidata dal fatto che la maggioranza della popolazione ha tutto da perdere e nulla da guadagnare dalla partecipazione alle guerre a cui gli organismi sovranazionali stanno obbligando il Paese in contrasto con quanto espresso dal dettato costituzionale. 11. La crisi abitativa è una delle grandi crisi del nostro secolo. A fronte di una mobilità crescente, di forti migrazioni interne ed estere, della crescente disparità economica, tanto i grandi centri urbani, sovraffollati e svenduti, quanto le piccole aree rurali in via di svuotamento non sono amministrate a dovere per trovare soluzioni alle sfide del presente. Da questa situazione non sfuggono le grandi città toscane, in particolare quelle universitarie, sempre meno vivibili e a misura d’uomo. L’istituzione Regionale dovrebbe immediatamente censire gli immobili pubblici inutilizzati e investire per renderli fruibili e accessibili, serve ripartire da case popolari, creando una cultura non di emarginazione ma anzi di programmazione di una rivalutazione di certe aree. Serve poi porre in atto misure ferme contro i grandi proprietari di immobili che non mettono le proprie proprietà a disposizione della collettività, con una tassazione che disincentivi questa scelta. Serve una regolamentazione che limiti anche gli affitti brevi, non permettendo il proliferare di inutili e dannosi B&B al servizio di un turismo che da risorsa per la collettività diventa speculazione per la classe più ricca. Serve inoltre lavorare per mettere un tetto al costo degli affitti, lavorando in sinergia con le istituzioni nazionali per proporzionare il costo di un canone di locazione agli attuali salari. 12. La difesa del territorio e delle comunità dalle calamità, i grandi rischi, le epidemie, i cambiamenti climatici e le conseguenze di spopolamento e invecchiamento vanno affrontati con la realizzazione di un servizio civile regionale da finanziare anche attraverso la gestione regionale dei fondi accantonati attraverso meccanismi di obiezione fiscale alla guerra. Redazione Toscana
La Puglia è nostra. Riprendiamoci il futuro!
La Puglia che conosciamo e amiamo sta cambiando sotto i nostri occhi. Ci raccontano di una terra di successo, meta turistica globale, vetrina di eccellenze. Ma dietro le immagini da cartolina c’è la vita reale: basi militari proiettate verso la guerra; ospedali che chiudono, medici che mancano, liste d’attesa che […] L'articolo La Puglia è nostra. Riprendiamoci il futuro! su Contropiano.
L’addio a Marah, vittima innocente della guerra a Gaza. E l’inopportuno intervento di Giani
Ai funerali di Marah, ennesima vittima innocente della guerra israeliana a Gaza, l’intervento di Eugenio Giani  è stato contestato spontaneamente dagli amici e parenti, dalle e dai compagni palestinesi e filopalestinesi. Pubblichiamo, su questo, il comunicato della Redazione esteri di … Leggi tutto L'articolo L’addio a Marah, vittima innocente della guerra a Gaza. E l’inopportuno intervento di Giani sembra essere il primo su La Città invisibile | perUnaltracittà | Firenze.
Toscana. Alle elezioni regionali ci sarà la lista unitaria “Toscana Rossa”
Nei giorni scorsi a Firenze è stata presentata la lista Toscana Rossa che correrà per le elezioni regionali 2025. Sabato 9 Agosto h.17.30 è prevista assemblea pubblica e inizio raccolta firme a Viareggio – Lega Maestri D’Ascia e Calagati, via Michele Coppino,245 c/o CRO Darsene Toscana Rossa è l’alternativa alle […] L'articolo Toscana. Alle elezioni regionali ci sarà la lista unitaria “Toscana Rossa” su Contropiano.
Venezuela, Elezioni regionali e legislative: schiacciante vittoria del Grande Polo Patriottico
Questa domenica il popolo venezuelano si è recato alle urne per eleggere 285 deputati al Parlamento, 24 governatori e 260 parlamentari regionali. Alle elezioni regionali e legislative hanno partecipato 54 partiti politici di tutti gli orientamenti politici e più di 6.800 candidati. L’affluenza alle urne ha raggiunto il 42,63% delle liste elettorali attive, con oltre 5,5 milioni di venezuelani che hanno esercitato il loro diritto di voto in una giornata che Amoroso ha descritto come “ardua” ma positiva per il sistema elettorale venezuelano.   Elezioni regionali, Grande Polo Patriottico vince in 23 governatorati e in Guyana Essequiba Dopo un’intensa giornata elettorale il Consiglio Elettorale Nazionale del Venezuela (CNE) ha annunciato che il Gran Polo Patriottico Simón Bolívar (Gppsb) ha vinto 23 governatorati nel paese, tra cui quello di Guayana Esequiba. Con il 93,01% delle schede elettorali scrutinate, la coalizione del Grande Polo Patriottico ha vinto 23 dei 24 governatorati del Paese, dimostrando il sostegno del popolo venezuelano al presidente costituzionale Nicolás Maduro e al proceso rivoluzionario bolivariano. Secondo i risultati annunciati dal vicepresidente del CNE Carlos Quintero, il candidato del Gppsb Luis Marcano Salazar ha vinto la carica di governatore dello stato di Anzoátegui con l’87,30% dei voti. La carica di governatore dello stato di Apure è stata vinta dal candidato ufficiale , Wilmer Rodríguez, con il 96,19% dei voti, mentre la candidata , Joana Norelys Sánchez, ha vinto la carica di governatore di Aragua , nel centro del paese. Gli altri candidati della coalizione di governo usciti vincitori sono stati Yulisbeth García nello stato di Bolívar con l’87,85% dei voti, Donald Rafael Donaire a Guárico con oltre il 93% e Luis Ramón Reyes nello stato di Lara con il 90,95% dei voti. Sono stati rieletti governatori anche Victor Clark a Falcón con oltre l’80% dei voti, Rafael Lacava nello stato di Carabobo con l’87,67% delle schede e Freddy Bernal a Táchira ottenendo l’80% dei voti scrutinati, mentre l’ opposizione Alberto Galíndez tornerà a governare lo stato di Cojedes , nell’ovest del paese. In queste elezioni, il Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV ) ha recuperato le cariche di governatore dello stato di Barinas con il candidato Adán Chávez Frías che ha ottenuto il 72,45% dei voti, di Zulia con Luis Gerardo Caldera Morales che ha vinto con oltre il 64% e dell’entità di Nueva Esparta con la candidata Marisel Velázquez Millán che ha vinto con il 55,33% dei voti. I governatorati degli stati di Mérida , Miranda e Monagas sono stati vinti dai candidati del Grande Polo Patriottico, rispettivamente Arnaldo Sánchez Pérez , Elio José Serrano ed Ernesto Luna González . Le regioni di Amazonas , Delta Amacuro e Yaracuy saranno governate da Miguel Tadeo Rodríguez , Loa Tamaronis e Leonardo Cipullo . In Portogallo, il candidato del GPPSB , Antonio Primitivo Cedeño, ha vinto con il 93,61% dei voti. Da parte sua, lo stato di Sucre sarà governato da Jhoanna Carrillo Malave, che ha ottenuto oltre il 94% dei voti. Le entità di Trujillo e La Guaira sono state lasciate nelle mani dei candidati ufficiali , Gerardo Márquez con il 91,86% dei voti e José Alejandro Terán che ha ottenuto il 90,65%. Nella regione di Guayana Esequiba, il candidato in carica Neil Villamizar ha vinto con il 97,40% dei voti. “L’Essequibo ha un governatore ” – ha detto Maduro. “Avrà pieno appoggio di bilancio affinché il popolo di Essequibo abbia tutti i diritti che merita in quanto popolo del Venezuela” – ha sottolineato. Elezioni legislative, Grande Polo Patriottico ha vinto con l’82,68% Il Grande Polo Patriottico ha ottenuto una schiacciante vittoria anche alle elezioni legislative del Venezuela tenutesi domenica, ottenendo l’82,68% dei voti validi per i deputati della lista nazionale, secondo i risultati ufficiali annunciati dal Consiglio Elettorale Nazionale (CNE). Il partito al governo ha ottenuto 4.553.484 voti su un totale di 5.507.324 voti espressi , assicurandosi 40 dei 50 seggi in disputa, con una “tendenza irreversibile”, ha riferito il presidente del CNE, Elvis Amoroso , durante una conferenza stampa a Caracas. I risultati riflettono un ampio vantaggio del partito al governo sulle forze di opposizione . L’Alleanza Democratica, la principale coalizione di opposizione, ha ottenuto solo 344.422 voti (6,25%), seguita dall’UNTC Única Alliance con 285.501 voti (5,18%) e dalla Neighborhood Force Alliance con 141.566 voti (2,57%). I voti rimanenti , comprese le schede nulle e altre opzioni minori, ammontano a 182.351 voti , pari al 3,31% del totale . Queste cifre consolidano il predominio elettorale del chavismo nel Parlamento venezuelano per la prossima legislatura. Amoroso ha espresso il “profondo orgoglio” del ramo elettorale nell’organizzazione delle elezioni , sottolineando la trasparenza del processo in mezzo alle tensioni politiche che sta attraversando il Paese sudamericano.     I risultati preliminari segnano una nuova vittoria per il progetto politico avviato da Hugo Chávez e proseguito da Nicolás Maduro, rafforzando la gestione governativa della Rivoluzione in un contesto di sfide economiche e diplomatiche internazionali promosse principalmente da Washington. Elvis Amoroso riteneva che il popolo venezuelano fosse protagonista e decidesse il destino del Paese . “Un giorno in cui il popolo ha, per la prima volta, un governatore entrato in carica grazie alla volontà popolare”, ha affermato, sottolineando che siamo profondamente orgogliosi di questa giornata. Ha riconosciuto che si tratta di un lavoro profondo per il quale dobbiamo ringraziare i funzionari del CNE e le Forze Armate. provenienti dal Venezuela che sono stati nei luoghi in cui i venezuelani si sono espressi. ” Siamo grati agli osservatori internazionali che sostengono il Consiglio elettorale nazionale, nella nazione con il miglior sistema elettorale al mondo”, ha affermato. “Il Venezuela è un esempio per il mondo e possiamo dimostrare ancora una volta la forza del CNE”, ha aggiunto. Il presidente venezuelano Nicolás Maduro ha dichiarato domenica che la vittoria appartiene agli uomini e alle donne comuni dei quartieri venezuelani , dopo che il Consiglio elettorale nazionale (CNE) ha annunciato che il Grande Polo Patriottico ha vinto le elezioni legislative tenutesi oggi con l’82,68% dei voti. In un messaggio al popolo venezuelano, il presidente si è congratulato con l’intera nazione per l’elezione democratica dei governatori, dei consigli legislativi e dell’Assemblea nazionale per il mandato 2026-2031, affermando che adesso il loro compito è “perseverare, creare e cercare soluzioni “. “Il popolo è il protagonista” – ha detto Maduro, sottolineando che questa è una vittoria per la pace e la stabilità per tutto il Venezuela. “Dopo i blocchi, il fascismo e la violenza, oggi la Rivoluzione bolivariana ha dimostrato di essere più viva che mai” – ha affermato, sottolineando la ripresa del chavismo in stati come Barinas. Ha menzionato il piano di violenza che “siamo riusciti a sconfiggere contro i centri elettorali, contro Guri, contro le caserme militari ”. “Siamo riusciti a neutralizzare il piano di violenza”, ha affermato Maduro, garantendo al contempo che le elezioni si sono svolte in modo pacifico, calmo e senza incidenti . Maduro ha detto ai governatori che dovranno affrontare una sfida importante nel coordinamento con la comunità e i gruppi di base . “Voglio vederli lavorare insieme alle persone che lavorano alla base”, ha sottolineato. Fonte: teleSUR https://www.telesurtv.net/estado-por-estado-los-resultados-del-las-mega-elecciones-de-venezuela/ https://www.telesurtv.net/maduro-victoria-pertenece-pueblo-venezuela/ https://www.telesurtv.net/gran-polo-patriotico-elecciones-legislativas/ Lorenzo Poli